Il bombardamento della Corea del nord a Yeonpyeong

Giulia Pompili

Alle 14.34 locali (le 6.24 in Italia), la Corea del nord ha bombardato con 200 colpi di artiglieria l'isola sudcoreana di Yeonpyeong, causando la morte almeno due soldati, il ferimento di altri tredici militari e di quattro civili. Immediata la reazione dell'esercito di Seul, che ha risposto al fuoco con ottanta colpi di artiglieria e ha inviato sul posto una squadriglia di F-16. Il presidente sudcoreano, Lee Myung-bak, ha detto che sta cercando di impedire che lo scambio di colpi scateni una escalation militare.

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    Alle 14.34 locali (le 6.24 in Italia), la Corea del nord ha bombardato con 200 colpi di artiglieria l'isola sudcoreana di Yeonpyeong, causando la morte almeno due soldati, il ferimento di altri tredici militari e di quattro civili. Immediata la reazione dell'esercito di Seul, che ha risposto al fuoco con ottanta colpi di artiglieria e ha inviato sul posto una squadriglia di F-16. Il presidente sudcoreano, Lee Myung-bak, al termine di un incontro del governo convocato d'urgenza, ha detto che sta cercando di impedire che lo scambio di colpi scateni una escalation militare, degenerando in un conflitto più ampio, ma ha anche sottolineato che se le "provocazioni continueranno" la risposta di Seul sarà "più forte".

    Oggi a Pechino è arrivato l'inviato speciale
    americano per la Corea del Nord Stephen Bosworth, nell'ambito dei colloqui sul dossier di Pyongyang in programma in questi giorni. Immediate le reazioni internazionali: la Cina si è detta "preoccupata", ritenendo "imperativo" rilanciare i colloqui di pace, mentre Mosca ha messo in guardia contro una escalation militare. Il premier giapponese Naoto Kan ha ordinato ai suoi ministri di prepararsi "a ogni evenienza". La Casa Bianca ha "condannato fermamente" il bombardamento di un'isola della Corea del Sud da parte di Pyongyang e chiesto di fermare le "azioni belliche".

    Anche L'Unione europea ha "condannato con forza" gli attacchi della Corea del Nord. L'Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza, Catherine Asthon: "Sono molto preoccupata per quanto accaduto oggi nella penisola coreana che ha fatto vittime tra militari e civili sud-coreani". Ashton ha fatto appello alle autorità perché si "astengano da ogni azione che rischia di provocare una ulteriore escalation e di compromettere il pieno rispetto dell'accordo di armistizio coreano". Forte condanna è giunta anche da molte capitali europee: Parigi ha chiesto a Pyongyang "la fine delle provocazioni", la Gran Bretagna ha definito l'attacco "unilaterale", il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle ha parlato di "minaccia alla pace nella regione".

    Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha detto: "Condanniamo fermamente l'attacco" da parte Pyongyang di un'isola della Corea del Sud. Frattini si è detto certo che ci sarà un "documento comune di condanna" da parte dei Paesi del G8 nei confronti della Corea del nord. "Ogni violenza deve cessare", ha aggiunto Frattini conversando poi con i giornalisti italiani. "C'è una consultazione a livello G8, che è in corso, e credo che come l'Europa ha già fatto con Lady Asthon, ci sarà una condanna della maggior parte della comunità internazionale affinché questo cessi rapidamente e la armi tacciano". Rispondendo alla domanda se questo precedente possa rappresentare un cattivo esempio per l'Iran, il ministro degli Esteri italiano ha detto: "Dobbiamo rispondere duramente perché se questi episodi sono tollerati, si dà un esempio pessimo ad altri paesi, senza nominarne nessuno in particolare. Per questo serve una reazione internazionale, da parte dell'Europa, del G8 anche delle Nazioni Unite che credo debbano dare rapidamente una risposta".

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    • Giulia Pompili
    • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.