Futuro, libertà e Avvenire
L'atteggiamento della chiesa italiana, in una contingenza politica particolarmente confusa, punta a privilegiare i contenuti – famiglia, solidarietà, lavoro – sugli schieramenti. Tuttavia alcune recenti vicende, e forse ancor più l'imponente campagna moralistica contro il presidente del Consiglio, non potevano non trovare attenzione anche nel mondo cattolico. Ne sono uscite, a vario titolo, dichiarazioni sull'esigenza di restaurazione della moralità pubblica.
L'atteggiamento della chiesa italiana, in una contingenza politica particolarmente confusa, punta a privilegiare i contenuti – famiglia, solidarietà, lavoro – sugli schieramenti. Tuttavia alcune recenti vicende, e forse ancor più l'imponente campagna moralistica contro il presidente del Consiglio, non potevano non trovare attenzione anche nel mondo cattolico. Ne sono uscite, a vario titolo, dichiarazioni sull'esigenza di restaurazione della moralità pubblica. Massimo D'Alema avrebbe addirittura voluto che la chiesa si esprimesse attraverso una sorta di anatema nei confronti di Silvio Berlusconi. Quell'anatema, naturalmente, non c'è stato né poteva esserci.
La riflessione dei settori cattolici più avvertiti, invece, è stata sollecitata dalle esternazioni del principale antagonista del premier. Nel discorso di Bastia Umbra in cui il presidente della Camera invitava a recuperare il “ritardo” dell'Italia rispetto agli “standard europei” sui cosiddetti diritti civili, si è vista la prospettiva di una nuova aggregazione laicista, paradossalmente guidata da un politico a suo tempo schierato per l'abrogazione delle leggi su divorzio e aborto. La comprensibile simpatia per Gianfranco Fini, colpito da una campagna mediatica che è stata paragonata a quella sciagurata contro Dino Boffo, a questo punto ha lasciato il campo a considerazioni legate a temi più rilevanti dal punto di vista etico.
Con un certo coraggio, il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, ha dato espressione a questo disagio, denunciando l'artificio secondo cui, col pretesto del rispetto delle diversità, si intende contrabbandare il loro “ingiusto annullamento”. Ha ricordato come la prima vittima di questa presunta “laicità positiva” sia stata le legge sul fine vita, per poi porre una questione politica vera e propria: di queste prospettive bisogna tenere conto. E “come potrebbero non tenerne conto con la dovuta lucidità i potenziali interlocutori politici di Fini?”, scrive Tarquinio inviando un messaggio chiaro a Pier Ferdinando Casini. Quella di Tarquinio è una voce autorevole, ma non certo l'unica rappresentativa dei cattolici. La domanda che pone ha però una tale evidenza che rende difficile ignorarla per interessi contingenti.


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