E' arrivato il 25 luglio del Cav.?/ 18

Ma quale nuova accozzaglia si prepara a sostituire l'attuale?

Giuliano Zincone

Il complesso di Maramaldo è sempre in agguato, poiché è dolce la tentazione di infliggere il coup de poignard al tiranno ferito dai mille agguati, dai mille rancori dei delusi, dai mille fallimenti e da qualche odiosa calunnia. Oserei dire che Berlusconi, oggi, mi fa pena, anche se, con tutto il cuore, mi sento più fratello dei precari, dei disoccupati, dei pensionati e degli operai che rischiano molto (ma molto) più di lui, in questo autunno di crisi.

Leggi Gioia intensa e sguaiata, un grigio ritorno al passato. Scene di ucronia per il dopo Cav. di Lanfranco Pace - Leggi Il sistema costituzionale prevede un capo di governo l'anno, questo è il problema di Giuliano Ferrara

    Il complesso di Maramaldo è sempre in agguato, poiché è dolce la tentazione di infliggere il coup de poignard al tiranno ferito dai mille agguati, dai mille rancori dei delusi, dai mille fallimenti e da qualche odiosa calunnia. Oserei dire che Berlusconi, oggi, mi fa pena, anche se, con tutto il cuore, mi sento più fratello dei precari, dei disoccupati, dei pensionati e degli operai che rischiano molto (ma molto) più di lui, in questo autunno di crisi. Berlusconi mi fa pena perché potrebbe cadere dall'alto: non da un trono, ma da un letto, sprofondando nelle sabbie mobili del ridicolo, non nella tragica dignità della ghigliottina.

    Vorrei difenderlo perché mi sembra perseguitato
    (“povero cocco”, direbbero i suoi avversari), però devo constatare che tante ferite se l'è inflitte lui stesso. Questo Grande Comunicatore produce boomerang ogni volta che apre bocca. Insulta i magistrati, offende le donne che non gli sembrano carine (compresa Rosy Bindi, che vale diecimila D'Addario), racconta barzellette anche blasfeme, irrita gli omosessuali con esternazioni stoltamente maschiliste. Perfino (last but not least) usa una macchina straniera, in un paese che produce automobili. Da qualche anno suggerisco, invano, a Gianni Letta di aprirgli un sito web chiamato “staunpozitto.com”. Il delirio d'onnipotenza spinge il Capo a ritenere che può dire quello che vuole e fare quello che vuole. Però, che cosa riesce a fare? Poco, pochissimo. Colpa degli alleati, dice Berlusconi. Ma chi se li è scelti, gli alleati? Chi ha deciso di mettere insieme i localisti della Lega e i nazionalisti di An? Chi ha scelto di circondarsi di persone ricattabili o (forse) ricattanti? Che bisogno c'era di promettere che l'immondizia napoletana sarebbe stata ripulita in dieci giorni? Si poteva tranquillamente dire: “Faremo presto, se non troveremo rivolte scostumate e se la sindaca Iervolino farà il suo dovere”.

    La Prima Repubblica
    non si sbriciolò a causa di Tangentopoli, né per la caduta del famoso Muro, ma perché gli italiani non si sentivano più rappresentati dai linguaggi e dalle culture dei vecchi partiti. Berlusconi approfittò di quella frana per costruire il suo regime personale postmoderno. Chiamatelo come volete: caudillismo, bonapartismo, cesarismo. I regimi personali barcollano quando il leader non mantiene le promesse. Siamo arrivati al 25 luglio? Ma quale accozzaglia si prepara a sostituire l'attuale accozzaglia di governo?

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