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Il calcio inglese tra l'umiltà di Nani e la “spazzatura” di Mancini

Jack O'Malley

“Ora posso dire di essere uno dei migliori giocatori del mondo”. Con umiltà Nani (23 anni) ha festeggiato il suo gol al Tottenham, il secondo dello United nella sfida vittoriosa di sabato. Il suo ragionamento fila meglio di Gareth Bale sulla fascia sinistra: “Penso di essere un giocatore completo: sono decisivo, faccio gol e do equilibrio alla squadra”. Forse non è forte come il suo connazionale Cristiano Ronaldo, certo ha imparato da lui a parlare di sé.

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    “Ora posso dire di essere uno dei migliori giocatori del mondo”. Con umiltà Nani (23 anni) ha festeggiato il suo gol al Tottenham, il secondo dello United nella sfida vittoriosa di sabato. Il suo ragionamento fila meglio di Gareth Bale sulla fascia sinistra: “Penso di essere un giocatore completo: sono decisivo, faccio gol e do equilibrio alla squadra”. Forse non è forte come il suo connazionale Cristiano Ronaldo, certo ha imparato da lui a parlare di sé. Ci ha abituato a gol di pregevole fattura, per parlare come un telecronista Rai. Ma il suo capolavoro è stato sabato. Secondo tempo. Lo United soffre sull'1-0 contro gli Hotspurs. Palla lunga in area per Nani che travolge un avversario. Il portiere del Tottenham pensa sia fallo (ma l'arbitro non ha fischiato). Mette la palla per terra, prende la rincorsa. Nani è lì vicino. Guarda l'arbitro, che ricambia lo sguardo con una faccia da “io non ho detto niente, gioca”. Deve solo appoggiare in rete ed esultare. Forte, decisivo. E pure furbo. E' un campione di sicuro.

    Come nemmeno il più combattivo dei Cav., Roberto Mancini dice ai giornalisti che le voci di un suo esonero dal Manchester City sono “rubbish”, spazzatura, feccia mediatica buona per i tabloid che nel fine settimana hanno fatto titoli del tipo “Dead Manc Walking” o “Mancini Meltdown”. Se non parla di “fango” probabilmente è soltanto perché il coach ha perso leggermente il contatto con l'Italia. La partita contro i Wolves è una tragedia, per usare un eufemismo, tanto che Mancini si avventura nel gesto inconsulto di togliersi la sciarpa. I Citizens vanno in vantaggio con un rigore di Adebayor, ma vengono raggiunti poco dopo e superati nel secondo tempo da una squadra non irresistibile (luogo comune più eufemismo) che lotta per la salvezza. Mancini finisce dritto nel girarrosto: i giocatori non lo sopportano, Balotelli lancia stizzito i guanti, Adebayor litiga con tutti per motivi futili, Tevez è quasi contento di essere infortunato, i giornalisti lo massacrano. Non si sa cosa pensi Mancini dei magistrati, ma se non lo esonerano nelle prossime ore la teoria del complotto arriverà.

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