Se Prodi scandisce a Teheran

Redazione

L'Italia non persegue le politiche degli Stati Uniti, non è vero che stiamo seguendo gli Usa come un bambino di scuola che cammina dietro il suo maestro”. Le dure parole di appeasement di Romano Prodi erano miele per le orecchie di Alaeddin Boroujerdi, capo della commissione Sicurezza del Parlamento degli ayatollah, che assieme all'ex premier ha preso parte a Teheran a un incontro organizzato dal centro studi iraniano Ipis.

    L'Italia non persegue le politiche degli Stati Uniti, non è vero che stiamo seguendo gli Usa come un bambino di scuola che cammina dietro il suo maestro”. Le dure parole di appeasement di Romano Prodi erano miele per le orecchie di Alaeddin Boroujerdi, capo della commissione Sicurezza del Parlamento degli ayatollah, che assieme all'ex premier ha preso parte a Teheran a un incontro organizzato dal centro studi iraniano Ipis. Boroujerdi ha annunciato che “la Repubblica islamica è pronta a espandere gli accordi bilaterali con l'Italia”. Prodi ha difeso il diritto al nucleare di Teheran e il ruolo dell'Iran nella “stabilità” della regione, dimenticando che Teheran è il principale esportare al mondo di terrorismo. Il professore bolognese durante i suoi mandati a Palazzo Chigi si contraddistinse per la solerzia nel facilitare il business fra Roma e Teheran.

    “Iran e Italia erano rivali nei tempi antichi, ma nel mondo contemporaneo sono grandi partner”, proclama orgoglioso il sito web della Camera di commercio Italia-Iran, creata secondo un accordo di cooperazione italo-iraniano firmato sotto Prodi. Oggi la Camera di commercio Italia-Iran è il più grande istituto bilaterale di questo tipo in Italia. L'intervento di Prodi a Teheran cade mentre sull'Italia sono puntati gli occhi di Gerusalemme. E' notizia dei giorni scorsi che il volume di scambi tra Italia e Iran è aumentato esponenzialmente. A rivelarlo è stato un dossier del quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth. Nella prima metà del 2010, le importazioni dell'Italia dalla Repubblica islamica sono lievitate a due miliardi di euro. Il doppio rispetto allo stesso periodo del 2009. Anche le esportazioni verso l'Iran sono cresciute: da 892 milioni di euro nella prima metà del 2009, sono aumentate a oltre un miliardo di euro nel 2010.

    Le parole di Prodi sono una rassicurazione nei confronti di una dittatura totalitaria che persegue un'agenda egemonica armata. Ma il punto è capire se la politica estera dell'Italia su Teheran è quella dettata dai condizionamenti e dagli interessi della vecchia diplomazia, a cui Prodi si richiama e appartiene, o dalla linea atlantista di Berlusconi. Quanto a Prodi, qualcuno poteva fargli presente che mentre lui intrattiene i mullah di Teheran, nelle prigioni di regime centinaia di persone sono in attesa di essere impiccate.