Il fuoco sacrilego

Obama e Petraeus contro il pastore Jones che vuole bruciare il Corano

Il pastore evangelico Terry Jones sta “valutando” la situazione, ma per il momento la decisione della sua chiesa di Gainsville, in Florida, sembra irrevocabile: l'11 settembre lui e i suoi fedeli bruceranno copie del Corano per commemorare l'attacco alle Torri gemelle e affermare che “L'islam è del diavolo”, come recita il titolo dell'ultimo libro del pastore Jones. Il “Burn a Koran Day” aveva già suscitato polemiche qualche settimana fa, ma ora che la chiesa di Dove World non dà segni di voler retrocedere, anche le autorità più alte nella lotta al terrorismo si stanno muovendo per fermare l'iniziativa.

    L'Islam chiede a Obama di fermare Terry Jones, il pastore di una chiesa evangelica americana che ha organizzato per il prossimo 11 settembre un rogo di copie del Corano. Uno dopo l'altro i Paesi islamici piu' importanti, e quelli con una presenza musulmana significativa, invitano la Casa Bianca a intervenire. Il Pakistan ha definito "spregevole" il piano di Jones l'India ha invitato gli USA ad agire con "determinazione" nei confronti di quest'ultimo. Bruciare una copia del Corano provocherebbe "gravi violenze" e sarebbe un aiuto per al Qaeada. A lanciare il monito e' il presidente americano Barack Obama, intervistato al programma "Good Morning America" della rete Abc. La sua voce si aggiunge a quella di diversi leader politici e religiosi, e del Vaticano, contro la prevista iniziativa del pastore evangelico Terry Jones.

    Il pastore evangelico Terry Jones sta “valutando” la situazione, ma per il momento la decisione della sua chiesa di Gainsville, in Florida, sembra irrevocabile: l'11 settembre lui e i suoi fedeli bruceranno copie del Corano per commemorare l'attacco alle Torri gemelle e affermare che “L'islam è del diavolo”, come recita il titolo dell'ultimo libro del pastore Jones. Il “Burn a Koran Day” aveva già suscitato polemiche qualche settimana fa, ma ora che la chiesa di Dove World non dà segni di voler retrocedere, anche le autorità più alte nella lotta al terrorismo si stanno muovendo per fermare l'iniziativa. Il generale David Petraeus, capo delle forze della coalizione in Afghanistan, ha chiesto di rinunciare a un evento che “metterebbe in pericolo” le truppe occidentali e complicherebbe i rapporti con le parti della società afghana che collaborano con la coalizione. Anche il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha condannato l'iniziativa, che è “in contraddizione con i valori per i quali lottiamo”.

    Jones ha mostrato i suoi baffi a manubrio alla Cnn e ha detto di essere “preoccupato” per le possibili conseguenze, ma ha difeso le sue ragioni citando l'incedere biblico per discontinuità e rotture: “Quando è troppo è troppo, ora dobbiamo farci valere”. Nelle strade di Kabul centinaia di manifestanti hanno bruciato bandiere americane e inneggiato alla guerra contro l'occidente, mentre due giorni fa in Indonesia erano in migliaia a protestare. Una a una, le autorità politiche stanno prendendo le distanze dall'iniziativa di Terry Jones, un tabù che non cade nemmeno di fronte alle asimmetrie: bruciare libri non è come uccidere persone e a luglio dieci missionari cristiani sono stati uccisi in Afghanistan perché infedeli. Terry Jones per ora rimane fermo sulle sue posizioni, sempre più isolato, e non si trova nemmeno un'associazione per i diritti civili che voglia difendere la sua libertà d'opinione.