Così Capitan Condom sconfigge Sperminator e insegna il sesso ai bambini

Valentina Fizzotti

Quando si saranno annoiati di giocare a “Mafia Games” o di rincitrullirsi gestendo una fattoria virtuale su Facebook, i teenager anglofoni potranno dedicarsi finalmente in maniera ludica ma efficace alla propria educazione sessuale con “Adventures in Sex City”. Scopo del videogioco: combattere, a suon di risposte esatte su preservativi e sesso orale, un mostro orribile di nome Sperminator e liberare la Città del Sesso da Clamidia e Hiv.

    Quando si saranno annoiati di giocare a “Mafia Games” o di rincitrullirsi gestendo una fattoria virtuale su Facebook, i teenager anglofoni potranno dedicarsi finalmente in maniera ludica ma efficace alla propria educazione sessuale con “Adventures in Sex City”. Scopo del videogioco: combattere, a suon di risposte esatte su preservativi e sesso orale, un mostro orribile di nome Sperminator e liberare la Città del Sesso da Clamidia e Hiv.  A quel punto, se non avranno dato di stomaco, saranno pronti a spegnere il computer e a iniziare la loro vita sessuale alla larga dalle più ributtanti infezioni.

    A leggere l'ultimo studio diffuso dalla Cochrane Library, un database che raccoglie dati scientifici da tutto il mondo, i videogiochi sono la maniera migliore per spiegare ai ragazzi che cosa fare sul più bello senza combinare danni. L'interattività (informatica, almeno a questo stadio) pare sia il massimo per promuovere la salute sessuale fra gli adolescenti, visto che il pc arriva dove la mamma non può e i compagni di merende non sanno. Così gli studiosi impazziranno per il videogame inventato e messo online dall'unità sanitaria della Contea di Middlesex, in Canada, destinato a un “pubblico giovane e maturo”, che di informazioni dettagliatissime straborda a ogni passaggio di mouse.

    Il cattivo della storia, quello con un nome da parodia dei bolognesi Gem Boy, sembra un mostruoso lottatore di wrestling in mutande e cappuccio con orribili arti di fattezze falliche. Chiaramente non è nato cattivo: prima era un guerriero del bene, ma poi si è beccato un'infezione e ha deciso di contagiare tutti. Proiettando nel cielo di Sex City la sagoma di un preservativo (invece di quella di un pipistrello) arriva a sfidarlo una squadra di Batman del sesso protetto, che si difende dagli spermatozoi assassini a colpi di condom (per lui e per lei).

    Ad ogni partita, come tutti i gioco di ruolo degni di questo nome, si può scegliere il proprio eroe. C'è Wonder Vag, bionda e snella vergine che crede nel vero amore e predica l'astinenza fino al matrimonio, con un superpotere che le consente di smascherare i bugiardi. Il suo alter ego è l'amica più sgamata, Power Pap, che il sesso lo pratica ma è un'attenta sostenitrice dei controlli medici regolari. Un giorno si è presa una malattia, è stata curata e da allora dedica la sua vita alla promozione del pap test (aiutata da una vista a raggi x che individua tutte le infezioni nei dintorni). Le accompagna Willy the Kid, un nano afroamericano che, dopo essere stato preso in giro per una vita intera a causa dell'altezza, ha capito che “le misure non contano”. Lui invece conta sulla “forza di una roccia”. Ultimo del gruppo è Captain Condom, lo scienziato che cercava il preservativo perfetto ed è diventato, dopo uno strano incidente, un essere allungabile metà uomo e metà condom che passa il suo tempo libero a distribuire preservativi gratis. Il capitano, se ben usato, è vincente al 98 per cento.

    La sfida consiste nel rispondere con esattezza a domande raccapriccianti su batteri, test, malattie e lattice. Sulla battaglia vigila un losco figuro in impermeabile che snocciola (e smaschera) tutti i falsi miti del caso. La partita, anche a saperle tutte, va davvero per il lungo. Ma forse qui sta la sua forza. Terminato il gioco il ragazzino potrebbero essere talmente disgustato dall'argomento da rimettersi davanti alla playstation, o magari persino fare i compiti. Oppure potrebbe essersi talmente stressato da non vedere l'ora di saltare addosso alla compagna di banco, senza voler mai più sentir parlare di quegli orridi cosi di gomma.