Perché Rutelli preferisce Fini all'alleanza con il Pd

Marianna Rizzini

Con un “no” al processo breve (“un'indecenza” da “togliere di mezzo”), un “sì” al proporzionale alla tedesca (seppure corretto in modo da accontentare anche gli uninominalisti) e un grido di allarme per la Lega crescente, Pier Ferdinando Casini (con Francesco Rutelli padrone di casa) parla all'apertura della festa dell'Api a Labro, nei pressi di Rieti – e c'è già chi, tra i rutelliani, dice, con orgoglio e vaga malizia, che il luogo è stato scelto perché è “il vero centro dell'Italia”.

    Con un “no” al processo breve (“un'indecenza” da “togliere di mezzo”), un “sì” al proporzionale alla tedesca (seppure corretto in modo da accontentare anche gli uninominalisti) e un grido di allarme per la Lega crescente, Pier Ferdinando Casini (con Francesco Rutelli padrone di casa) parla all'apertura della festa dell'Api a Labro, nei pressi di Rieti – e c'è già chi, tra i rutelliani, dice, con orgoglio e vaga malizia, che il luogo è stato scelto perché è “il vero centro dell'Italia”. “Se si votasse oggi andrei da solo”, ha detto Casini dando, pur con mille “se” e “ma”, un colpo a un polo (“non è all'ordine del giorno una mia candidatura alla premiership del centrosinistra”) e un colpo all'altro (“non ho mai avuto la tentazione di entrare nella maggioranza”). Fatto sta che il giorno di apertura della festa dell'Api è anche il giorno in cui il Pd proprio su Casini si dilania: dopo che un Franco Marini “casiniano” è stato fischiato da un platea democratica che intanto applaudiva Antonio Di Pietro per il solenne “no” a un'alleanza con il leader dell'Udc, D'Alema rilancia con un “Casini potrebbe essere un alleato per le elezioni” (Bersani intanto accusa il “berlusconismo che fa degradare la politica a fogna”).

    E però dalla riunione Api, più che parole dolci per il Pd, giungono – da Rutelli – parole dolci per Gianfranco Fini, che porterà il suo saluto al consesso nella giornata di sabato, sulla via di Mirabello. “Possibili” le “convergenze” con Futuro e Libertà, ha detto Rutelli, mentre Casini si mostrava attendista (“Aspettiamo di sentire quello che dirà a Mirabello”) e allo stesso tempo pessimista sull'eventuale ricomposizione Fini-Berlusconi: “Pretendere che Fini, dopo tutto quello che è successo, dica ‘non esco e non mi faccio il mio partito, così mi fanno fuori alle elezioni, è troppo”. L'Api intanto tenta di propalare ottimismo via sondaggio: quello della Ipr Marketing, diffuso a Labro, assegna a un ipotetico un terzo polo che va da Pier Ferdinando Casini a Gianfranco Fini a Francesco Rutelli a Luca Cordero di Montezemolo un peso del venti-ventidue per cento.

    • Marianna Rizzini
    • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.