Auto rivoluzione

Ernest Ferrari

In India le Case produttrici faticano a rimanere al passo dell'espansione del terzo mercato automobilistico asiatico, dopo Cina e Giappone. Nell'anno fiscale aprile 2009-marzo 2010, a New Delhi sono state infatti immatricolate 1.526.000 vetture, il 25 per cento in più rispetto all'anno precedente, e si prevede che nel 2015 questo numero raddoppierà.

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    In India le Case produttrici faticano a rimanere al passo dell'espansione del terzo mercato automobilistico asiatico, dopo Cina e Giappone. Nell'anno fiscale aprile 2009-marzo 2010, a New Delhi sono state infatti immatricolate 1.526.000 vetture, il 25 per cento in più rispetto all'anno precedente, e si prevede che nel 2015 – se non prima – questo numero raddoppierà. Solo a luglio infatti le immatricolazioni sono state 159 mila, il 38 per cento in più rispetto al 2009. Leader di mercato 2009-2010 è ancora Maruti/Suzuki, con 756 mila unità, seguita da Hyundai (315 mila) e Tata (201 mila). Non è un caso che molte Case occidentali, in particolare tedesche, sono presenti sul mercato, o stanno negoziando accordi con le Case locali per produrre in India. La Fiat, per esempio, è collegata alla Tata; l'obiettivo principale del Lingotto è la produzione della vettura “low cost” Nano. Perfino le marche premium, come Bmw con la sua serie 3, propongono versioni specifiche dei propri modelli, accessibili alla vasta clientela locale.

    Il paese, come dimostra questa volontà delle Case automobilistiche straniere di andare incontro alle attese della clientela locale, è già un nuovo Eldorado dell'industria automobilistica mondiale, accanto alla Cina. Come già accaduto altrove, infatti, una delle prime aspirazioni di chi vede crescere il proprio reddito, è l'acquisto di un'automobile; e oggi, in India, più di 950 persone su 1.000 ancora non ne possiedono una. Ora però le stesse società sono state colte di sorpresa dalla rapida espansione dell'economia indiana: Suzuki e Hyundai, secondo Bloomberg, hanno introdotto liste di attesa per l'acquisto e la consegna di pezzi di ricambio per batterie e componentistica per i motori. Tata addirittura ha iniziato a importare pneumatici dalla Cina prevedendo che le vendite di auto aumenteranno più del 30 per cento. Ma le difficoltà in questo caso sono quasi benvenute, visto che il titolo di Tata ha raggiunto proprio in questi giorni i massimi alla Borsa di Mumbai, anche grazie ai risultati dei marchi Jaguar e Land Rover, acquistati nel 2008 da una Ford in difficoltà.

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