Spegnete il condizionatore. Accendete sul Tour de France
Se qualche scettico intelligente ancora nutre dubbi sull'attualità del ciclismo e della sua massima rappresentazione, il Tour de France in corso; «per chi si fosse messo in ascolto e in visione in questo momento» come diceva Adriano De Zan, della Grande Boucle in svolgimento, si sappia che, per esempio, Lance Armstrong si dichiara sì disposto a collaborare con la giustizia, ma solo al di fuori dell'attuale clima giacobino e giustizialista, eccetera.
Se qualche scettico intelligente ancora nutre dubbi sull'attualità del ciclismo e della sua massima rappresentazione, il Tour de France in corso; «per chi si fosse messo in ascolto e in visione in questo momento» come diceva Adriano De Zan, della Grande Boucle in svolgimento, si sappia che, per esempio, Lance Armstrong si dichiara sì disposto a collaborare con la giustizia, ma solo al di fuori dell'attuale clima giacobino e giustizialista, eccetera. Leggasi il Wall Street Journal delle ultime due settimane e il giornale collettivo d'Oltralpe degli ultimi due lustri. Dopodiché il fratello maggiore e compagno di squadra dell'attuale maglia gialla, il campione lussemburghese Frank Schleck (ritiratosi per aver rotto una clavicola una volta caduto sul pavé del Nord), si lamenta che gli organizzatori della più importante corsa a tappe al mondo "giocano con la vita dei corridori".
E allora l'attualità del Tour dovrebbe essere considerato un dato storico incontrovertibile, se è vero che nel 1910, un secolo fa, il francese Octave Lapize che per primo valicò i principali colli pirenaici inseriti per la prima volta nel percorso di gara - immaginarsi le condizioni della strada e della bicicletta in dotazione al corridore, all'epoca - inveì contro l'auto del direttore di corsa, gridando: «Siete dei criminali!». Da sempre le attese di chi organizza e di chi osserva il passaggio del Tour dalle Alpi ai Pirenei direzione Parigi, sono alte minimo com'è alto il Tourmalet, dove sul punto di valico, non a caso, c'è installata la statua del Gigante ciclista (e il gruppo quest'anno vi transiterà davanti due volte in tre giorni, martedì 20 e giovedì 22).
Insomma, oggigiorno ancora ci si aspetta che il ciclista giganteggi in virtù della proprie fermezza, purezza e incorruttibilità passando sopra le delazioni di un pentito a gettone (Floyd Landis che sparla di Armstrong), sopra le pietre come sull'asfalto rovente del sud della Francia, sopra infortuni che mal sopporterebbe chiunque, da allettato (il campione del mondo Cadel Evans è tuttora in sella con il gomito fuori posto, e quando ha pianto sul traguardo l'altro giorno, è stato perché Alberto Contador e Andy Schleck lo avevano lasciato a oltre otto minuti). Se per caso qualche scettico intelligente appena sudato protesta in queste ore contro il caldo che fa d'estate, gli si consigli caldamente di seguire in tv le frazioni che restano del solito, immaginifico, esemplare Tour de France: ché passa tutto, passa persino la voglia di trattare l'ossigenazione del proprio ambiente domestico, ricorrendo all'accensione di un condizionatore d'aria, dopante.


Il Foglio sportivo - in corpore sano
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