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Perché le donne non capiscono di calcio? Ma soprattutto: perché gli uomini se lo chiedono?

Redazione

Era nell'aria (fritta) da un mese. Dopo giorni di disquisizioni paracalcistiche, al bar del Foglio si è arrivati allo scontro di civiltà. Altro che islam e occidente. Se a “Notti Mondiali” su RaiUno si comportano come alle medie, qui si torna alle elementari. Oggi è maschi contro femmine. Il barman serve da bere e si chiede perché le donne non capiscano di calcio.

    Era nell'aria (fritta) da un mese. Dopo giorni di disquisizioni paracalcistiche, al bar del Foglio si è arrivati allo scontro di civiltà. Altro che islam e occidente. Se a “Notti Mondiali” su RaiUno si comportano come alle medie, qui si torna alle elementari. Oggi è maschi contro femmine. Il barman serve da bere e si chiede perché le donne non capiscano di calcio. Le risposte che seguono dicono molto. Rizzini: “Le donne di calcio capiscono molto più degli uomini: non c'è bisogno di conoscere la differenza tra pressing e dribbling. Il calcio è attesa, offesa, rilancio, amicizia, tradimento, parolacce, pianto, euforia e somma opera di bluff (il portiere e il rigorista). Insomma, basta un De Gregori qualsiasi e si è già capito tutto”. Pedersini si schiera con il gineceo fogliante: “Per quanto mi riguarda una donna che non guarda le partite dei Mondiali ha già capito tutto”.

    Pompili
    scabrosa: “Credo che tutto possa essere riferito antropologicamente alla gara di dimensioni in cui voi maschietti usate cimentarvi sin dal periodo preadolescenziale, quando si produce in voi il senso agonistico che poi non vi lascia più e che, maturo e a distanza di anni, si traduce in veri e propri sfoggi di virilità calcistica. E' per questo che diffido degli uomini che non seguono il calcio…”. Gli schiamazzi aumentano. Zuncheddu: “L'indifferenza ci viene dal fatto che il calcio vi ipnotizza, voi maschietti, come noi in quelle due ore non potremmo fare mai. E se vi chiediamo di reggere uno dei due mocciosi che l'altro sta allagando il bagno, ci guardate di straforo muti, come se non ci aveste conosciute prima. Si può dare credito a uno sport così?”.

    A difendere la categoria scende in campo Valensise: “Domanda viziata da pigro pregiudizio di genere. Rispondo comunque per non sembrare di parte. Noi donne disponiamo di intelligenza sintetica. Indifferenti alle regole, ai dettagli tecnici, insofferenti al narcisismo dei precedenti, amiamo cogliere in una partita il suo elemento essenziale, il suo tratto poetico, la sua cifra stilistica, la sua crepa psicologica. E nemmeno soffriamo alla vista dello scherno o dell'incomprensione che si levano, come tante manelle pronte alla sberla, sui nostri errori volontari. Più del calcio, infatti, amiamo l'uomo e più dell'uomo il bambino sua promessa, perciò vi perdoniamo e con voi tifiamo per il biondino uruguagio. Saluti dal Paraguay e da Mme Bettencourt, che est avida lettrice del Foglio! Ciao m”. Ferraresi definitivo: “Le donne esultano quando il portiere fa una bella parata, tutto qui”. E poi si chiede: “Ma come fa Valensise a scrivere così bene con l'iPhone?”.

    Crippa punta alla rassegna stampa di Gaynews: “Suppongo che, ventidue ragazzoni in mutande che rincorrono un pallone, il calcio sia sublimemente una gagliarda invenzione per froci. Come i granatieri di Prussia e la Marina di Sua Maestà. Che c'entrano le donne, in questi nostri novanta minuti liberati dalle classi miste e dalle pari opportunità? Il calcio è misto di senso cameratesco fino all'immolazione di sé per il bene di tutti, e di puro e rovinoso narcisismo e competizione da galli e galletti. Roba da animale maschio, nella sua geometrica irrazionalità”. Cerasa religioso: “Io ringrazio il cielo che le donne non capiscano nulla di calcio. Qualcuna si sforza pure, ma io credo sia anche un dono del cielo che le donne di calcio, non giocandolo, non ne capiscano nulla. Noi non pretendiamo che loro capiscano perché domani sera è giusto che la Spagna perda ed è giusto che l'Olanda vinca e loro non pretenderanno che quando è il loro compleanno noi siamo in grado di distinguere tra un paio di Manolo Blahnik e un paio di All Star”.

    E' il momento di Rio Paladoro: “Ci sono due tipi di donne: quelle che quando c'è una partita fanno commenti e quelle che non ne fanno. Le prime vogliono controllare l'uomo anche lì, in ciò che ha di più intimo e sacro. Le seconde no, e sono le ospiti più gradite”. Si ode un: “Fascisti!”, qualcuno ringrazia per i complimenti. Si chiude con le minacce di Peduzzi, che sta per entrare in maternità: “Oggi non posso perdere tempo a difendere il genere. Devo solo dirvi che mi mancherete, e che se lunedì non mi includete nella discussione post finale del bar rivelerò a tutti l'identità di Rio Paladoro”.