La contraddittoria sentenza Ganzer
Il generale Giampaolo Ganzer, comandante dei Ros dei carabinieri, il reparto addetto alle operazioni più delicate e pericolose, è stato condannato a 14 anni per spaccio di droga e reati connessi. I fatti contestati risalgono agli inizi degli anni Novanta, quando si svolse una complessa operazione sotto copertura, diretta da Ganzer, per scoprire una rete internazionale di traffico di stupefacenti.
Nel Foglio in edicola "Colpevole di aver servito lo stato lavorando nell'ombra", due pagine speciali sul generale Ganzer
Il generale Giampaolo Ganzer, comandante dei Ros dei carabinieri, il reparto addetto alle operazioni più delicate e pericolose, è stato condannato a 14 anni per spaccio di droga e reati connessi. I fatti contestati risalgono agli inizi degli anni Novanta, quando si svolse una complessa operazione sotto copertura, diretta da Ganzer, per scoprire una rete internazionale di traffico di stupefacenti. L'accusa ha sostenuto che in realtà l'operazione fu organizzata allo scopo di ottenere profitti personali e di conseguire successi professionali. Le due ipotesi, sul piano logico, non stanno insieme. Per ottenere un successo professionale sarebbe stato necessario, a operazione ultimata, fornire tutti gli elementi necessari a incriminare i responsabili della rete di spaccio, il che avrebbe portato inevitabilmente a scoprire gli altarini, soprattutto se da parte dei carabinieri fossero stati conseguiti profitti personali.
La sentenza di condanna, per quanto pesantissima, è nettamente inferiore alla pena richiesta dalla procura, che era di 27 anni, perché non è stata accettata l'accusa per il reato più grave, l'associazione per delinquere, dalla quale gli imputati sono stati assolti. Qui una certa contraddizione si riscontra nella stessa sentenza, perché secondo logica, un gruppo di militari non si mette a spacciare droga se non per realizzare un piano, che può essere un'operazione sotto copertura nella quale magari si è superato qualche limite, e allora la condanna a 14 anni è un'enormità, o può essere un'operazione con finalità illegali, e in questo caso non si comprende come si possa realizzare senza un'intesa tra gli interessati. In attesa di motivazioni e appelli, naturalmente il comandante dei Ros, come ogni altro cittadino, va considerato innocente fino a eventuale condanna definitiva. D'altra parte da quando gli sono stati contestati i reati non è stata messa in discussione la sua funzione operativa e una sentenza tanto contraddittoria e non definitiva non cambia certo la situazione.
Nel Foglio in edicola "Colpevole di aver servito lo stato lavorando nell'ombra", due pagine speciali sul generale Ganzer


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