Bar sport Il Foglio

L'untochiomato Prandelli alla prova fogliante, razzisti biologici astenuti

Redazione

In attesa dei quarti di finale del Mondiale più deludente degli ultimi anni (italianamente parlando), al bar sport del Foglio si segue con assonnata eccitazione la presentazione del nuovo commissario tecnico degli Azzurri, Cesare Prandelli: “Voglio un'Italia di qualità, giovane e multirazziale”, ha detto il mister. Questo, invece è quello che hanno detto i foglianti.

    In attesa dei quarti di finale del Mondiale più deludente degli ultimi anni (italianamente parlando), al bar sport del Foglio si segue con assonnata eccitazione la presentazione del nuovo commissario tecnico degli Azzurri, Cesare Prandelli: “Voglio un'Italia di qualità, giovane e multirazziale”, ha detto il mister. Questo, invece è quello che hanno detto i foglianti. Realista Tiliacos: “Immagino che cosa sarebbe successo se avesse detto che voleva un'Italia scadente, decrepita e rigidamente ariana. L'uomo giusto? Lo scopriremo solo vivendo”. Rizzini ne apprezza le qualità tecniche: “Prandelli ha l'aria simpatica. Voto epidermico: 7”. Pompili è attenta anche agli schemi di gioco utilizzati da Prandelli, però: “Non mi piace, anche lui porta i capelli con leccata-di-mucca, elemento pregiudizievole”. Pedersini, bresciano, è quasi razzista: “Prandelli è un onesto conterraneo, come potrei dirne male? Anche se non sfugge a un imperdonabile peccato originale: ha iniziato con l'Atalanta”.

    Per fortuna interviene il liberale e mai banale Lo Prete: “Qualità, gioventù, multirazzialità? Non conosco Prandelli, non ho il polso della qualità di gioco dei fantomatici ‘oriundi', ma mi domando: con un'università largamente intasata da raccomandati, un'economia imbrigliata da stato e fisco montanti, un sistema istituzionale proporzionalistico e consensuale che neanche il Belgio e la Bosnia messi assieme, dico, dovevamo iniziare a fare gli Amerikani proprio dal calcio?”. Per ora, l'avrete notato, nessuno ha parlato di calcio. Ci pensa – sinteticamente – Cerasa, che come un Travaglio dello sport inchioda Prandelli al suo passato. Ma almeno lo fa senza volgarità: “Dire che vuole un'Italia di ‘qualità, giovane e multirazziale' so' boni tutti a dirlo (potrebbe dirlo tranquillamente anche Fini). Prandelli è simpatico e bravo, ma non ha mai vinto una cippa. Speriamo solo non sia come Donadoni. Che era simpatico, sorridente, gentile, ma in finale una pippa. Se si porta Balotelli, e lo fa giocare fisso, è un fico. Se si porta con sé quella sega di Thiago Motta è un vero fesso. E il rischio che faccia danni ce l'ha, il vecchio Prandelli. Perché è vero che è stato lui l'unico allenatore capace di convincere Adriano che tra lo svenire nudo a un festino milanese e buttare ogni tanto una palla in porta a un calciatore conviene la seconda, e non la prima. Ma è altrettanto vero che Prandelli si porterà per sempre sul groppone la responsabilità di aver detto una volta, ai tempi del Verona, che l'Italia aveva finalmente trovato il fluidificante, l'esterno offensivo che aspettava da una vita: Cristian Brocchi”.

    Perfido Ferraresi: “Essendo riuscito a fare giocare Adriano e Mutu insieme, Prandelli come minimo riuscirà a mettere in campo contemporaneamente Cassano, Balotelli, Flachi e Lapo Elkann. Con risultati sorprendenti, così a naso”. Ma a essere risolutiva, come un'uscita di Lucio dall'area palla al piede, è Valensise: “L'uomo giusto, per noi, potrebbe essere Prandelli, che conosce nord e sud, est e ovest, da Lecce a Parma, da Verona a Firenze. Se riuscisse a emanciparsi da altre devozioni di squadra, aprendo a mattacchioni come Balotelli e Cassano e qualche cinese di Prato e qualche romeno nato da badanti di Ostia andrebbe benissimo. Se poi usasse un altro shampoo per capelli grassi, senza tutto quell'untochiomato, sarebbe perfetto”. Chiude la rissa Rio Paladoro: “Io, al posto di Prandelli, avrei parlato di calcio”.

    Si ritorna in Sudafrica,
    a parlare di chi sia il miglior allenatore del Mondiale. Non l'avessimo mai chiesto. Rizzini: “Il più figo del mondiale era (prima che si mettesse le dita nel naso) l'allenatore tedesco di cui non ricordo il nome. Ora si fa dura. Non è figo, ma ispira fiducia l'allenatore del Ghana. Troppo gesticolante eppure ipnotico Maradona. Brutto e antipatico lo spagnolo”. Assatanata Pompili: “A proposito di allenatori, invece, perché quel Josep Guardiola y Sala non lo mandano in diretta planetaria? Lui vince il mondiale di figaggine!”. Vietti rimpiange l'eliminazione del Messico, “allenato dal sosia di Calderoli”, Zuncheddu aspetta forse che il paraguaiano Santa Cruz smetta col calcio giocato e si segga in panchina. Il sipario cala su una Valensise sempre più in versione sambodromo: “L'allenatore più fico è Dunga, brasiliano freddo, ma per niente gelido: anche se sembra strabico, per la palpebra sinistra calata, con la Seleção ha dimostrato che ci vede benissimo. Ciao”. Alla salute.