Uruguay-Ghana 4-3 (dopo i rigori)

L'Uruguay esce vittorioso dal delirio di Johannesburg

Quello del Soccer City di Johannesburg non è un quarto di finale dei mondiali, ma un romanzo di formazione, un disco rock pschedelico, un colpo di fucile nella campagna deserta. Dopo i rigori vince l'Uruguay, ma dal fischio d'inizio fino all'ultimo, incredibile cucchiaio di Abreu, in campo succede qualsiasi cosa. Si parte con gli Orientales in palla e il Ghana che riparte in contropiede. Kingson fa qualche parata di cui tuttora non si capacita, mentre sui rovesciamenti Asamoah Gyan è pericoloso.

    Quello del Soccer City di Johannesburg non è un quarto di finale dei mondiali, ma un romanzo di formazione, un disco rock pschedelico, un colpo di fucile nella campagna deserta. Dopo i rigori vince l'Uruguay, ma dal fischio d'inizio fino all'ultimo, incredibile cucchiaio di Abreu, in campo succede qualsiasi cosa. Si parte con gli Orientales in palla e il Ghana che riparte in contropiede. Kingson fa qualche parata di cui tuttora non si capacita, mentre sui rovesciamenti Asamoah Gyan è pericoloso. E negli ultimi sgoccioli del primo tempo è l'inossdabile Muntari ad inventarsi un gol da lontano da attribuire ad almeno tre autori: Muslera, il pallone sudafricano e soltanto al terzo posto lo stesso Muntari.

    Al rientro il Ghana non riesce a sfruttare l'inerzia favorevole generata dal gol di Muntari. Al 10' da una punizione sulla sinistra – posizione ideale per un cross – Forlan si inventa una traiettoria da cartone animato giapponese che sorprende Kingson, portiere tradizionalmente non eccelso e sempre pronto a dare conferme della sua mediocrità. Sull'uno a uno la partita rimane bella, vivace, tambureggiante come poche se ne sono viste in questo mondiale. Le occasioni non macano, ma c'è foga e un po' di sfortuna su entrambi i fronti. Si va ai supplementari.

    I trenta minuti di extra time sono ovviamente tesi e stanchi, i tentativi di portare a casa la vittoria prima dei rigori sono piuttosto appannati. Si salta direttamente al 120', l'ultimo minuto, in cui su un calcio d'angolo del Ghana si apre il settimo sigillo e parte l'apocalisse uruguaiana. La prima deviazione del Ghana viene salvata sulla linea; la palla viene ribattuta e salvata di nuovo sulla linea. Riguardare l'azione a velocità normale è cosa sconsigliabile ai cardiopatici. L'arbitro però vede chiaramente che sulla seconda respinta l'eroe eponimo della Celeste, Suarez, respinge con le mani. Rigore, espulsione.

    Suarez se ne va via con le lacrime dell'eroe greco: sa di aver commesso un delitto praticamente inevitabile ma che lascerà rimorsi indelebili. La traversa sui cui Gyan spara il rigore all'ultimo minuto dei tempi supplementari è il suo deus ex machina. Si va diretti ai rigori. Forlan parte facile. Asamoah guadagna punti-coraggio piazzando il primo rigore dei suoi. Il primo a sbagliare è il capitano del Ghana, Mensah; a sprecare ci pensa subito Maxi Pereira. Adiayih tira un rigore timido su cui Muslera si avventa rapacemente (ma nemmeno troppo).

    La palla decisiva tocca a El loco Abreu, che secondo fonti attendibili prima di presentarsi davanti a Kingson mormora: "Mo' je faccio er cucchiaio". E glielo fa davvero, dando all'Uruguay il titolo di sorpresa assoluta del mondiale, a prescindere come andrà la semifinale con l'Olanda. Qualcuno aveva previsto tutto.