Argentina-Messico 3-1
Maradona prende e porta a casa
Dopo venti minuti spettacolari in cui si vede tanto Messico, il trio Rosetti-Calcagno-Ayroldi regala un gol in fuorigioco che mette i ragazzi di Maradona sul piano inclinato verso la vittoria. La verticalizzazione per Tevez a velocità sostenuta si avvicina alla perfezione, Perez audacemente respinge sui piedi di Messi che disegna una parabola vellutata corretta da Tevez in gol. Fuorigioco netto, nettissimo.
Dopo venti minuti spettacolari in cui si vede tanto Messico, il trio Rosetti-Calcagno-Ayroldi regala un gol in fuorigioco che mette i ragazzi di Maradona sul piano inclinato verso la vittoria. La verticalizzazione per Tevez a velocità sostenuta si avvicina alla perfezione, Perez audacemente respinge sui piedi di Messi che disegna una parabola vellutata corretta da Tevez in gol. Fuorigioco netto, nettissimo, che sarebbe tale anche se Carlitos non toccasse la palla, visto che si trova sulla traiettoria del pallone e due difensori messicani stanno ripiegando. Mentre l'albiceleste festeggia, si consuma la pantomima rosettiana che va avanti per un paio di minuti prima che la terna decida di convalidare.
L'Argentina prende e porta a casa un favore che arriva con tempismo perfetto, visto che poco prima una botta di Salcido da trenta metri aveva fatto tremare la traversa e un minuto più tardi Guardado aveva messo fuori di niente un bel diagonale.
Rafa Marquez e i suoi stanno ancora smaltendo la rabbia per il pasticcio di Rosetti quando il Messico aggiunge al torto altrui un tocco di autolesionismo. Non si capisce cosa voglia fare Osorio con quel pallone controllato facilmente in difesa: forse una finta per mettere fuori tempo l'accorrente Higuain, forse un passaggio orizzontale; qualunque cosa fosse, Osorio la fa a metà e regala palla all'attaccante del Real Madrid che dribbla il portiere e mette dentro. Pur continuando su ritmi vivaci, la partita finisce qui.
L'Argentina controlla bene, si chiude, riparte come sa; Messi ha smania di gol, ma i messicani lo raddoppiano, lo triplicano, lo menano in qualsiasi modo pur di non farlo penetrare. Alla lunga la superstar del Barcellona stanca: troppi tocchi, troppa foga, poca lucidità, anche se l'ipercinesi mette in apprensione. La squadra di Maradona mette al sicuro la qualificazione con un missile di Tevez dal limite che entra all'altezza dell'angolo alto. Un piccolo gioiello che scuote un Messico che non sembra mai in grado di offendere davvero, e che pure non si dà per vinto. Il 3 a 1 è uno scatto d'orgoglio di fattura molto pregiata, con Hernandez che controlla da fuoriclasse, si gira e mette in porta un bel sinistro sul primo palo. Partita latina, vibrante, con uno spettacolo favorito da squadre lunghe al modo dei sudamericani. Impossibile non chiedersi cosa sarebbe successo senza il gol che ha aperto le danze albicelesti.


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