Bar sport Il Foglio

Gelati, urla belluine, e la certezza che Valensise avrebbe fatto gol

Redazione

“Almeno non vedremo Giampiero Galeazzi e Maurizio Costanzo in Sudafrica”, sospira qualcuno mentre si spengono le luci al neon del bar del Foglio. La strana coppia di “Notti mondiali” aveva infatti minacciato una trasferta di massa a Johannesburg in caso di Italia finalista. Scampata. Ma qui stiamo parlando d'altro. Il pomeriggio fogliante inizia un po' in sordina, tutti sperano ma non osano dirlo. Ma alle 15.59 ognuno è al proprio posto.

    “Almeno non vedremo Giampiero Galeazzi e Maurizio Costanzo in Sudafrica”, sospira qualcuno mentre si spengono le luci al neon del bar del Foglio. La strana coppia di “Notti mondiali” aveva infatti minacciato una trasferta di massa a Johannesburg in caso di Italia finalista. Scampata. Ma qui stiamo parlando d'altro. Il pomeriggio fogliante inizia un po' in sordina, tutti sperano ma non osano dirlo. Ma alle 15.59 ognuno è al proprio posto. Raineri e Valensise durante l'inno sono sotto al televisore. “Ci stanno tutti, eh?”, osserva la redattrice culturale durante l'inno di Mameli. Il direttore, al grido di “annate a lavorare”, offre gelato agli avventori, gelato che nel primo quarto d'ora attira più entusiasmi dell'undici azzurro. Qualcuno protesta perché il televisore è in alto. Viene zittito con un “è come l'hanno vista generazioni di italiani nei bar”.

    Si comincia. “Freccero mi ha spiegato che la televisione va sentita altissima
    , a volume basso non convince”. Caressa e Bergomi diventano di colpo ingombranti. Cerasa ha dimenticato gli occhiali, non distingue le immagini ma finge bene, accompagnando la visione anche con commenti tecnici pregevoli. “Iaquinta è un bruto”, come scrive Pace. Da questo momento “bruto” è l'aggettivo con cui vengono sottolineate le (poche) sortite in avanti dell'attaccante italiano. “E' un bruto anche Di Natale”. Tutti seguono la partita. “Considero questa situazione una cosa tra Termini Imerese e Pomigliano D'Arco”. “Ma Cassano gioca a Portofino?”, chiede malizioso qualcuno all'ennesimo sterile attacco dei lippiani. “Avvicinami la panna” è più ripetuto di “passala al centro”. L'azione del primo gol slovacco è un crescendo di “questi ci bucano”, “brutta, brutta”, “nooo”, per esplodere in un tragico “ma sono dei cazzoni! Caporetto, Caporetto!”. Ci si ributta sul gelato, qualcuno osserva che la diagonale della difesa azzurra sembra uno schema adottato dalla squadra di calcio a 5 del Foglio. Raineri intanto sprofonda nella sedia, Valensise ne approfitta per scrivere un inserto.

    Cannavaro non chiude, si scatena Zuncheddu: “Un uomo con le sopracciglia rifatte non può fare il capitano”. C'è chi fa osservare che comunque un Mondiale l'ha vinto. “Ma che vinto, fa solo pubblicità impettite”. Pompili orecchia e mette la palla in corner: “Be' però quella dell'intimo era notevole”. Messaggi dagli Stati Uniti: “Ce la meritiamo. Io sto con Bossi”. Cerasa ha il commento che spiazza: “Siamo provinciali”. Una foto del bar sport fogliante finisce sulla pagina di Facebook del Foglio. I lettori commentano: “Ci si svacca vedendo la slovacca”; “potete tornare serenamente alle vostre occupazioni”. Nel bar sport qualcuno bofonchia in romanesco “c'ha ragggione Bossi”, Crippa s'interroga: “Ma non ce l'abbiamo un trequartista?” e chiede a Giuli se “non si può far entrare Pruzzo?”. Qualche occhio si chiude assonnato, l'Italia fa decisamente cagare. Rio Paladoro ha un solo commento al termine del primo tempo: “Che schifo”.

    Nell'intervallo qualcuno accusa il grafico di portare sfiga con la bandiera italiana messa a mo' di feretro sul decoder. Il tricolore scompare, e con esso anche un cornetto portafortuna stampato su un foglio A4. “Ragazzi, è cominciata”, avverte Cerasa. “Sì, ma è già finita”, maligna Di Michele. Dentro Quagliarella, che inevitabilmente diventa “Quagliariello” (“sono parenti?”) nei commenti del bar sport (“E' entrato al posto di Granata?”). Gli slovacchi cominciano a svenire a ogni contatto, c'è nervosismo in redazione. Al nono del secondo tempo non abbiamo ancora tirato in porta. “Stronzo!” è l'aggettivo dedicato a Di Natale che si mangia un gol. “Li abbiamo spaventati”, dice Bergomi in tv. Risatine. Gli avversari premono, (“ma in tutta la Slovacchia non c'è neanche una vocale…”), Crippa ha un'idea: “Marina (Valensise, ndr) fa' entrare Vittorio Sermonti”. Lei annuisce.

    Siamo talmente abbattuti che un passaggio orizzontale di quattro metri fatto da Pirlo diventa “illuminante” e strappa un “oooh”. Gipo il grafico guarda Facebook, è chiaro che non ci crede più nessuno. Poiché il vezzo letterario ci rimane anche in queste situazioni, gli scambi stretti nella nostra area diventano “prigionia”, ma il 2-0 avversario diventa subito “un orrore”. La frase: “Cannavaro è più lento di me” mancava, ma viene detta in tempo. Sguardi abbacinati, sbuffi, gente che preferisce disegnare l'inserto di sabato piuttosto che guardare la partita. “Vogliamo ridare l'onore a Donadoni, per favore?”. “Almeno ci siamo levati dalle palle Lippi!”. Il gol è come una ventata tra le foglie in una giornata di solleone: il bar sport sbanda, ritrova vita.

    Si cambia posto, tanto la cabala non ci ha premiati finora. “Perché prima non correvano?”. Suona il telefono, è Lanfranco Pace, attento esegeta delle partite del Mondiale in questi giorni: “Come sta andando, che me so' fatto 'na pennica?”. 3-1 per la Slovacchia. L'entusiasmo crolla di nuovo. Rete di Quagliarella: “Ma cosa esulti, vai a centrocampo!”. E' il momento delle recriminazioni: “Se non ci facevano quel gol di merda…”. A Washington ormai sono in Padania, con accuse irripetibili ai giocatori azzurri. In redazione tifiamo tutti per Quagliariello mentre Pepe si mangia l'impossibile all'ultimo secondo. Urla belluine, poi la maledizione del tifoso dell'Udinese presente in redazione: “Meno male che sei andato alla Juve!”. Altri commenti sparsi, nel solco del migliore bar sport: “Lo segnavo anch'io”. “Segnava anche Valensise”.