La terza e ultima puntata dell'inchiesta sui Legionari di Cristo
Diavolo di un legionario
Eppure cerchiamo di formare personalità trasparenti, e questo si riflette anche nei criteri architettonici. C'è tutta questa luce perché ove possibile cerchiamo sempre di mettere una finestra”. E' padre Miguel Segura, il valenzano rettore del Centro di studi superiori della Legione di Cristo a Roma, a spiegare la simbologia del complesso che ospita, assieme al suo Centro, l'Ateneo pontificio Regina Apostolorum, nato nel 1993, e l'Università europea di Roma, fondata nel 2005.
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Eppure cerchiamo di formare personalità trasparenti, e questo si riflette anche nei criteri architettonici. C'è tutta questa luce perché ove possibile cerchiamo sempre di mettere una finestra”. E' padre Miguel Segura, il valenzano rettore del Centro di studi superiori della Legione di Cristo a Roma, a spiegare la simbologia del complesso che ospita, assieme al suo Centro, l'Ateneo pontificio Regina Apostolorum, nato nel 1993, e l'Università europea di Roma, fondata nel 2005. Un seminario; un'università di diritto pontificio, dedicata alle scienze ecclesiastiche; un'università non statale ma legalmente riconosciuta dal diritto italiano, per le scienze sociali e umane: tutte e tre assieme, dentro a un campus all'americana di fronte alla Stazione Aurelia, tra campi da tennis e prati che la primavera riempie di malve. “Probabilmente, è l'unica realtà al mondo in cui nello stesso edificio convivono istituzioni universitarie che, pur entrambe di ambito cattolico, appartengono però a due stati differenti”, spiega il rettore della Regina Apostolorum, padre Pedro Barrajón: pure lui spagnolo, ma della Mancia: “Una realtà fatta per il dialogo”.
Moderna la biblioteca, che custodisce in un angolo un abito talare bianco di Pio XII, alto e affilato. Accanto all'aula computer, una mostra permanente sulla Sindone di Torino presenta tra l'altro un ologramma dell'uomo della Sindone in proiezione tridimensionale e la ricostruzione degli oggetti della Passione: i chiodi, la corona di spine e i flagelli. Una realizzazione di quel Master di Scienza e fede che è uno dei fiori all'occhiello dell'ateneo, assieme alla prima facoltà al mondo di Bioetica. Studenti laici e seminaristi si mescolano nei corridoi assolati. Tra i primi, molti in tenuta decisamente casual, jeans e t-shirt. Impeccabili invece i secondi, nel clergyman completo che è la divisa dei Legionari. Ma, quando si viene ammessi a gironzolare nel Centro, si è colpiti dall'atmosfera rilassata e allegra, tra un rossiccio bavarese cordialmente sfottuto per la recente sconfitta con l'Inter e un dinoccolato australiano che in mensa ci offre un gelato di biscotti e vaniglia. Proprio il giorno della nostra visita coincide con una ricorrenza degli Antipodi, “e quando c'è la propria festa ogni nazionalità presente deve offrire i propri prodotti tipici. A San Patrizio gli irlandesi ci riempiono di caffè e whisky con la panna. Ma quando viene il turno dei vietnamiti, forse è più saggio non indagare sugli ingredienti”.
A Roma la Legione di Cristo gestisce anche il Pontificio collegio internazionale Maria Mater Ecclesiae, che però è fuori dal complesso, anche se non troppo lontano. E' pure un Seminario, gestito da Legionari. Ma dedicato alla formazione di sacerdoti non Legionari, che in media studiano la metà del tempo dei figlio di Maciel Degollado: sei anni di formazione contro dodici, anche se la durata è variabile. Quant'è in tutto il “bacino di utenza” Legionario a Roma? Circa 1.500 studenti al Regina Apostolorum; un migliaio all'Università europea, più i frequentatori dei Master; 415 al Centro di studi superiori; 210 al Maria Mater Ecclesiae. Ma ci sono anche due scuole bilingue in italiano e inglese che vanno dal nido alle medie superiori: l'Irish Institute e l'Highlands Institute. E per capire il mistero dei Legionari, bisogna appunto affrontare questi due nodi. Primo: il loro patrimonio formativo. Secondo: il loro patrimonio economico.
“Una multinazionale della fede”, è stata definita la Legione di Cristo. In senso stretto, è soprattutto una multinazionale della formazione; 15 università; 43 istituti di studi superiori; 175 collegi; 125 case religiose e centri di formazione; 200 centri educativi; 1.200 oratori; 34 scuole “Mano Amica”, che si occupano di ragazzi senza risorse economiche che “vengono educati e accompagnati fino ai gradi più alti dell'istruzione”. L'idea originaria era che ogni iscritto “ricco” a una scuola della Legione, particolarmente stimate dai ceti più abbienti in America latina, dovrebbe poi pagare anche una retta per uno scolaro di “Mano Amica”. Nei fatti non è sempre così, comunque i “poveri” scolarizzati sono 18 mila. Aggiungendo i “ricchi”, le scuole della Legione arrivano a centomila alunni. Poi ci sono gli studenti universitari: 25 mila. I sacerdoti sono 850. I seminaristi 2.500: un asset particolarmente importante, se si pensa come raffronto che in Italia nel 2008 c'erano 5.627 seminaristi maggiori (livello universitario) e 2.872 minori (livello scolastico). E il Regnum Christi fa attorno ai 70 mila adepti. “Persone che hanno scelto di fare del Vangelo una realtà presente nella loro vita e nella società, offrendo una testimonianza dell'amore di Gesù”, si definiscono. “Spesso i parenti dei Legionari decidono di seguire un impegno parallelo nel Regnum Christi”, ci spiegano Segura e Barrajón.
Molti analisti e osservatori spiegano infatti che oltre alla Legione propriamente detta e al Regnum Christi ci sarebbe un terzo pilastro: quello economico di Integer, creato nel 2005 dal 53enne messicano Luis Garza Medina. Che, come vicario generale, è il numero due della Legione e a lungo fu ritenuto l'erede designato di Maciel. E' inoltre il direttore territoriale per Italia, Terra Santa, Corea e Filippine. La sua famiglia è la stessa della già citata Flora Barragán de Garza, fra le prime grandi benefattrici dell'organizzazione, ma di un altro ramo. Suo padre era infatti Dionisio Garza, morto nel 1991, a sua volta generoso finanziatore di Maciel. Partito dal birrificio creato a Monterrey nel 1890, il clan dei Garza-Sada è oggi al comando di Conglomerato Alfa che tra petrolchimica, industria pesante, alimentari, elettronica e la sua controllata tv Televisa rappresenta un gruppo economico tra i principali del Messico, con 52 mila dipendenti e entrate stimate nel 2010 in 15 miliardi di dollari. Nel campo dell'alluminio, ha una posizione di leadership addirittura mondiale.
Luis Garza Medina, uno dei sette figli di Dioniso, si era laureato in Ingegneria industriale alla Stanford University, in California, proprio per assumere un ruolo nella gestione del gruppo. Ma nel 1978 decise invece di entrare nella Legione, regalandole inoltre tre milioni di dollari della propria eredità. Una sua sorella è inoltre “consacrata” nel Regnum Christi: stessa qualifica della figlia dell'ex governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio. Ma c'è anche un'altra sorella che fa la giornalista, Roberta, e che è invece in prima linea negli attacchi contro la Legione. Sembra che nelle riunioni di famiglia di Garza ci sia la regola di non parlare mai dell'argomento, per evitare i litigi.
Qual è effettivamente il peso di Integer nella vicenda dei Legionari di Cristo? Il vaticanista Sandro Magister ha descritto una “holding” suddivisa in sei aree di intervento, che gestirebbe non solo il patrimonio immobiliare ed educativo, ma “un'inestricabile rete di partecipazioni azionarie, fondi, società nazionali e multinazionali molto difficile da ricostruire”, oltre a “numerosi fondi cosiddetti etici, come l'Integer Ethical Fund, gestito dal Banco Pictet del Lussemburgo”, il tutto per un ammontare di 25 miliardi di euro. Un'informazione poi più volte ripresa in altri testi diffusi su Internet. Fonti della Legione ribattono che Integer non è una holding, dal momento che non dispone neanche di personalità giuridica o di un patrimonio proprio. E' solo un nome per indicare i servizi operativi necessari alla gestione delle varie istituzioni. “Si potrebbe chiamare anche così: Servizi operativi della congregazione dei Legionari di Cristo. Ma si è voluto dare un nome, anche perché sul curriculum di un manager ‘Grupo Integer' si legge meglio che Servizi operativi di una congregazione religiosa”.
La stessa fonte spiega che la cifra di 25 miliardi di euro nacque dall'intervista di un ex legionario spagnolo, che definì “il potere economico” della Congregazione come “paragonabile a quello della Repsol o una multinazionale del genere”. Probabile che il richiamo fosse metaforico: come di una cosa che si dice che “è andata in mille pezzi”, anche se poi a contarli tutti magari sono solo 254 o 421. Ma sui giornali spagnoli si sarebbe presa questa indicazione alla lettera, attribuendo alla Legione gli stessi 20,5 miliardi di dollari di patrimonio della Repsol YPF. Non è chiaro come Sandro Magister sia arrivato poi a 25 miliardi di euro. Citando il vaticanista dell'Espresso come fonte, il New York Times ha parlato di 35 miliardi e la tedesca Sueddeutsche Zeitung addirittura di 250 miliardi di dollari.
In realtà, però, poi i Legionari dicono di non sapere nemmeno loro a quanto ammonti il patrimonio della Congregazione, perché gli immobili vengono usati per scuole, università e seminari e spesso non risulta il loro ipotetico valore commerciale. Garza ha dato una cifra di 25 milioni di euro, esattamente un millesimo di Magister, come margine operativo lordo: l'utile annuale prima di detrarre interessi, imposte, tasse, componenti straordinarie, svalutazioni e ammortamenti. Un'altra cifra di 650 milioni di dollari deriva da un'intervista fatta dal Wall Street Journal e riferita al bilancio totale annuale: tutto il denaro che entra e esce dalle istituzioni legionarie, e che in gran parte coincide con rette e remunerazioni. Garza è anche al vertice della Fondazione Altius, spesso associata a importanti nomi del gotha economico messicano: Fernando González Olivieri, patron della Cemex, la più grande impresa di cemento e costruzioni del Messico; Antonio Zárate Negrón, direttore generale della Copamex, la maggiore cartiera centroamericana; Federico Pozas García, direttore generale del gruppo Noem, piscine e idromassaggi; Rogelio González Lozano, direttore generale del gruppo Gonval, vetri e infissi in alluminio; Carlo Daniel Cendoya, direttore generale del Banco Compartamos. Ma i Legionari ribattono che si tratta semplicemente di membri di un “consiglio consultivo”.
Sempre Magister ipotizza che la “piramide finanziaria” sia stata appositamente ingarbugliata per impedire perfino all'ispezione del Vaticano di capirci qualcosa, e prevenire nel contempo le richieste di risarcimento in tribunale. Diversamente Jason Berry, il giornalista che con Gerald Renner si è a lungo occupato di Maciel, del tema economico sottolinea soprattutto il modo in cui, a suo avviso, nel corso degli anni Maciel avrebbe rafforzato la sua posizione e avrebbe prevenuto le inchieste a suo carico: riempiendo i suoi protettori di regali. In un ampio servizio in due puntate pubblicato a aprile sul National Catholic Reporter, Berry ha parlato diffusamente di cestini di vino e pregiato “Jamón Serrano” in pezzi da mille euro che, curiosamente, rimandano al vecchio modo di dire dei contadini laziali: sulle raccomandazioni ottenute “co' i presciutti”.
Alla fine, però, neppure i prosciutti Pata Negra hanno impedito che la posizione di Maciel crollasse. “Con particolare affetto, saluto il vostro tanto amato fondatore, padre Marcial Maciel, e gli porgo le mie cordiali congratulazioni”, aveva detto davanti a ventimila persone Giovanni Paolo II il 4 gennaio del 2001, in occasione di una cerimonia per il sessantesimo anniversario della fondazione della Legione di Cristo. “Amatissimi fratelli e sorelle, mi compiaccio di incontrarmi con tutti voi, nel clima di allegria e di ringraziamento al Signore per il sessantesimo anniversario dall'ordinazione sacerdotale del padre Marcial Maciel Degollado, fondatore e superiore generale della vostra giovane e benemerita famiglia religiosa”, disse ancora Giovanni Paolo II il 30 novembre del 2004 ai Legionari di Cristo. “Il mio affettuoso saluto si dirige prima di tutto al caro padre Maciel, che di buon grado accompagno con i miei più cordiali desideri di un ministero sacerdotale colmato dei doni dello Spirito Santo”. E c'è anche il messaggio di Giovanni Paolo II ai partecipanti al terzo Capitolo generale ordinario della Legione di Cristo che si celebra a Roma il primo febbraio 2005. “Il Papa invia un saluto speciale al fondatore, padre Marcial Maciel, così come al padre Álvaro Corcuera, appena eletto direttore generale della Congregazione dei Legionari di Cristo e del Movimento Regnum Christi. Vi incontrate in un momento storico per la vita dell'Istituto, nella quale si apre una nuova fase. Avete avuto la fortuna di camminare durante 64 anni sotto la guida del vostro Fondatore. Così siete cresciuti e vi siete sviluppati fino a raggiungere la maturità. Adesso dovrete continuare il cammino guidati dal nuovo direttore generale, sebbene non mancherà la compagnia, l'affetto paterno e l'esperienza di padre Maciel, che ha rinunciato a un nuovo periodo di governo”.
Di nuovo accompagnatore di Giovanni Paolo II nelle sue visite in Messico del 1990 e del 1993, Maciel divenne nel 1990 membro dell'assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi per la formazione dei candidati al sacerdozio; nel 1992 membro della IV Conferenza generale dell'episcopato latinoamericano; nel 1994 consulente permanente della Congregazione per il clero; nel 1997 membro dell'assemblea speciale per l'America del Sinodo dei vescovi e membro del Sinodo dei vescovi sulla vita consacrata e la sua missione nella chiesa. E nel 2004 la Santa Sede concede il decreto di approvazione definitiva degli Statuti del movimento Regnum Christi, oltre a affidare ai Legionari di Cristo la gestione del Centro Notre Dame di Gerusalemme.
Eppure, già nel 2002 il vescovo di Columbus, Ohio, proibisce ai Legionari di Cristo e al Regnum Christi di lavorare nel territorio della sua diocesi: una misura poi imitata da altri sette vescovi statunitensi e anche dall'allora arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini. E nel 2004 il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, Joseph Ratzinger, inizia un'indagine. Nel gennaio del 2005, come abbiamo già ricordato, Maciel lascerà la carica di direttore generale dei Legionari di Cristo.
Alla luce degli sviluppi successivi della vicenda, molti sospettano che dietro a quel ritiro ci sia la pressione del Vaticano, anche se a ben guardare Maciel aveva comunque 84 anni, e la salute era indebolita. Il 2 aprile del 2005 muore Giovanni Paolo II. Secondo alcuni, visitato sul letto di morte da Ratzinger, che gli sottopone misteriosi incartamenti. L'oggetto di quelle carte sarebbe stato proprio il caso Maciel: cui Giovanni Paolo II avrebbe creduto tanto, ci ha riferito una testimonianza, da aver affidato a un suo seminario il figlio di due suoi carissimi amici.
Il 19 aprile del 2005 Ratzinger diventa Papa Benedetto XVI. Il 21 maggio il portavoce dei Legionari Rafael Jácome afferma che non c'è nessun processo canonico in corso contro il fondatore, “né ci sarà”. In effetti il 19 maggio 2006 il cardinale William Joseph Levada, successore di Ratzinger alla guida della Congregazione per la dottrina della fede, decide di rinunciare al processo canonico: ma solo in considerazione dell'età e della salute di Maciel, e invitandolo comunque a “una vita riservata di preghiera e di penitenza e alla rinuncia a ogni ministero pubblico”. Molti giornali parleranno di sospensione a divinis, ma la lettera del comunicato non escludeva in realtà la possibilità di celebrare messe in privato. Sebbene il senso di grave censura rimanga inequivocabile. Inoltre, il documento ringraziava Legionari e Regnum Christi per il loro apostolato, indipendentemente dalla persona del fondatore. Mentre Maciel ribadiva la propria innocenza: pur accettando le disposizioni della Santa Sede “con fede, con totale serenità e con tranquillità di coscienza, sapendo che si tratta di una nuova croce che Dio, il Padre della Misericordia, ha permesso che soffra e dalla quale otterrà molte grazie per la Legione di Cristo e per il movimento Regnum Christi”.
Nel 2007, come già ricordato, Benedetto XVI abolisce il quarto voto aggiuntivo che Maciel aveva aggiunto: quello di discrezione o carità che, vietando ai membri di criticare l'operato o la persona del superiore e obbligandoli ad avvertire il superiore se un confratello lo aveva fatto, sarebbe servito secondo molti a bloccare le indagini disposte dal Vaticano nel 1956. Gran parte delle fonti riferiscono che nell'occasione sarebbe stato abolito anche il quinto voto: quello di umiltà, che vietando di aspirare a incarichi all'esterno o all'interno della congregazione è stato secondo i critici utilizzato in realtà per mantenere il controllo della Legione all'interno di una “cupola” ristretta di cooptati dallo stesso Maciel. Ma la Legione afferma che, questo quinto voto serve solo a prevenire ogni forma di “carrierismo ecclesiastico”.
Nel marzo del 2010, infine, si è avuta conferma ufficiale che Maciel era stato condannato. Subito dopo è stato spiegato anche che la condotta di padre Maciel aveva “causato serie conseguenze nella vita e nella struttura della Legione, tali da richiedere un cammino di profonda revisione”. Da cui la prossima nomina di un delegato: con funzioni che verranno definite dal Papa, ma interpretato dai più come un commissario. Inoltre, una commissione di studio dovrà rivedere ordinamenti interni e costituzione. Eppure nessuno parla di scioglimento. Anzi. Della vita pur deplorevole del fondatore, ormai certifica la Santa Sede, “era all'oscuro gran parte dei Legionari, soprattutto a motivo del sistema di relazioni costruito da padre Maciel, che abilmente aveva saputo crearsi degli alibi, ottenere fiducia, confidenza e silenzio dai circostanti e rafforzare il proprio ruolo di fondatore carismatico”. Conferma in effetti Barrajón: “Aspettiamo il delegato, ma il Papa ce l'ha promesso: non ci lascerà soli”.
Appunto, alcuni pensano alle ricchezze finanziarie dei Legionari. Altri osservano che comunque il patrimonio di scuole, religiosi e soprattutto seminaristi costruito dai Legionari sia troppo importante per poterlo disperdere a cuor leggero. Perché la verità è che Maciel era un uomo dalla doppia vita nel senso più radicale del termine: da una parte, un davvero torbido Mister Hyde pedofilo, stupratore, falsario, mistificatore, tossicodipendente. Un uomo che si formò una famiglia in Spagna e l'altra in Messico usando passaporti falsi, e giustificando alle “mogli” le sue lunghe assenze con la storia di essere un manager petrolifero e un agente segreto. Dall'altra, però, un autentico e nobile Dottor Jekyll che effettivamente suscitava entusiasmi, faceva sorgere vocazioni, e mostrava doti di organizzatore e imprenditore impareggiabili. Con Maciel la Legione si è trovata in una situazione scabrosa come poche, assolutamente inedita nella storia della chiesa. Qualcuno ha cercato di trovare la ragione di questa schizofrenia in un'operazione al cervello subita da Maciel, e riuscita male. Qualcun altro, nel dramma di un omosessuale costretto a inventarsi un'altra personalità per sfuggire al tremendo pregiudizio machista del Messico della sua giovinezza.
“Un percorso del genere solo Dio poteva costruirlo. Un uomo non avrebbe mai potuto arrivarci”, ci dice invece un seminarista a cui chiediamo di confidarsi sul dramma della sua Congregazione. “Perché la Legione e il Regnum Christi non potranno presentare la figura del fondatore come fanno altre congregazioni e movimenti? Dio lo sa. Dobbiamo accettarlo con fede”, ha scritto Corcuera ai membri del Regnum Christi. “E, con fede e umiltà riconoscere che, nonostante il mistero sia così grande, Dio è più sapiente di noi. Una volta ancora si conferma il suo avvertimento: ‘Le mie vie non sono le vostre vie' (Is 55,8)”.
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