Perché tante polemiche sul ddl intercettazioni
Il ddl sulle intercettazioni arriverà in serata alla Commissione Giustizia di palazzo Madama, che si riunirà questa sera alle 21,15 per licenziare il testo in nottata. Domani ci sarà la riunione dei capigruppo, che deciderà l'approdo in Aula del provvedimento. Intanto si allarga il fronte di chi chiede che il ddl venga ammorbidito.
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Il ddl sulle intercettazioni arriverà in serata in Commissione Giustizia di palazzo Madama, che si riunirà questa sera alle 21,15 per licenziare il testo in nottata. Domani ci sarà la riunione dei capigruppo, che deciderà l'approdo in Aula del provvedimento. Intanto si allarga il fronte di chi chiede che il ddl venga ammorbidito: in campo non solo l'opposizione, che annuncia pratiche ostruzionistiche e il ricorso all'Unione Europea, ma anche parte della maggioranza, a cominciare dalla componente finiana, la magistratura e il mondo dell'informazione. Da Palazzo Grazioli, nel corso della mattinata, è arrivata un'apertura, e il portavoce del premier e sottosegretario alla Presidenza, Paolo Bonaiuti, ha detto che "le intese si possono trovare". Il problema, spiega intervenendo a Canale 5, è quello "di non leggere più pagine e pagine di conversazioni personali che non distinguono tra ruoli e che soprattutto non riguardano profili di responsabilità penale. Tuttavia io sono abituato a volare con le ali delle colombe, non dei falchi. Quindi un'intesa si può trovare".
Gaetano Pecorella, parlamentare del Pdl, al Corriere ha detto: "Il Senato ha fatto un grosso passo indietro per quanto riguarda la libertà dei cittadini di essere informati, per questo ritengo che la formula adottata dalla Camera sia il punto di equilibrio cui tornare". La stessa richiesta arriva da Italo Bocchino, deputato Pdl vicino a Gianfranco Fini, secondo cui è necessario "tornare all'equilibrato testo che fu varato dalla Camera". Mentre l'associazione di giornalisti Lettera22 ribadisce la necessità "di contemperare il diritto alla privacy (art. 15 della Costituzione), il diritto di cronaca e di critica (art. 21) e il diritto alla dignità personale (art. 3)", l'opposizione attende che gli annunci diventino "fatti concreti" e ribadisce la propria contrarietà al ddl.
Anna Finocchiaro, capogruppo al Senato del Pd: "Leggo che la maggioranza sarebbe disponibile a modificare il testo sulle intercettazioni, vedremo che succederà e vedremo che cosa proporranno. Io so che finora in commissione sono stati sordi a qualsiasi nostra proposta ragionevole di modifica e correzione. Il testo che stiamo discutendo per ora è una mistificazione".
L'auspicio di una modifica del provvedimento viene anche dal vice presidente del Csm, Nicola Mancino, secondo cui "c'è bisogno di rivedere una parte delle disposizioni, mi auguro che queste disposizioni siano rivedute e condivise. L'uso delle intercettazioni telefoniche come strumento di indagine deve essere regolato sulla base delle esigenze investigative, sulle quali l'autorità giudiziaria ha una competenza innegabile". E sul tema interviene anche Luca di Montezemolo che apprezza l'apertura del ministro della Giustizia, Angelino Alfano e sottolinea che le intercettazioni restano "fondamentali per le indagini e per scoprire i reati".
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