Money League/11

Perché i guai della Juve non sono ancora finiti

Francesco Caremani

Nell'estate del '76, dopo lo scudetto vinto dal Torino, Boniperti, al momento del rinnovo del contratto dei calciatori e di eventuali adeguamenti economici, mostrò a ogni giocatore della Juventus la foto del suo alter ego granata, che pur avendo vinto il campionato guadagnava molto meno. Pare che il gesto sia servito a non tirar fuori una lira e l'anno dopo la Juve di Trapattoni vinse lo scudetto e la sua prima Coppa Uefa. A quel tempo Andrea Agnelli non aveva nemmeno un anno.

    Nell'estate del '76, dopo lo scudetto vinto dal Torino, Boniperti, al momento del rinnovo del contratto dei calciatori e di eventuali adeguamenti economici, mostrò a ogni giocatore della Juventus la foto del suo alter ego granata, che pur avendo vinto il campionato guadagnava molto meno. Pare che il gesto sia servito a non tirar fuori una lira e l'anno dopo la Juve di Trapattoni vinse lo scudetto e la sua prima Coppa Uefa.

    A quel tempo Andrea Agnelli, che oggi sarà proposto presidente della squadra di famiglia dall'assemblea di Exor, la finanziaria che detiene il pacchetto di maggioranza del club, non aveva nemmeno un anno, ma nel suo cognome c'era già un destino bianconero.
    Un altro calcio, altri uomini, allora il modello di business semplicemente non esisteva, mentre oggi il calcio è alla ricerca del migliore per non soccombere travolto dai debiti.
    Eppure Boniperti, inconsapevolmente, ha anticipato di gran lunga i tempi moderni, in cui tanti contratti sono direttamente proporzionali al risultato sportivo, sia quelli che legano i giocatori alle società, sia quelli di entrambi con gli sponsor e i diritti, televisivi o d'immagine.

    Se la Juventus avesse adottato questo metodo avrebbe risparmiato qualche milione di euro. In fondo lo stesso che Tamoil ha messo in pratica con la società bianconera, rescindendo il contratto di sponsorizzazione dopo la retrocessione in B conseguente a Calciopoli. È saltato così un accordo che prevedeva 240 milioni di euro in dieci anni, quando il Milan riusciva a racimolare al massimo contratti da 10 milioni a stagione.
    Il ritorno in serie A e, soprattutto, in Champions League hanno riacceso l'entusiasmo intorno alla Vecchia Signora capace di incassare con gli abbonamenti 7,5 milioni di euro nel 2008-09 e 8,2 nella stagione in corso. Ma se la Juve, come probabile, non riuscirà a qualificarsi per la coppa regina non solo rischierà di perdere abbonati, ma anche qualche decina di milioni di euro, vedendosi costretta a stipulare contratti pubblicitari e di partnership da una posizione negoziale disagiata. Cosa che è già accaduta dal momento che la Fiat ha deciso di non rinnovare il contratto per il marchio New Holland sulle maglie bianconere, 33 milioni per tre anni, 11 a stagione. Così Blanc ha dovuto cercare, in tutta fretta, un nuovo sponsor per il campionato 2010-11, pressato, tra gli altri, dalla Nike che voleva sapere il nome entro il 31 marzo, in tempo per stampare le maglie e superato il quale avrebbe incassato una pesante penale dalla Juve.

    D'altra parte finché vinci va bene e tutti fanno la fila davanti alla tua porta, ma quando sei uno dei tanti devi rincorrere rischiando di fare la fila davanti al portone altrui, è il football del terzo millennio bellezza, anche se ti chiami Juventus. Lo sponsor finalmente è arrivato e si tratta di BetClic, già sponsor “Planets” bianconero, società di scommesse, che ha firmato fino al 30 giugno 2012 per 8 milioni di euro a stagione, meno 3 rispetto al precedente contratto. La società, però, ha annunciato un altro sponsor che grifferà la seconda maglia. In questo modo, secondo i bianconeri, entrambi avranno visibilità sia nelle competizioni nazionali che internazionali, sempre se la Juve si qualificherà per le coppe europee.

    Un caso raro che pone alcuni interrogativi. Premesso che a BetClic toccherà la prima maglia, come sarà gestita la seconda che generalmente viene indossata per un numero di partite inferiore? Non potendolo calcolare da ora, su quale piano sarà stabilito il compenso? È molto probabile, comunque, che il secondo marchio sarà deciso solo a stagione finita, quando la società saprà se il 2010-11 avrà il sapore di Champions, Europa League o solo campionato. La nota dolente resta la lontananza dall'ultimo posto libero per la coppa con le orecchie. Basti pensare che se la Juventus fosse arrivata in finale di Europa League avrebbe incassato quasi 3 milioni di euro, quasi 4 se l'avesse vinta. Più o meno gli stessi soldi che ha perso non qualificandosi per gli ottavi di Champions, tutta un'altra musica. E' per questo che anche gli sponsor “Planets” (Alitalia, Banco Popolare, Sony Ericsson, Trentino e Telecom) e i “Main Partners” (Costa Crociere, DSquared, L'Oreal, Lotto e Manpower) stanno alla finestra.

    Una mancata qualificazione europea andrebbe di traverso anche alla Sportfive che ha comprato per 75 milioni di euro (per dodici anni a partire dall'inaugurazione) la titolazione del nuovo stadio, che dovrebbe essere pronto nel 2011, cui andrebbero aggiunti gli eventuali bonus legati alla vendita dei palchi e a iniziative varie.
    Di contro la situazione patrimoniale della Juventus è buona ed è una delle poche società italiane che non trema davanti ai debiti e che ha sempre cercato di condurre una sana politica finanziaria.
    Con Andrea Agnelli in rampa di lancio, inoltre, inizia un corposo rimpasto societario che vedrà, molto probabilmente, Jean Claude Blanc ad con competenze più specificatamente amministrative, Giuseppe Marotta Direttore generale e un tecnico italiano, con Lippi e Capello che potrebbero tornare in un ruolo dirigenziale, anche se questo tipo di scelte fa molto retrò Moggi, radiato, che poco si confà al nuovo stile Juve che Andrea cercherà d'imprimere al club. Pare, inoltre, che siano pronti 80 milioni di euro da investire sul mercato, ma tutto questo non potrà prescindere da alcune cessioni eccellenti, Trezeguet e Buffon in testa, per incassare euro freschi e risparmiare su contratti onerosi.

    Se ci fosse ancora Boniperti dovrebbe mostrare ai giocatori della Juve un book fotografico con le facce di tutti quei calciatori delle squadre che gli stanno davanti in classifica e non gli basterebbe un'estate. Nel futuro dei tifosi, quelli veri, ancora mesi di passione, consapevoli che la Juventus che conoscevano non esiste più e quella nuova e, soprattutto, competitiva deve ancora nascere, anche se, dopo quarantotto anni, sarà un altro Agnelli a guidarla.
    di Francesco Caremani