Perché lo stop ai voli in Italia è stata deciso per mancanza di informazioni
Secondo il Cnr: "Il livello di polveri giunto sui cieli italiani è davvero poco rilevante e assolutamente non preoccupante. L'emergenza in Italia stata creata per mancanza di informazioni e di stazioni di rilevamento in alta quota che avrebbero potuto misurare la situazione con maggior precisione. Si parla di un PM10 di circa 25 microgrammi al metro cubo dove il limite europeo è a 50. In Inghilterra, i valori si attestavano intorno ai 350. Tutte le decisioni di questi giorni sono state prese in assenza di misure empiriche, non c'era nessuna evidenza che la nube fosse effettivamente sui cieli italiani".
Leggi La nube vulcanica c'è, ma a bloccare gli aerei è più che altro un modello fatto al computer - Lettori del Foglio on line, cosa ne pensate? Dite la vostra su Hyde Park Corner
Secondo il Cnr: "Il livello di polveri giunto sui cieli italiani è davvero poco rilevante e assolutamente non preoccupante. L'emergenza in Italia stata creata per mancanza di informazioni e di stazioni di rilevamento in alta quota che avrebbero potuto misurare la situazione con maggior precisione. Si parla di un PM10 di circa 25 microgrammi al metro cubo dove il limite europeo è a 50. In Inghilterra, i valori si attestavano intorno ai 350. Tutte le decisioni di questi giorni sono state prese in assenza di misure empiriche, non c'era nessuna evidenza che la nube fosse effettivamente sui cieli italiani"
Paolo Bonasoni, dell'Isac-Cnr: "Solo ieri mattina, con il giramento dei venti che ora soffiano da nord, abbiamo iniziato a rilevare degli incrementi nella quantità di particelle grossolane e fini. Queste variazioni mettono in evidenza il passaggio della nube. Di fronte all'allarme creato in questi giorni, risulta evidente l'importanza di avere una rete di stazioni di monitoraggio atmosferico in alta quota. Se ci fosse una rete di stazioni completa sulle Alpi e gli Appennini probabilmente questo tipo di emergenze potrebbero essere gestite meglio grazie ad una maggior disponibilita' di osservazioni e di quantita' di dati sui quali basare decisioni gravi come quelle della chiusura degli aeroporti"
Ieri la nube del vulcano Eyjafjallajokull è stata avvistata per la prima volta sull'Italia da alcuni dei gruppi della rete Aeroclouds, un progetto di ricerca italiano coordinato dall'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima del Cnr (Isac-Cnr). La nube è stata rilevata in mattinata su Firenze e sull'Appennino modenese, e nel pomeriggio su Roma. Il fenomeno prosegue tuttora con caratteristiche non dissimili da quelle di ieri. Finora la concentrazione del particolato nella nube è nettamente più bassa di quella generalmente mostrata, ad esempio, dai trasporti di sabbie sahariane che interessano la nostra regione il 25 per cento dei giorni dell'anno.
Il radar-laser dell'Istituto di Fisica del Cnr ha rilevato la presenza della nube tra i 2000 e i 3000 m di altezza il 19 aprile. Simulazioni modellistiche delle traiettorie a queste quote confermano la provenienza di quest'aria dall'Islanda. Le osservazioni condotte dall'Isac-Cnr di Modena hanno evidenziato, a partire dalle ore 11:00 del 19 Aprile, un aumento della concentrazione del particolato atmosferico, sia nella frazione fine che grossolana. Il fenomeno si è intensificato a partire dalle ore 22:00 dello stesso giorno, con punte massime di PM10 pari a circa 30 μg/m3 nel corso della mattinata di oggi. Tali valori non sono tuttavia più elevati di quelli che si registrano a Monte Cimone in concomitanza dei fenomeni di trasporto di sabbia sahariana che regolarmente interessano il Sud Europa.
I radar-laser dell'Isac-Cnr di Roma hanno rivelato la presenza della nube tra i 2000 e i 4000 m di altezza nel pomeriggio e nella notte appena trascorsa. La concentrazione stimata delle polveri era dell'ordine dei 15 μg/m3. Alle 12 del 20 aprile la posizione della nube è sostanzialmente invariata e leggermente diminuita in concentrazione.
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