Il peggio è passato?
Pregi e difetti dello scudo greco che convince a metà
E' durata qualche ora l'euforia per i 30 miliardi di euro che i paesi della zona euro hanno deciso di mettere a disposizione della Grecia per evitare il default. All'ottimismo dei politici – la promessa di solidarietà europea “è stata mantenuta”, ha detto ieri il presidente della Commissione, José Manuel Barroso – sono seguiti lo scetticismo degli economisti e la prudenza dei mercati. Dopo un avvio di giornata positivo in tutt'Europa, le principali borse e l'euro hanno chiuso annullando i guadagni di inizio seduta.
E' durata qualche ora l'euforia per i 30 miliardi di euro che i paesi della zona euro hanno deciso di mettere a disposizione della Grecia per evitare il default. All'ottimismo dei politici – la promessa di solidarietà europea “è stata mantenuta”, ha detto ieri il presidente della Commissione, José Manuel Barroso – sono seguiti lo scetticismo degli economisti e la prudenza dei mercati. Dopo un avvio di giornata positivo in tutt'Europa, le principali borse e l'euro hanno chiuso annullando i guadagni di inizio seduta. E' un sintomo delle incertezze sulle prospettive di medio e lungo periodo della Grecia e, più in generale, della mancanza di fiducia nell'Unione europea. “Il pacchetto di aiuti permette di guadagnare tempo”, hanno detto gli analisti di Bnp Paribas. Secondo il Wall Street Journal un bailout o l'austerità, da soli, non risolvono i problemi: “La Grecia ha bisogno di crescita”. Analisi simile quella del capo economista europeo di Goldman Sachs, Erik Nielsen: “Senza crescita il debito sarà sostenibile solo se qualcuno finanzia la Grecia a un tasso inferiore al 5 per cento”. Per Wolfgang Munchau, columnist del Financial Times, Atene “non farà fallimento quest'anno”, ma alla fine ci sarà comunque il default perché “i numeri sono semplicemente troppo negativi”.
Il governo greco ha detto che non ricorrerà subito al bailout europeo, perché ritiene di “poter continuare a prendere a prestito sui mercati dei capitali senza ostacoli”. Il vero test non sarà oggi, quando la Grecia dovrebbe riuscire a collocare con facilità 1,2 miliardi di euro di titoli a sei e dodici mesi. Gli indicatori (rendimenti sui bond e credit default swap) sono favorevoli all'asta di Atene. Il tasso di interesse sui titoli a due anni ieri ha segnato una flessione di 149 punti base, il calo giornaliero più forte dal 1998, secondo Bloomberg. Lo spread tra i rendimenti dei titoli di stato greci e i Bund tedeschi (il differenziale che misura il rischio per gli investitori) si si è ridimensionato, così come i credit default swap pagati per assicurarsi contro un'insolvenza greca. La Borsa ellenica ha festeggiato con un balzo del 5 per cento, chiudendo con un più 3,5 per cento. In realtà, il vero test sarà a maggio, quando si saprà se Atene sarà riuscita a rifinanziare il debito. Rimangono comunque elementi di incertezza sul piano. La Germania vuole ritardarlo a dopo le elezioni regionali del 9 maggio, che potrebbero far perdere alla cancelliera Angela Merkel la maggioranza al Bundesrat.
“Installare un estintore sul muro non implica nulla sulle probabilità che debba effettivamente essere utilizzato”, ha detto il portavoce del governo tedesco, Christoph Steegmans. Merkel si riserva il diritto di veto e vuole un summit dei capi di stato e di governo per attivare la protezione finanziaria. La Commissione, invece, ritiene che basti una riunione dei ministri delle Finanze della zona euro. Ieri l'esecutivo comunitario stava ancora negoziando la ripartizione delle responsabilità con il Fondo monetario internazionale, cui è stato chiesto di fornire altri 15 miliardi di aiuti alla Grecia, ma non c'è ancora chiarezza sul tasso che sarà praticato dal Fmi. Quanto al tasso di favore concesso a Atene sui prestiti bilaterali triennali – il 5 per cento – Richard Barley del Wall Street Journal ha svelato che ricalcolandolo su base decennale il risultato “sarebbe un tasso sopra il 7 per cento: lo stesso che i mercati imponevano la scorsa settimana”.
Gli analisti dubitano che il piano per la Grecia abbia ridotto il rischio di effetto contagio. Secondo Munchau del Financial Times, i mercati potrebbero iniziare “a testare la solidarietà dell'Ue per Portogallo e persino Spagna o Italia”. Simon Johnson, ex capo economista del Fmi, spiega che il piano ha peggiorato il “rischio morale”, perché ha ridotto gli incentivi a riordinare i conti non solo in Grecia, ma anche negli altri paesi con deficit fuori controllo. La credibilità della Commissione è messa in discussione da un nuovo caso greco: la Bulgaria ha rinunciato a una rapida entrata nell'euro, riconoscendo di “aver mentito” sullo stato dei suoi conti pubblici. Sofia ha rialzato i dati sul deficit del 2009, dall'1,9 al 3,7 per cento, a causa di alcune spese “nascoste”. L'esecutivo comunitario, che dovrebbe monitorare i bilanci nazionali, ieri ha detto di non saperne nulla.


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