Ecco la "pax cecena"
Gli attentati al metrò di Mosca, costati la vita a decine di persone, sono stati probabilmente portati a segno dai gruppi estremistici del Nord Caucaso. Lo ha detto il capo dei servizi di Sicurezza Federali russi, confermando i sospetti della prima ora. "E' la pista principale", ha detto Alexander Bortnikov. Il capo dell'FSB ha aggiunto che entrambe le donne-kamikaze, che probabilmente sono state le autrici dei sanguinosi attentati, provenivano dal Caucaso del Nord, l'area abitata prevalentemente da musulmani e che da anni e' segnata da forte spinte indipendentiste.
Gli attentati al metrò di Mosca, costati la vita a decine di persone, sono stati probabilmente portati a segno dai gruppi estremistici del Nord Caucaso. Lo ha detto il capo dei servizi di Sicurezza Federali russi, confermando i sospetti della prima ora. "E' la pista principale", ha detto Alexander Bortnikov. Il capo dell'FSB ha aggiunto che entrambe le donne-kamikaze, che probabilmente sono state le autrici dei sanguinosi attentati, provenivano dal Caucaso del Nord, l'area abitata prevalentemente da musulmani e che da anni e' segnata da forte spinte indipendentiste.
Due attentatrici suicide legate ai gruppi jihadisti attivi nel Caucaso si sono fatte esplodere nella Metro di Mosca questa mattina, in piena ora di punta, provocando la morte di almeno 37 persone e il ferimento di altre 40. Il primo attentato è stato attuato alle 7.56 (le 5.36 in Italia) nel secondo vagone di un treno fermo alla stazione della Lubyanka, che si trova in corrispondenza della piazza in cui ha sede il servizio di sicurezza interno dell'Fsb, che era del Kgb. In questa prima esplosione, 23 persone hanno perso la vita. Poco più di 40 minuti dopo, alle 8.38, la seconda esplosione, sempre nel secondo vagone di un treno, questa volta fermo alla fermata di Park Kultury, sei fermate dopo la Lubyanka sulla stessa linea, la Sokolnicheskaya, con un bilancio di 12 morti. ''Sulla base delle informazioni preliminari raccolte dall'Fsb, le azioni terroristiche sono state portate a termine da due attentatrici suicide donne nel momento in cui ci sarebbe stato il numero più alto di vittime'', ha dichiarato il sindaco di Mosca, Yuri Luzhkov, precisando il bilancio delle vittime che, come di consueto, non include gli attentatori. Il procuratore di Mosca, Yuri Semin, si è limitato a confermare che sono state due donne a portare l'esplosivo sui vagoni della metropolitana ma che gli inquirenti non escludono ancora l'ipotesi che gli ordigni siano stati azionati con un comando a distanza.
Il Presidente, Dmitry Medvedev, è stato informato dei dettagli degli attentati dai suoi consiglieri per la sicurezza, e ha incaricato l'Fsb di monitorare la situazione, senza violare, ha tenuto a precisare, i diritti dei cittadini. Anche il Premier Vladimir Putin, attualmente in missione in Siberia, segue l'evolversi della situazione a Mosca e, si sottolinea, contribuisce a coordinare la risposta della Federazione russa. Nel settembre del 2004, un attentatore suicida si era fatto esplodere all'ingresso della stazione della metropolitana di Mosca di Rizhaskaya, provocando la morte di almeno nove persone e il ferimento di oltre 50. Nel febbraio dello stesso anno, era stata una attentatrice donna ad azionare la sua cintura esplosiva su un vagone della metropolitana della capitale russa, fra le stazioni di Paveletskaya e Avtozavodskaya: il bilancio delle vittime era stato di 41 morti. Lo scorso novembre invece una bomba era stata fatta esplodere a bordo del treno fra Mosca e San Pietroburgo, provocando la morte di 26 persone. Ma è dal 2002 che i terroristi collegati ai movimenti jihadisti nel Caucaso hanno raggiunto Mosca con le loro azioni.
"La posizione dello stato per schiacciare il terrore nel nostro paese saranno portare avanti sino in fondo e senza alcuna esitazione", ha dichiarato Medvedev durante una riunione speciale convocata dopo gli attentati alla metro di Mosca. Medvedev ha chiesto al ministero degli Interni e all'Fsb di tenere sotto controllo la situazione e di rafforzare la sicurezza nei trasporti. "E' difficile sventare attentati simili, così come è difficile garantire la sicurezza nei trasporti: occorre rafforzare sostanzialmente il controllo ed esaminare questo problema su scala nazionale", ha dichiarato Medvedev. "E' ovvio che quello che si faceva prima non è sufficiente", ha osservato. "E' del tutto evidente che attentati del genere vengono preparati con cura, e sono diretti a causare la destabilizzazione del Paese e della societa'", ha concluso.
"Qualunque cosa venga detta in questo momento risulta fuori luogo. Lo sconcerto è forte". Lo dice al telefono mons. Paolo Pezzi, arcivescovo cattolico di Mosca. "Viviamo in questo popolo" e attentati di questo genere – sottolinea – "vanno a colpire la gente innocente e semplice". L'unica cosa che l'arcivescovo si sente di dire e' che "già da stasera, ma soprattutto domani e dopodomani quando cioe' le Chiese cattoliche di Mosca e Pietroburgo anticiperanno la celebrazione della Messa crismale, si preghera' per le vittime, per il bene di questo popolo e di questa citta'". Appena saputo degli attentati, all'arcidiocesi cattolica della Madre di Dio di Mosca, riferisce il Servizio Informazione Religiosa, si è fatto un giro di telefonate per sapere se qualcuno della comunità cattolica fosse stato colpito. Le esplosioni sono infatti avvenute in un momento in cui vengono celebrate le messe in due chiese vicine alle zone colpite.
Davanti agli attentati che hanno colpito due stazioni della metropolitana di Mosca nell'ora di punta facendo 37 vittime finora accertate, la Chiesa Ortodossa esprime "dolore" e si ritira nel silenzio della preghiera. Di "dolore nel cuore" parla il patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill che in un comunicato diffuso dal Servizio Informazioen Religiosa scrive: "Prego per il riposo dei morti, per il conforto dei loro cari, per la rapida guarigione dei feriti". Il Patriarca dice anche di aver dato incarico al clero di "visitare i feriti negli ospedali". Ed aggiunge che "purtroppo non è la prima volta" che la Russia è vittima di simili attacchi terroristici e che "il pericolo e' in agguato per tutti noi in qualsiasi momento". "Ma la risposta a questo pericolo non deve essere la paura, il panico e la rabbia. Ma l'unità del nostro popolo" e la "forte volontà di fermare i terroristi e coloro che li sostengono".


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