Abbado, la musica, la politica. Guantanamera

Giuliano Ferrara

La grande musica trascina e incanta e seduce anche per la sua caratura simbolica, per una speciale coesione interna che imprime all'intelligenza del mondo. E' un linguaggio inappellabile, che accade nel tempo, in ogni senso. Anche nel tuo tempo. Claudio Abbado dirige in questi giorni a Santa Cecilia con la sponsorizzazione di Amnesty International, una associazione umanitaria che probabilmente ha dei meriti, ma immersi nei grandi demeriti descritti in questa pagina da Giulio Meotti e da altri nostri collaboratori. Celebrare Amnesty equivale a esercitare la più facile delle retoriche, voltandosi dall'altra parte quando si tratti di pensare alla strage asiatica abortista delle bambine.

    La grande musica trascina e incanta e seduce anche per la sua caratura simbolica, per una speciale coesione interna che imprime all'intelligenza del mondo. E' un linguaggio inappellabile, che accade nel tempo, in ogni senso. Anche nel tuo tempo. Claudio Abbado dirige in questi giorni a Santa Cecilia con la sponsorizzazione di Amnesty International, una associazione umanitaria che probabilmente ha dei meriti, ma immersi nei grandi demeriti descritti in questa pagina da Giulio Meotti e da altri nostri collaboratori. Celebrare Amnesty equivale a esercitare la più facile delle retoriche, voltandosi dall'altra parte quando si tratti di pensare alla strage asiatica abortista delle bambine (Amnesty è radicalmente abortista), quando il problema sia l'eroismo dei soldati che hanno combattuto per la nostra libertà e sicurezza, per la libertà delle donne afghane e del “valoroso popolo iracheno”, valoroso quando vota e non, come pensavano le gentili eroine delle organizzazioni non governative rapite e riscattate, quando metteva le bombe nei mercati e nelle scuole e ammazzava centinaia di civili inermi coltivando il sogno di una restaurazione saddamita o baathista.

    Amnesty danna il carcere speciale di Guantanamo, ma non è riuscito e non riuscirà a Barack Obama, beniamino del mondo benpensante, di risolvere il problema di combattere il terrorismo senza mezzi straordinari di detenzione e giurisdizione.
    Tanti anni fa Maurizio Pollini fu sponsor dei vietcong, ma poi vennero i boat people, senza sponsor. Il facilismo salottiero con cui si abbracciano, soprattutto nel campo della musica e dell'arte, le grandi e belle cause, senza guardarvi dentro con un minimo di attenzione, fa impressione. Aspettiamo concerti contro i talebani tagliagole e in omaggio a chi li combatte con coraggio.

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.