Protezione e appalti

Ecco i veri numeri (pochi) dell'anonimo Anemone

Redazione

Ieri è stato presentato il ricorso al Tribunale del riesame di Perugia da parte di Diego Anemone e Angelo Balducci, l'imprenditore e l'ex presidente del Consiglio dei lavori pubblici arrestati con l'accusa di concorso in corruzione nell'indagine sugli appalti gestiti dalla Protezione civile. Ma, a ben analizzare i dati, la società di costruzioni di Diego Anemone e famiglia, su cui si concentrano le indagini della magistratura sugli appalti per i lavori del G8 e per i Grandi eventi, è una scartina.

    Ieri è stato presentato il ricorso al Tribunale del riesame di Perugia da parte di Diego Anemone e Angelo Balducci, l'imprenditore e l'ex presidente del Consiglio dei lavori pubblici arrestati con l'accusa di concorso in corruzione nell'indagine sugli appalti gestiti dalla Protezione civile. Ma, a ben analizzare i dati, la società di costruzioni di Diego Anemone e famiglia, su cui si concentrano le indagini della magistratura sugli appalti per i lavori del G8 e per i Grandi eventi, è una scartina. Un'aziendina di provincia, senza alcuna apparente pretesa sia dal punto di vista formale sia sostanziale, con sede a Grottaferrata, nei Castelli romani. Una semplice Srl, società a responsabilità limitata, con un capitale sociale sottoscritto minimo di 50 mila euro, 26 dipendenti dichiarati e attestazioni di qualificazioni di livello basso, per l'esecuzione di lavori, per edificazioni generiche civili e industriali fino a importi massimi di 5 milioni e 164 mila euro e per l'installazione di impianti di riscaldamento e condizionamento fino a 5 milioni.

    Negli atti ufficiali della sede principale della società in via IV Novembre a Grottaferrata (una sede secondaria è a Roma in via Sant'Antonio da Padova), il nome di Diego Anemone, 39 anni, arrestato su ordine del Tribunale di Firenze, non compare mai. Quelli che risultano sono altri: Dino Anemone, 63 anni, inquadrato con la qualifica di responsabile tecnico, mentre la proprietà dichiarata è in mano ad altri ancora: Daniele Anemone, 36 anni, e in misura minima alla signora Alida Lucci. Amministratore unico è Luciano Anemone, 56 anni; presidente del collegio sindacale è Stefano Gazzani, il “commercialista” le cui conversazioni intercettate dagli inquirenti appaiono a più riprese nei faldoni che accompagnano l'inchiesta e nell'ordinanza di carcerazione per il presidente del consiglio superiore dei Lavori pubblici, Angelo Balducci. Il nome del geometra Diego Anemone appare, però, con la qualifica di direttore tecnico sia per la ditta principale a Grottaferrata sia per la filiale romana, negli atti di TecnoSoa, la società organismo di attestazione. L'azienda dei Castelli, insomma, a prima vista non si eleva di un palmo dall'anonimato imprenditoriale ed è ben lontana sia dai big del mattone riuniti nel club dei contraenti generali, sia da quell'area di centinaia di società medie e grandi di cui è costellato il settore delle costruzioni. Per altri lavori del G8 della Maddalena sono state scelte imprese con le spalle molto più larghe rispetto ad Anemone: come, per esempio, Fincosit della famiglia Mazzi, che è una delle 12 imprese riunite nell'Agi (Associazione imprese generali), il gotha del mattone, titolare di altri appalti pesanti. Per il G8 della Maddalena, a Fincosit è stata assegnata la realizzazione del nuovo porto dentro l'arsenale (48 milioni di euro) e del waterfront.

    In apparente contrasto con il basso profilo che emerge dagli atti ufficiali, una serie di elementi suggeriscono, però, un'idea opposta. Infatti ad Anemone costruzioni è stato concesso dal governo il Nos, il nullaosta di sicurezza, rilasciato proprio perché potesse operare ai lavori del G8 alla Maddalena coperti da segreto di stato: un attestato concesso di solito a imprese con requisiti particolari dal punto di vista delle garanzie di sicurezza e riservatezza. Inoltre, c'è la quantità di appalti ottenuti (secondo l'accusa grazie all'intervento decisivo di Balducci e degli altri dirigenti ministeriali finiti in carcere), con importi che a prima vista eccedono di gran lunga le attestazioni ufficiali per l'esecuzione di lavori pubblici.

    Uno degli affidamenti più importanti è quello per il G8 della Maddalena suddiviso in 3 lotti (circa 136 milioni di euro in totale). A questi lavori vanno aggiunti altri 3 appalti collegati ai Mondiali di nuoto del 2009 e alle celebrazioni per il 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia nel 2011. Per quanto riguarda i Mondiali, all'azienda Anemone sono stati affidati i lavori per la ristrutturazione dello stadio centrale del tennis del Foro Italico e la realizzazione del nuovo museo dello Sport italiano a Tor Vergata. Per l'anniversario dell'Unità era stabilito che la ditta Anemone avrebbe completato in Umbria l'aeroporto internazionale Sant'Egidio a Perugia. Le altre sono raggruppate in un blocco di 11 appalti per un importo di 330 milioni di euro a cui successivamente sono state aggiunte altre 17 opere per 465 milioni tra cui la ristrutturazione del San Carlo di Napoli e la costruzione della nuova sede Istat a Roma (180 milioni).