Ancora scontri a Rosarno

Redazione

Due immigrati sono stati feriti a colpi di arma da fuoco sulla strada provinciale che collega Rosarno a Laureana di Borrello, nel Reggino. Secondo quanto si e' appreso i due stranieri sarebbero stati feriti alle gambe e non sarebbero in gravi condizioni. Sul posto sono intervenuti i carabinieri. Il ferimento, a quanto pare, e' da collegare ai fatti che si registrano da ieri sera a Rosarno, con la rivolta degli immigrati, scattata dopo il ferimento di due extracomunitari, e la contromanifestazione dei cittadini di Rosarno di oggi pomeriggio.

    Due immigrati sono stati feriti a colpi di arma da fuoco sulla strada provinciale che collega Rosarno a Laureana di Borrello, nel Reggino. Secondo quanto si e' appreso i due stranieri sarebbero stati feriti alle gambe e non sarebbero in gravi condizioni. Sul posto sono intervenuti i carabinieri. Il ferimento, a quanto pare, e' da collegare ai fatti che si registrano da ieri sera a Rosarno, con la rivolta degli immigrati, scattata dopo il ferimento di due extracomunitari, e la contromanifestazione dei cittadini di Rosarno di oggi pomeriggio.

    "A Rosarno c'e' una situazione difficile come in altre realta', perche' in tutti questi anni e' stata tollerata, senza fare nulla di efficace, un'immigrazione clandestina che ha alimentato da una parte la criminalita' e dall'altra ha generato situazione di forte degrado". Ai microfoni di Mattino Cinque su Canale 5 il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, parla della rivolta degli extracomunitari ieri sera in Calabria. "Stiamo intervenendo con i mezzi e i tempi necessari - spiega - per ora abbiamo fatto una cosa molto importante, cioe' porre sostanzialmente fine all'immigrazione clandestina: a poco a poco riporteremo alla normalita' le situazione che lo richiedono".

    Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, questa mattina ha convocato una riunione al Viminale a seguito dei fatti di Rosarno. Al termine dell'incontro, e' stato deciso di costituire oggi stesso presso la Prefettura di Reggio Calabria una task-force composta dal: Ministero dell'Interno, quello del Lavoro e Regione Calabria, per affrontare la questione non solo dal punto di vista dell'ordine pubblico, ma anche per quanto riguarda gli aspetti legati allo fruttamento del lavoro nero e all'assistenza sanitaria. Lo rende noto l'Ufficio Stampa del ministero dell'Interno.

    Dopo gli scontri di ieri e di stamane Rosarno appare una città segnata. Per le strade del centro sono visibili le conseguenze della rivolta degli immigrati, che hanno devastato autovetture e cassonetti per la raccolta dei rifiuti solidi urbani. L'attenzione è ora concentrata sul palazzo del Municipio, una struttura circondata da uliveti, dove a breve si terrà una contromanifestazione, questa volta organizzata dai cittadini rosarnesi che intendono a loro volta reagire a quella che considerano una ribellione ingiustificata da parte delle centinaia di immigrati che lavorano nelle campgne, soprattutto per la raccolta degli agrumi. A incitare la popolazione alla mobilitazione, è un giornalista pubblicista, Marcello Marzialetti, che si presenta come corrispondente di un quotidiano locale ed ai cronisti dice: "Gli immigrati devono andarsene da Rosarno". L'uomo sta percorrendo le vie del centro con un'auto dotata di megafoni invitando tutti i cittadini a concentrarsi nella piazza del Municipio, divenuta il punto di riferimento della stampa locale e nazionale richiamata dagli avvenimenti delle ultime ore. Davanti all'ingresso del palazzo municipale, il prefetto Domenico Bagnato, a capo della terna commissariale che governa l'ente sciolto per infiltrazioni mafiose nel dicembre 2008, accoglie i cronisti e lancia un appello alla calma rivolto alla popolazione: "Occorre rasserenare gli animi. C'è stata un'azione inconcepibile - aggiunge - da parte di coloro i quali hanno sparato contro i due extracomunitari. Ma la reazione degli immigrati - fa rilevare il prefetto Bagnato - è stata allo stesso tempo inaccettabile, perche' si e' reagito ad un atto criminale con la devastazione della citta', un fatto che rischia di interrompere quel clima di solidarieta' che si era creato tra la cittadinanza locale e gli stranieri".

    Individuazione degli xenofobi; espulsione dei rivoltosi e tutti i clandestini; premio a chi denuncia lo sfruttamento del lavoro irregolare; perseguire gli imprenditori disonesti; e sostenere gli enti locali che mettono in atto interventi di inclusione sociale, nell'immediato inviare rinforzi per consentire all'autorità tecnica civile di riportare la calma e garantire l'ordine e la sicurezza pubblica in un territorio assai turbato. Solo con un intervento a 360 gradi lo Stato puo', con la sua presenza impedire che ci sia un'altra Rosarno. E' quanto propone il segretario nazionale dell'Anfp, l'associzaione dei funzionari di polizia, Enzo Letizia. "I fatti di Rosarno sono gravissimi - aggiunge -, lo Stato deve affermare la presenza immediatamente e con determinazione senza far sconti a nessuno. E lo puo' fare se mette in atto un intervento articolato che preveda: l'individuazione e l'arresto degli xenofobi che hanno sparato con armi ad aria compressa sugli immigrati ed innescato la sommossa; identificazione di chi ha partecipato alla rivolta con un immediato rimpatrio coatto; bonifica dell'area dalla presenza di clandestini ed irregolari. Inoltre, si deve favorire e promuovere il permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale agli immigrati che collaborano a scardinare le organizzazioni che sfruttano il lavoro nero dei clandestini; avviare severissimi controlli coordinati tra ispettorato del lavoro e polizia per individuare quegli imprenditori che occupano alle proprie dipendenze soggetti privi del permesso di soggiorno; introdurre una norma che (come avviene in Olanda e Belgio) obblighi i datori di lavoro che utilizzano irregolari a restituire allo Stato i soldi spesi sia per tenere i clandestini nei centri d'identificazione sia per il rimpatrio. In altri paesi europei (Austria, Francia, Germania, Spagna) l'imprenditore e' responsabile anche degli stranieri irregolari utilizzati dalle ditte subappaltatrici; introdurre una norma che escluda dal partecipare agli appalti pubblici chi frutta i clandestini. Infine gli enti locali dovranno porre in essere ogni iniziativa di carattere sociale e di prevenzione della xenofobia e della discriminazione sociale, come previsto dall'art. 42 del decreto legislativo n.286/98, nonche' eliminare i siti di degrado".

    "E' ora di finirla, non siamo razzisti e vogliamo essere tutelati". I cittadini di Rosarno, dopo la rivolta degli extracomunitari, non ci stanno ad essere etichettati come un popolo che rifiuta l'integrazione delle centinaia di immigrati irregolari che popolano le periferie e le campagne della cittadina del Reggino. A decine stanno arrivando davanti al palazzo del Municipio per manifestare il loro disappunto soprattutto nei confronti dell'immagine che i mass-media stanno offrendo di loro. Vincenzo Falleti, esponente del movimento "Calabria libera", arringa i suoi concittadini: "La nostra - dice - non ' una citta razzista perche' ha sempre accettato la presenza degli extracomunitari senza mai sfruttarli. Non siamo noi a tenere gli stranieri ai margini della societa' ed anzi abbiamo sempre offerto loro solidarieta'. Ora siamo noi rosarnesi a chiedere a nostra volta solidareita'". Aurelio Timpano, in passato collaboratore del sindaco di Rosarno, oggi e' esponente del Movimento Sociale Meridianale: "C'e' un esercito invisibile - racconta - che vive nell'indigenza. Spesso la popolazione da' lavoro a queste persone, ma la polizia che assiste indifferente ai loro raduni sulla strada statale 18, dove si ritrovano per cercare lavoro, poi denunciano coloro i quali offrono loro un'occupazione, una paga, un vitto ed un alloggio". L'alloggio, secondo i cittadini rosarnesi, e' il vero problema della comunita' degli immigrati presenti nella Piana di Gioia Tauro. Restuccia racconta che la vecchia amministrazione comunale aveva trovato una soluzione attrezzando l'ex cartiera, con docce e bagni ed imputa all'attuale gestione commissariale la chiusura della struttura avvenuta dopo la prima rivolta degli immigrati. "Non e' vero - aggiunge - che gli immigrati sono sottopagati, perche' percepiscono la paga di 30 euro giornalieri. Il problema e' che trattandosi di irregolari, chi da' loro da lavorare rischia la denuncia da parte delle autorita'".(Agi)