Lo psicolabile collettivo
Nel mondo, a parte i greetings from Milan del Guardian, ironia demenziale, tutti si sono accorti di quello che è successo a Milano domenica scorsa, e da Obama in giù è venuta spontanea l'idea di esprimere al presidente del Consiglio aggredito una schietta e incondizionata solidarietà politica, oltre che personale. Schietta perché politica e perché incondizionata, i due requisiti che mancano clamorosamente e sfortunatamente ad alcuni commenti ospitati da Repubblica.
Nel mondo, a parte i greetings from Milan del Guardian, ironia demenziale, tutti si sono accorti di quello che è successo a Milano domenica scorsa, e da Obama in giù è venuta spontanea l'idea di esprimere al presidente del Consiglio aggredito una schietta e incondizionata solidarietà politica, oltre che personale. Schietta perché politica e perché incondizionata, i due requisiti che mancano clamorosamente e sfortunatamente ad alcuni commenti ospitati da Repubblica, a partire da quello del suo direttore. Di delitti commessi con le statuine è piena la cronaca nera, ma quello scagliare un poderoso e guglioso Duomo in alabastro contro il viso di Berlusconi altro non era che un tentato delitto politico. Va bene che il metodo era ruspante, che l'attentatore è uno psicolabile, che nessuno vorrà negare comprensione alla sua famiglia perbene e genuinamente simpatizzante per il Partito democratico; va bene che quando parla di “odio” per il premier e di “simpatia” per Antonio Di Pietro, il figlio deficiente e bisognoso di sorveglianza e di cura, verso il quale è lecito provare compassione ma solo se privata e silenziosa, cade in evidente vaniloquio, ma quanto successo è molto diverso da un incidente stradale, dallo scivolamento su una buccia di banana, da una rissa tra ubriachi alla stazione.
Non si può attribuire l'origine della tensione a una sola parte, dice Fini, e noi siamo d'accordo. Ma per quanto il timbro e il tono dell'intervento alla Camera di Fabrizio Cicchitto, leader del Pdl, fosse sbagliato, non si può negare che i suoi argomenti si presentassero elementari e convincenti. Berlusconi ha certamente rinvigorito l'anticomunismo, che non è un reato ma il movimento storico contrario a un regime dispotico e totalitario, ma per fortuna non si conoscono treppiedi tirati sul collo a leader postcomunisti, né statuette sparate in faccia a capi democratici e liberal animosi e tonitruanti. Questa della caduta in atteggiamenti e comportamenti violenti in politica non è storia recente né solo italiana, ma il precedente immediato va fissato nella sera in cui lo psicolabile collettivo trattò Bettino Craxi peggio di un brigante di strada, si appostò sotto la sua privata residenza romana e tentò di bloccare la sua uscita con il lancio contundente di monetine, pieno di furore e di disprezzo. Anche allora, prima che nelle menti, la demenza era negli argomenti usati in una lunga campagna forcaiola alimentata da quello strano eroe e demagogo che fu ed è Di Pietro, con le complicità che si conoscono nella magistratura, nei poteri di garanzia e nei media. Credo che Ezio Mauro, prima di ritorcere piduismo e chissà quali altri catastrofiche accuse su Cicchitto, dovrebbe riflettere su una continuità violenta del modello culturale comunista e azionista, al quale non sono estranei né lui né il suo lungo, fattivo e spesso rude lavoro giornalistico.


Il Foglio sportivo - in corpore sano
Fare esercizio fisico va bene, ma non allenatevi troppo
