D'Alema va a Bruxelles per mettere a posto due o tre cose

Redazione

Massimo D'Alema oggi sarà al Parlamento europeo, per un incontro “segreto” e “a tutto campo” con i parlamentari del Partito democratico, dicono al Foglio fonti del Partito del socialismo europeo (Pse). C'è da rispondere al “tradimento” dei leader socialisti sulla candidatura di D'Alema al posto di Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, finito alla laburista Catherine Ashton.

    Massimo D'Alema oggi sarà al Parlamento europeo, per un incontro “segreto” e “a tutto campo” con i parlamentari del Partito democratico, dicono al Foglio fonti del Partito del socialismo europeo (Pse). C'è da rispondere al “tradimento” dei leader socialisti sulla candidatura di D'Alema al posto di Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, finito alla laburista Catherine Ashton. C'è da capire come usare il “risarcimento” personale – la probabile presidenza della “madre” di tutte le fondazioni legate alla famiglia socialista europea – che il congresso del Pse di Praga ha promesso a D'Alema. C'è da dare una linea più bersaniana a una delegazione del Pd che, sotto la direzione di David Sassoli, ha inseguito senza successo le iniziative anti Cav. dell'Italia dei valori. C'è da evitare la fuoriuscita dal gruppo parlamentare degli euroeletti di Francesco Rutelli, che non perdono occasione per condannare l'apparato socialista, preparando la rottura anche in Europa, soprattutto se il Pd annuncerà il suo ingresso nel Pse.

    L'incontro di oggi “è una cosa informale, dell'ultimo minuto”,
    minimizza Gianni Pittella, vicepresidente del Pe vicino a D'Alema. “Per scambiarci gli auguri di Natale”. D'Alema è stato invitato alla festa di addio di ieri sera dell'ex Alto rappresentante, Javier Solana. E così, su richiesta di Sassoli, “ne approfitta”: “un'ora” di discussione “sulla situazione politica interna e internazionale”, dice Pittella al Foglio. In fondo, quello che aveva da dire al Pse dopo il tradimento, D'Alema lo ha detto a Praga lunedì: occorre “un profilo più europeo e un programma che sia di più che la somma di istanze nazionali”.

    Secondo Martin Schulz, presidente del gruppo dei socialisti
    e democratici all'Europarlamento, “non c'è alcun problema con il Pd e con D'Alema dopo le nomine europee”. In realtà, l'amarezza dei dalemiani è ancora forte, in particolare nei confronti di Schulz, che aveva lanciato la candidatura di D'Alema, salvo rinunciare a difenderla davanti ai premier socialisti. Pittella spiega che la presidenza della madre delle fondazioni del Pse non può essere considerato un risarcimento, perché “non c'è paragone” con l'incarico di Alto rappresentante. Coordinando i think tank progressisti, il presidente di Italianieuropei potrebbe dare la sua impronta all'evoluzione della dottrina un po' antiquata del Pse. Ma D'Alema aspira a qualcosa di più e i contatti avuti con Ashton potrebbero essere forieri di un incarico istituzionale, magari come rappresentante dell'Ue.

    L'incontro di oggi dovrebbe incentrarsi soprattutto sulle difficoltà nella delegazione del Pd. Il rutelliano Gianluca Susta ha minacciato di dimettersi da vicepresidente del gruppo con l'alibi della bocciatura di D'Alema. “Speravamo in una più coraggiosa presa d'atto della necessità di una svolta vera nel fronte progressista”, ha detto Susta dopo il congresso del Pse, denunciando “certi linguaggi e liturgie”. D'Alema dovrà affrontare la gestione Sassoli, che non piace a una parte degli europarlamentari. Vicino a Dario Franceschini, Sassoli non ha rimesso il mandato nelle mani di Pierluigi Bersani. Per molti, sono stati un errore tattico i “no” a Mario Mauro per la presidenza del Pe e a José Manuel Barroso alla testa della Commissione, solo perché erano “i candidati di Berlusconi”. “E' una follia inseguire l'Idv”, aveva detto a settembre al Foglio un euroeletto del Pd, quando Sassoli decise di seguire Di Pietro sulla libertà di informazione. La sconfitta sull'iniziativa anti Cav. ha danneggiato il Pd dentro al gruppo socialista, che si è fidato degli italiani e ha perso contro i popolari. Ma un effetto D'Alema c'è già stato: ieri l'Idv ha denunciato il mancato sostegno del Pd alla creazione di un intergruppo dell'Ue contro le mafie.