Oggi nel Foglio un inserto speciale sul Genoa: "Lanterne rosse e blu"
Perché a Genova i tifosi non vogliono lo stadio nuovo
Genoa e Sampdoria sono club, non rappresentative nazionali, quindi interessate ad avere un impianto abilitato agli incontri di Europa o Champions League e il “vecchio” Luigi Ferraris, costruito in occasione dei Mondiali del 1990, potrebbe soddisfare le loro esigenze con pochi interventi mirati. Se Garrone si è detto interessato alla proposta della Vincenzi, Preziosi ha espresso parecchie riserve. E i tifosi del Genoa sono scesi in piazza a protestare.
Se è vero che quanto Obama faccia o dica provochi emulazione immediata tra i protagonisti/presenzialisti della res publica italica, per i comuni mortali la replicabilità delle sue gesta non è altrettanto certa. Vincere un Nobel non è così facile ma POTUS (president of the United States) fa anche cose più normali. Nonostante il suo fallito endorsement all'amata Chicago come città ospite delle Olimpiadi del 2016, l'effetto Obama non ha tardato a farsi sentire tra le nostre amministrazioni locali e, in men che non si dica, sono fioccate le candidature di Roma, Venezia, Palermo e Bari per i Giochi del 2020. In ballo l'immediato risalto mediatico e una pioggia di denaro per la realizzazione di impianti ed infrastrutture.
Non tutti i sindaci hanno però l'ambizione di vedere i tedofori scorazzare per la propria città, c'è anche chi si accontenta di meno. Marta Vincenzi, primo cittadino di Genova, è impegnata da due settimane nel febbrile tentativo di convincere Enrico Preziosi e Riccardo Garrone, rispettivamente proprietari di Genoa e Sampdoria, ad accollarsi la spesa di 189 milioni di euro necessari a costruire uno stadio in grado di ospitare qualche incontro dei futuri, e non ancora assegnati, Campionati Europei di calcio 2016 per i quali l'Italia ha avanzato la sua candidatura come paese ospite. A stupire, oltre l'improvvisa folgorazione sportiva della Vincenzi e il vero e proprio ultimatum imposto alle due società calcistiche, 15 giorni per dare una risposta “altrimenti non se ne fa niente”, sono le motivazioni presentate: l'impossibilità di omologare l'attuale impianto genovese, considerato uno dei più belli e suggestivi d'Italia, alle normative UEFA per ospitare incontri dei campionati Europei. Tutto ciò, per quanto vero, è altrettanto irrilevante in quanto il massimo organismo calcistico europeo impone parametri differenti a seconda del torneo che si dovrà svolgere in un determinato stadio.
Genoa e Sampdoria sono club, non rappresentative nazionali, quindi interessate ad avere un impianto abilitato agli incontri di Europa o Champions League e il “vecchio” Luigi Ferraris, costruito in occasione dei Mondiali del 1990, potrebbe soddisfare le loro esigenze con pochi interventi mirati. Se Garrone si è detto interessato alla proposta della Vincenzi, nel 2005 aveva già presentato un suo progetto per la realizzazione di un nuovo impianto da costruirsi in un'area attigua all'aerostazione genovese, Preziosi ha espresso parecchie riserve, dovendo anche tenere conto delle accese proteste da parte della tifoseria rossoblu, storicamente più calda e legata alle tradizioni rispetto ai “cugini” blucerchiati. Scesi in piazza a manifestare il loro netto rifiuto a vedere l'amato Grifone giocare in altra sede che non sia quella occupata da 98 anni dal Ferraris, sono arrivati ad assediare il sindaco mentre assisteva ad uno spettacolo all'interno del teatro Carlo Felice.
Sul carro degli oppositori, in un curioso caso d'intesa bipartisan, è salita anche la maggioranza degli esponenti della politica genovese. Le ragioni sono le più disparate, lo scarso interesse di Genova ad ospitare gli Europei, l'inadeguatezza logistica dell'area individuata per il nuovo impianto ma, soprattutto, la poca chiarezza delle ragioni che spingono Marta Vincenzi a sostenere questo progetto. Una cosa è certa, senza il nuovo stadio la FIGC molto difficilmente potrà vedersi assegnare gli Europei, Genova è considerata strategica dall'UEFA, e quindi addio fondi per la riqualificazione dell'area che lo dovrebbe ospitare, quella Val Polcevera che da sempre è il polmone elettorale dell'attuale primo cittadino genovese.


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