Money League/6

Per fare i soldi in Champions vincere non basta

Francesco Caremani

L'ultimo turno di Champions League ha sancito ancora una volta la scarsa competitività del calcio italiano a livello internazionale. L'Inter ha pareggiato con una squadra della quale appena cinque anni fa nemmeno sapevamo l'esistenza, per non parlare del Milan che si è fatto uccellare dal colpo di tacco di un difensore finlandese, al secolo Hannu Tihinen, centrale dello Zurigo, mica del Real Madrid.

    L'ultimo turno di Champions League ha sancito ancora una volta la scarsa competitività del calcio italiano a livello internazionale. L'Inter ha pareggiato con una squadra della quale appena cinque anni fa nemmeno sapevamo l'esistenza, per non parlare del Milan che si è fatto uccellare dal colpo di tacco di un difensore finlandese, al secolo Hannu Tihinen, centrale dello Zurigo, mica del Real Madrid. Così così la Juventus a Monaco di Baviera, la squadra di Ferrara saprà anche soffrire ma ai bianconeri il tifoso chiede la vittoria, non una salvezza tranquilla, tanto meno in Europa. L'unico exploit, di quelli che fanno la storia, è appannaggio della Fiorentina. Il 2-0 al Liverppol di Rafa Benitez rilancia i viola per la qualificazione agli ottavi e abbassa le quotazioni di una delle formazioni che hanno vinto di più in questa manifestazione.

    E le spagnole? E le inglesi? A loro le cose sono andate decisamente meglio con tre squadre vittoriose su quattro a testa, con cinque su otto a punteggio pieno e già lanciate verso il passaggio del turno. C'è un gap tra l'Italia e le altre grandi, un gap di risultati che si trasforma anche in gap economico o viceversa, se preferite. Nelle ultime sei stagioni la coppa è stata vinta dal Porto, dal Milan, due volte dal Barcellona, una dal Liverpool e una dal Manchester United, senza dimenticare che su sei finali ben cinque hanno visto protagoniste le squadre inglesi, con il cammeo del 2008 tra Chelsea e Manchester United. Una superiorità che si legge anche nei numeri.

    Nelle ultime sei edizioni, tutte con l'attuale format, il Chelsea ha messo insieme 183.702.359 milioni di euro solo da ricavi Uefa (fonte StageUp), con un ricavo medio a edizione di 30.617.060. Primo in questa speciale classifica seguito dal Manchester United (170.783.438; 28.463.906) e dall'Arsenal (155.827.115; 25.971.186): tutte e tre hanno sempre partecipato. Sorprende semmai che i Blues non abbiano mai vinto la coppa, dimostrando che conta essere competitivi e continui più che vincenti per poter rimanere nell'élite del calcio europeo. Il quarto posto è dei francesi del Lione (138.839.301), a seguire Liverpool (130.730.113), Milan (130.398.715), Barcellona (128.628.047), Inter (125.762.932), Bayern Monaco (120.987.510) e PSV Eindhoven (120.525.813).
    La Roma è 12a, con quattro partecipazioni su sei (96.716.299), Juventus 14a (71.209.783; 4/6), Lazio 35a (25.926.340), Fiorentina 43a (16.815.000) e Udinese 56a (9.254.460).

    Un dato che colpisce e che sancisce lo strapotere, attuale, del calcio inglese è che in questi sei anni ha piazzato solamente quattro squadre per un ricavo totale di 641.043.025 milioni di euro e medio di 160.260.756, nettamente superiore a Spagna (429.595.328, con 10 club) e Italia (476.083.529, con 7).
    Dati e numeri che ci dicono altro. Nella Premiership non c'è spazio per le outsider, perché i primi quattro posti sono sempre appannaggio delle stesse superpotenze, le cosiddette “Fab Four”: Manchester United, Chelsea, Liverpool e Arsenal. Non c'è ricambio e di conseguenza questi club diventano sempre più ricchi, imbattibili in patria e competitivi ai massimi livelli in Champions.

    La Spagna è il Paese più “democratico” da questo punto di vista, dove dietro Barcellona e Real Madrid ci sono altre 8 società che possono sperare di raccattare, a turno, un po' di gloria e soprattutto qualche milione di euro per crescere e diventare maggiormente combattive. La vittoria del Siviglia contro il Real Madrid in campionato insieme con il primo posto nel gruppo G di Champions sono lì a dimostrarlo. Quattro squadre anche per la Russia, sei per Germania e Francia, constatando che in queste ultime sei edizioni della Champions vi hanno preso parte club di soli 25 paesi europei su 53 membri Uefa, alla faccia della democratizzazione di cui parla tanto Platini, ergo il passo verso la Super Lega non appare poi così lontano.
    E tra chi nelle ultime sei edizioni non ha visto nemmeno un euro, perché fino a ora non aveva mai partecipato, c'è anche lo Zurigo.