“Il sistema giudiziario è troppo politicizzato”

Il WSJ denuncia l'insopportabile nudità (legale) di Silvio Berlusconi

Redazione

In un paese nel quale la politica è spesso condotta come se si trattasse di una partita, Silvio Berlusconi ha perso l'ultimo round. Mercoledì scorso la Corte Costituzionale italiana ha cassato la legge sull'immunità che protegge il primo ministro, e i pubblici ministeri possono ora riaprire due processi sospesi contro il settuagenario miliardario e persino spalancare la porta a molti altri.

    In un paese nel quale la politica è spesso condotta come se si trattasse di una partita, Silvio Berlusconi ha perso l'ultimo round. Mercoledì scorso la Corte Costituzionale italiana ha cassato la legge sull'immunità che protegge il primo ministro, e i pubblici ministeri possono ora riaprire due processi sospesi contro il settuagenario miliardario e persino spalancare la porta a molti altri. Dunque, un punto a favore dei nemici sinistroidi che, a detta dello stesso Berlusconi, affollano i tribunali del paese.
    Berlusconi ha promesso di dare battaglia, dicendo di sentirsi “rinvigorito” da questa nuova svolta della situazione. Dopo la riapertura dei processi, Berlusconi potrebbe benissimo architettare un voto di sfiducia al suo governo in Parlamento, costringendo il presidente Giorgio Napolitano a indire nuove elezioni nel marzo del prossimo anno, che si prospetterebbero in effetti come un vero e proprio referendum sullo stesso Berlusconi. E il risultato più probabile sarebbe una vittoria di Berlusconi.

    Questa reiniezione di legittimità potrebbe quindi fornire a Berlusconi il capitale politico necessario per escogitare un nuovo modo di proteggersi dalla minaccia dei processi, rimettendo la palla ai pubblici ministeri in attesa della loro prossima mossa.
    La legge sull'immunità cassata mercoledì scorso non è certo un provvedimento facilmente giustificabile in una democrazia fondata sullo stato di diritto, e non dovrebbe mai essere accettata a cuor leggero. Tuttavia, l'Italia è un caso speciale, e le proteste di Berlusconi, secondo il quale il sistema giudiziario italiano è troppo politicizzato per poter condurre correttamente processi contro il capo del governo, non sono prive di ragioni concrete. Il sistema giudiziario italiano è probabilmente uno dei più autonomi e meno responsabilizzati del mondo: pubblici ministeri e giudici (chiamati entrambi magistrati) appartengono allo stesso organismo e sono controllati da un unico ente, il Consiglio Superiore della Magistratura. Pubblici ministeri e giudici eleggono essi stessi i membri di questo consiglio, creando così una solidarietà reciproca che sembrerebbe brigare chiaramente a svantaggio di chiunque si trovi in una posizione come quella di Berlusconi. Nessuno di questi giudici e pubblici ministeri si attiene al principio del non schieramento politico, e la maggior parte di essi è fortemente critica nei confronti del fin troppo disinvolto primo ministro italiano.

    Appare quindi davvero una disgrazia che Berlusconi non abbia mai mantenuto la promessa, fatta in campagna elettorale, di separare nettamente giudici e pubblici ministeri, ma si sia accontentato di insignificanti riforme, pur potendo contare su un concreto sostegno a favore di cambiamenti più profondi. Berlusconi ha scelto invece di schernire in pubblico questi giudici e pubblici ministeri, di attaccare la stampa e di pompare la sua immagine internazionale, sebbene l'economia italiana sembri destinata a subire quest'anno una contrazione almeno del cinque per cento.

    Berlusconi potrebbe benissimo riuscire ad averla vinta sui suoi accusatori e a portare a termine il suo mandato come primo ministro. E un giorno potrebbe persino mettere in atto quei tagli fiscali pro crescita e quelle riforme burocratiche per cui gli elettori italiani lo hanno mandato tre volte al governo.
    Ma non nell'immediato futuro. Ci aspetta invece una serie di processi su casi di corruzione vecchi di decenni, accuse di abusi sessuali, di nepotismo, ecc. Nell'apparentemente infinito battibecco tra i discendenti di Machiavelli – e dei loro avvocati – il vero perdente è il popolo italiano. 
    © Wall Street Journal per gentile concessione di Milano Finanza (traduzione Aldo Piccato)