Leggere Lolita a Cologno Monzese
Sembra quasi la stessa lista di intellettuali e artisti e bella gente internazionale che ha allegramente firmato l'appello di Repubblica a favore della libertà di stampa, minacciata da Silvio Berlusconi perché non ha risposto alle domande di Giuseppe D'Avanzo sulle escort che si è portato a letto nella sua abitazione privata di Palazzo Grazioli. Ma è una lista diversa.
Sembra quasi la stessa lista di intellettuali e artisti e bella gente internazionale che ha allegramente firmato l'appello di Repubblica a favore della libertà di stampa, minacciata da Silvio Berlusconi perché non ha risposto alle domande di Giuseppe D'Avanzo sulle escort che si è portato a letto nella sua abitazione privata di Palazzo Grazioli. Ma è una lista diversa. I nomi sono più o meno gli stessi, rappresentano il medesimo demi-monde letterario, artistico e cinematografaro che fa tanto chic nei salotti buoni dell'intellighenzia di qua e di là dell'Atlantico. Ci sono Salman Rushdie e Woody Allen, Bernard Henri Levy e Martin Scorsese, Jonathan Demme e Pedro Almodovar, giganti, geni e maestri della nostra epoca solidali con il regista Roman Polanski arrestato in Svizzera, su richiesta delle autorità federali americane, quindi del governo Obama, per un stupro commesso 32 anni fa nei confronti di una bambina di tredici anni. Per la cronaca: nel 1977, Polanski ha fatto ubriacare la ragazzina, l'ha drogata, ha controllato se avesse il ciclo e poi l'ha sodomizzata due volte.
Si può certamente obiettare che arrestare un signore di settanta e rotti anni per un reato commesso oltre trent'anni fa sia un'ingiustizia nell'ingiustizia, così come è legittimo sottolineare che quell'altro signore di settanta e rotti anni con i suoi comportamenti poco presidenziali abbia messo in imbarazzo le istituzioni che è stato chiamato a rappresentare. Ma la cosa che non si dovrebbe fare è esercitare la solita doppia morale per cui se uno dei nostri stupra a Hollywood una ragazzina è stato soltanto un “errore di gioventù” (anche se aveva 43 anni) oppure se un genio della tv liberal come Dave Letterman si porta a letto più d'una sua collaboratrice sono solo allegre “scappatelle”, mentre se un estraneo al nostro mondo va stupidamente al compleanno di una diciottenne di Casoria allora è in pericolo la democrazia.
Inseguire il mito letterario di Lolita può essere sublime o abominevole, ma non un alto modello culturale per l'intellighenzia engagé e mercificazione della donna per un dirigente di Cologno Monzese. A parte qualche eccezione (Eugene Robinson del Washington Post e la femminista di The Nation Katha Pollit), il mondo liberal e l'elitario circolo di miliardari di Hollywood sono scesi in campo a difesa di Polanski con argomenti imbarazzanti. L'attrice Whoopy Goldberg ha detto che non si è trattato di uno “stupro-stupro, ma di qualcos'altro, di uno stupro e basta”. Qualcuno ha detto che la ragazzina se l'è cercata e che la colpa semmai è della madre che l'ha offerta al regista per avere una parte in un film. E poi c'è chi si chiede come mai la “middle America” odi così tanto le élite intellettuali e gli italiani piuttosto che assecondare le pallide imitazioni nostrane preferiscano votare uno come Berlusconi.


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