l'eroe dell'anti-elite americana in copertina su time
Tutti pazzi per Beck, la bestia nera di Obama che spopola su Fox News
Cinque di pomeriggio in punto. Mentre in molti paesi si prende il thè, si esce dall'ufficio, si raccattano i figli al corso di nuoto, nell'America conservatrice della piccola e grande provincia, l'America “profonda”, lontana dalle mille luci dell'avanguardia metropolitana, ci si sintonizza in massa sulla “murdochiana” Fox News per la quotidiana dose del “Glenn Beck Show”.
Cinque di pomeriggio in punto. Mentre in molti paesi si prende il thè, si esce dall'ufficio, si raccattano i figli al corso di nuoto, nell'America conservatrice della piccola e grande provincia, l'America “profonda”, lontana dalle mille luci dell'avanguardia metropolitana, ci si sintonizza in massa sulla “murdochiana” Fox News per la quotidiana dose del “Glenn Beck Show”. A Glenn Beck, Time dedica la sua ultima copertina (titolo: “Mad Man”, nella foto c'è lui che fa uno sberleffo). Una vera consacrazione, che celebra il crescente successo della “nuova superstar populista di Fox News”, come scrive il settimanale.
Beck, nato nel 1964 a Mount Vernon, è una sorta di Michael Moore ultra repubblicano, iper conservatore e mormone cristiano (ma è nato in una famiglia cattolica) che dal gennaio 2009 presenta un “one man show” d'informazione sul canale giornalistico della Fox. Ed è suo il 912 project, l'iniziativa sull'orgoglio nazionale americano celebrata il 13 settembre scorso. Di se stesso, Beck dice: “Mi considero un liberale. Sono un conservatore, ma ogni giorno che passa lotto per i diritti individuali”, il suo show è stato definito da qualcuno con il sopracciglio alzato come “un mix di lezioni morali, oltraggio, e un'apocalittica visione del futuro che cattura i sentimenti della classe alienata americana”.
Da quando Beck ha ottenuto il suo personale spazio nella rete televisiva di Murdoch, il suo successo, già scandito da bestseller letterari, si è definitivamente consolidato. Il percorso che lo ha portato alla popolarità è stato lungo e tortuoso. Tutto iniziò con una trasmissione radiofonica su un'emittente in Florida, da lì il balzo al sindacato radiofonico nazionale con 47 stazioni radio che trasmettevano il suo show. L'esperienza radiofonica di Glenn è coincisa con il post 11 settembre e la guerra al terrorismo, su cui ha potuto costruirsi una credibilità mediatica, dovuta al suo modo carismatico di difendere le truppe e l'orgoglio statunitense ferito. La trasmissione che fonde commedia, informazione e propaganda, è diventata un format tv approdato prima sulla Cnn Headline e poi su Fox News.
Le puntate sono solitamente strutturate con un monologo iniziale di Beck sul tema del giorno, seguito da interviste a personaggi di rilievo o da un collegamento con un corrispondente. Gli occhioni azzurri fissi nella telecamera, l'aspetto rassicurante e il modo colloquiale di comunicare con il pubblico, trasformano le sue parole in frecce micidiali. I nemici dicono che è un personaggio a metà tra il predicatore religioso e il venditore di materassi, ma lui non se ne cura, ed è arrivato ad accusare Obama di odio verso i bianchi e a chiedere al primo membro musulmano del Congresso di dimostrargli di “non lavorare per il nemico”. Dichiarazioni che gli hanno provocato il boicottaggio da parte di alcune importanti aziende americane, attente al politically correct. Oggi Beck è uno di quei personaggi in grado di dividere il paese: c'è chi lo ama e c'è chi lo odia, ma nessuno lo sottovaluta. Lui continua a battersi per le cause in cui crede, a fare parodie di gente come Al Gore e a girare l'America con un tour live di successo, seguito da un pubblico di fan.
Mentre è in uscita il suo ultimo libro “Arguing with Idiots: America's Next Epic Battle: 1776 vs. 1984”, in questi giorni Glenn non risparmia bordate a Obama. Una delle sue ultime campagne ha avuto come bersaglio l'Acorn, Association of Community Organizations for Reform Now, organizzazione accusata dai repubblicani di aver dato vita a registrazioni di voto non valide durante le primarie 2008, dunque di aver consentito voti fraudolenti che avrebbero avvantaggiato Obama. Beck in studio grida allo scandalo, si autoelogia perché è l'unico a occuparsi della faccenda, e mostra il video di due impiegate dell'Acorn, riprese di nascosto, che consigliano a una giovane prostituta (in realtà una giornalista ingaggiata dallo show) di far passare il proprio “lavoro” sotto una dicitura diversa e legalmente accettabile in modo da poter ottenere tutti i benefici che l'organizzazione le può offrire: registrazione di voto, assistenza sanitaria e altre agevolazioni sociali.
Complotti veri o falsi a parte, basta visitare il sito ufficiale di Glenn Beck per capire quanto oggi questo americano di mezza età rappresenti una vera potenza. Personaggio travolgente, comunicatore nato, clown dell'informazione, calamita per il telespettatore: comunque lo si voglia definire, Beck è una di quelle figure che rendono l'America un paese irresistibile per chi ama la democrazia della comunicazione, intesa come capacità di far convivere, nell'etere, le mille facce di una società diversificata. Provare a guardare per credere.


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