Pareto vs Mosca

Redazione

“Supponiamo dunque che, in ogni ramo dell'umana attività, si assegni a ciascun individuo un indice che indichi la sua capacità, all'incirca come si danno i punti negli esami delle varie materie in una scuola. Per esempio, all'ottimo professionista si darà 10, a quello a cui non riesce d'aver un cliente daremo 1 per poter dare 0 a chi è proprio cretino. A chi ha saputo guadagnare milioni, bene o male che sia, daremo 10, a chi guadagna le migliaia di lire daremo 6, a chi riesce appena a non morire di fame daremo 1, a chi sta in un ricovero di mendicità daremo 0.

    “Supponiamo dunque che, in ogni ramo dell'umana attività, si assegni a ciascun individuo un indice che indichi la sua capacità, all'incirca come si danno i punti negli esami delle varie materie in una scuola. Per esempio, all'ottimo professionista si darà 10, a quello a cui non riesce d'aver un cliente daremo 1 per poter dare 0 a chi è proprio cretino. A chi ha saputo guadagnare milioni, bene o male che sia, daremo 10, a chi guadagna le migliaia di lire daremo 6, a chi riesce appena a non morire di fame daremo 1, a chi sta in un ricovero di mendicità daremo 0. Alla donna politica, che, come l'Aspasia di Pericle, la Maintenon di Luigi XIV, la Pompadour di Luigi XV, ha saputo cattivarsi un uomo potente e ha parte nel governo che egli fa della cosa pubblica, daremo una votazione alta come 8 o 9; alla sgualdrina che soddisfa solo i sensi di certi uomini e non opera per niente sulla cosa pubblica, daremo 0”.

    Così Vilfredo Pareto definiva l'élite: estensione generale del concetto di “classe politica” di Gaetano Mosca. “I governanti, ossia quelli che hanno nelle mani ed esercitano i pubblici poteri, sono sempre una minoranza, e… al di sotto di questi vi è una classe numerosa di persone, le quali, non partecipando mai realmente in alcun modo al governo, non fanno che subirlo, essi si possono chiamare i governati”. Rifiuto della democrazia? Pareto, nato liberale da padre patriota risorgimentale, morì nel 1923 dopo aver aderito al fascismo. Così come vi aderì Roberto Michels: il tedesco italianizzato che da militante socialdemocratico aveva dimostrato che anche in un partito operaio come l'Spd si creava automaticamente un'élite di dirigenti. La “ferrea legge dell'oligarchia”. Pareto, però, aveva detto che “la storia è un cimitero di élite”, coi gruppi sociali in ascesa che prendono il posto di quelli in decadenza. Dopo essere stato l'unico a parlare in Senato contro la legge che il 19 dicembre del 1925 stabilì la dittatura, Mosca rielaborò la teoria sulla circolazione delle élite in una difesa dei sistemi elettivi.

    “Dallo studio obiettivo della storia forse si può ricavare la conseguenza che i regimi migliori, ossia quelli che hanno avuto maggiore durata e che per lungo tempo hanno saputo evitare quelle crisi violente che di tanto in tanto, come avvenne alla caduta dell'Impero romano, hanno respinto l'umanità verso la barbarie, sono quelli misti. Quelli cioè nei quali non prevale in modo assoluto né il sistema autocratico, né il liberale e la tendenza aristocratica viene temperata da un rinnovamento lento ma continuo della classe dirigente, che riesce così ad assorbire quegli elementi di sano dominio, che mano mano si affermano nelle classi dirette”.
    La teoria della democrazia come competizione delle élite attraverso la ricerca del voto è alla base di tutta la politologia moderna, da Duverger e Dahl. Il problema non è l'élite; è come si seleziona, e con che facilità si rinnova.