Adieu, EveryMike
Capii che era un'idea vincente, io ero all'apice del successo e dopo vari incontri, Silvio Berlusconi mi chiese di scegliere: o lui o la Rai. Mi pagavano 900 mila lire a puntata, lui mi offrì 600 milioni in un anno”. Lo splendore della televisione commerciale era tutto nella sua opulenza, nell'esibizione di ricchezza e di consumo.
di Carlo Freccero
Capii che era un'idea vincente, io ero all'apice del successo e dopo vari incontri, Silvio Berlusconi mi chiese di scegliere: o lui o la Rai. Mi pagavano 900 mila lire a puntata, lui mi offrì 600 milioni in un anno”. Lo splendore della televisione commerciale era tutto nella sua opulenza, nell'esibizione di ricchezza e di consumo. Negli anni Ottanta la tv commerciale ha vinto la sfida con la Rai perché, in un universo ancora legato all'anticonsumismo degli anni Settanta, faceva improvvisamente irruzione l'emporio, con il suo fascino volgare ma irresistibile. Il monopolio Rai delle trasmissioni non poteva che essere travolto dalla fascinazione del pubblico verso il nuovo mondo che quella televisione rappresentava. Sono gli anni della Milano da bere, della moda, della pubblicità e dei creativi. E la vittoria non è soltanto mediatica, prima di tutto è culturale e politica. Se il comunismo è stato travolto è anche perché i paesi dell'est, separati dall'occidente da un muro, erano colonizzati dalle trasmissioni televisive che esibivano in quei paesi l'universo luccicante dei consumi. Sono gli anni in cui barconi di disgraziati si mettono in viaggio dall'Albania per raggiungere le nostre spiagge, come si trattasse de “Lamerica”. Mike Bongiorno, l'americano, è stato prima la Rai della ricostruzione e del boom economico, dei sogni con i quiz a premi, e poi la tv commerciale e l'affermazione della società dei consumi. EveryMike. Per fare da specchio al pubblico bisogna evolversi assieme a lui e – non a caso – Mike di recente era sbarcato a Sky.
Negli anni della mia partecipazione alla costruzione della tv commerciale in Italia, Steve Carlin (ndr, autore statunitense di programmi televisivi, tra cui “Love me, love me not”, in Italia “M'ama, non m'ama”), una star dell'intrattenimento americano, venne a lavorare da noi a Rete4 per adattare in Italia i primi format americani. Rammento ancora oggi come Steve fosse entusiasta di Mike. Perché anche se non esiste un Dna americano, in quanto l'America è un miscuglio di etnie, il modo di pensare di Mike è tipicamente americano. E' ottimista. Qui diventa interessante parlare della contrapposizione relativa ai modelli di borghesia, da una parte quella europea e dall'altra quella statunitense. Il borghese del Vecchio continente è incarnato nei Buddenbrook di Thomas Mann, racconto di una classe inquieta e in declino. L'uomo nuovo americano ha invece una visione ottimistica e semplice, come Babbitt, l'uomo medio raccontato da Sinclair Lewis. E qui sta la grande forza di Mike Bongiorno, un uomo che perfino nello slogan di una vita, “Allegria!”, ha incarnato il suo rapporto con il mondo.
La mancanza di senso critico, in senso europeo, autodistruttivo, gli dà leggerezza e generosità. E' un uomo non rancoroso, non invidioso, mai malevolo verso gli altri. Anche quando la vita lo costringe a scelte dure in lui non c'è mai risentimento. Nel giorno del compleanno per i suoi ottant'anni, parlando del periodo trascorso in Rai, ricorderà: “In Rai avevano deciso di non voler più fare quiz. Io bussavo continuamente alle loro porte e non mi ricevevano. Quando in una delle tante sconfitte incontrai nei corridoi un funzionario che avrebbe fatto molta strada, Carlo Fuscagni e mi chiese perché fossi così afflitto, gli spiegai il mio ‘Rischiatutto'. Fu lui a convincere il dirigente a fare questo quiz. Capivo che ero alla svolta e che stavo rilanciando la mia carriera”. Persino la sua autobiografia (ndr, “La versione di Mike”) non contempla personaggi negativi. Sembrano tutti intelligenti e buoni. E questa è la migliore testimonianza di un'indole aperta all'intelligenza. Perché ci vuole grande intelligenza per conservare fiducia verso chi non la pensa come noi. Nell'Italia dei Coppi e Bartali, del rosso e del nero, dei derby cittadini, lui ed Enzo Tortora sono stati la televisione. Adieu EveryMike, “sul palcoscenico la morte è lontana”.
Carlo Freccero


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