Casa Rizzoli
Visi lunghi questa mattina alle 11 in via Rizzoli a Milano per la riunione del consiglio di amministrazione della Rcs MediaGroup, casa editrice del Corriere della Sera. Il presidente, Piergaetano Marchetti, e l'amministratore delegato, Antonello Perricone, portano solo brutte notizie agli azionisti i quali, d'altra parte, sono preparati ad ascoltarle, non si aspettano altro. E come potrebbero?
Visi lunghi questa mattina alle 11 in via Rizzoli a Milano per la riunione del consiglio di amministrazione della Rcs MediaGroup, casa editrice del Corriere della Sera. Il presidente, Piergaetano Marchetti, e l'amministratore delegato, Antonello Perricone, portano solo brutte notizie agli azionisti i quali, d'altra parte, sono preparati ad ascoltarle, non si aspettano altro. E come potrebbero? I tempi sono quelli che sono per tutti, nessuno riesce a farla franca. Questo consiglio di amministrazione, oltre a fissare la data dell'assemblea, deve approvare i conti del 2008, parlare di riduzione di costi e tagli occupazionali e indicare, se possibile, una via di uscita dall'acquisto di Recoletos in Spagna. In consiglio non si parla invece di nomine, avvicendamenti. Il tema era di fatto in programma nella riunione del patto di sindacato fra i principali azionisti della Rcs. L'incontro, precedentemente fissato per la stessa mattinata di oggi poco prima del cda, è stato invece annullato all'ultimo momento. Si terrà in una data non precisata, probabilmente fra 10-15 giorni.
Ma questa mattina alle 9.30 alcuni personaggi che sono insieme consiglieri di amministrazione e membri del patto sindacale si vedono comunque, informalmente. E siccome si tratta di taluni dei nomi più significativi del capitalismo italiano (o di loro rappresentanti) riesce difficile pensare che sia solo una chiacchiera fra amici che approfittano della bella rimpatriata milanese per fare qualche pettegolezzo. Questi signori affrontano il nodo che non sono riusciti a sciogliere in tempo per il patto e il cda di oggi, così da arrivare con il compito fatto al prossimo appello: il nodo dei vertici e, in particolare, della direzione del Corriere della Sera.
Su questo fronte, come si sa, da tempo ci sono discussioni. Alcuni azionisti giudicati più sensibili ai desideri di Silvio Berlusconi premono per una sostituzione dell'attuale numero uno di via Solferino, Paolo Mieli, con un nome ritenuto più in armonia con l'inquilino di Palazzo Chigi. Leader di questo gruppo di azionisti è Salvatore Ligresti. Ma altri soci Rcs hanno una posizione diversa: l'eventuale cambio di un direttore di testata – sostengono – deve avvenire solo per ragioni editoriali e la scelta del nome non può essere fatta sulla base di una lista gradita anche dai politici. Questo secondo gruppo è guidato da Giovanni Bazoli e Corrado Passera, rispettivamente presidente e amministratore delegato di IntesaSanpaolo, che sulla questione hanno ritrovato un'identità di vedute dopo una stagione contrassegnata da una certa lontananza. I due schieramenti si sono finora equivalsi, nessuno è riuscito a prevalere. Di qui l'impasse che ha portato al rinvio della riunione del patto.
Decisivo per l'esito della partita sarà comunque l'atteggiamento che prenderà il primo degli azionisti della Rcs, Cesare Geronzi, al quale ieri sera ha fatto visita a Piazzetta Cuccia un altro azionista Rcs, Diego Della Valle. Il presidente di Mediobanca nel muovere le sue pedine su questa scacchiera ha un problema personale, di ruolo, da affrontare. Geronzi sta seduto sulla poltrona che fu di Enrico Cuccia, per oltre 40 anni cerniera fra il potere politico e il capitalismo privato. Mediatore potente e di successo perché affrontò tutti i problemi da una posizione di terzietà. Adesso se il direttore del Corriere della Sera alla fine dovesse essere scelto nella rosa presentata dal mondo politico, allora quel direttore – comunque si chiami – avrà un filo diretto con il Palazzo e con Berlusconi in particolare. Nei prossimi giorni Geronzi cercherà – dicono gli osservatori del mondo di Mediobanca – un'idea brillante per trovare la quadra.


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