Natale in moschea, con Ahmadinejad
Nella Gran Bretagna che abolisce l'inchiostro rosso delle correzioni per non turbare i bambini, è finita che qualcuno si è turbato anche per il discorso che il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ha solennemente pronunciato su invito di Channel 4.
Nella Gran Bretagna che abolisce l'inchiostro rosso delle correzioni per non turbare i bambini, è finita che qualcuno si è turbato anche per il discorso che il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad, nemico dell'occidente e aspirante distruttore di Israele, ha solennemente pronunciato su invito di Channel 4, l'emittente che ogni anno propone per Natale un messaggio alternativo a quello della regina. Che stavolta il messaggio sia stato davvero troppo alternativo, con tanto di interpretazioni del leader antisemita su quello che Gesù Cristo avrebbe certamente detto e fatto ai giorni nostri, è solo il prevedibile corollario di quella corsa al politicamente corretto, alle pari opportunità, alla uguale rilevanza, all'autodissoluzione travestita da fratellanza, nelle quali i britannici sembrano, a volte, voler diventare primatisti mondiali. Prima di Ahmadinejad sotto l'albero, quest'anno c'era stato il consiglio comunale di Oxford, che ha rinominato per delibera unanime “Winter Light Festival”, festa della luce invernale, l'intollerante e sospetto Christmas. Anche se poi, ad arrabbiarsi per primi, sono stati il presidente del Consiglio musulmano e il direttore del Centro di studi ebraici della città, entrambi convinti che azzerare la cultura tradizionale e la cristianità del Regno Unito non sia un regalo per nessuno.
“Immagino che se al tempo di Cristo fosse esistita la televisione, la Bbc avrebbe concesso lo stesso spazio a Giuda e a Gesù”, disse Winston Churchill, alla notizia di un programma che prometteva di mettere equamente a confronto cristianesimo e ateismo. Non bisogna essere dotati del suo spiritaccio per accorgersi che, non solo dalle parti di Albione, il rispetto per l'altro si traduce spesso in autocancellazione. La storia delle moschee nel presepio, in una parrocchia genovese e in una scuola cattolica veneziana, per esempio, è stata minimizzata dall'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, Angelo Bagnasco, ed è comprensibile. Negli ultimi anni nei presepi abbiamo visto di tutto, e se l'afflato fraterno nei confronti di musulmani da parte di parroci ha trovato quel modo per esprimersi, sia fatta la loro volontà. Ma certo, ogni tanto sarebbe carino vedere anche una sinagoga, in qualche presepio. Se non altro perché quando è nato Gesù era quello il tempio, mentre le moschee sarebbero arrivate molti e molti secoli dopo. Sarebbe carino, dicevamo, se non per amor di Dio, almeno per amor di filologia.


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