Così BXVI ha ricordato che la vittoria contro il male c'è e passa da una donna

Benedetto Ippolito

La festa dell'Immacolata Concezione, appena celebrata, ha assunto nel modo di vivere quotidiano l'esclusiva caratteristica secolare di un momento di riposo dal lavoro.

    La festa dell'Immacolata Concezione, appena celebrata, ha assunto nel modo di vivere quotidiano l'esclusiva caratteristica secolare di un momento di riposo dal lavoro. Trattandosi poi di una data prossima al Natale, l'8 dicembre è divenuto un'occasione per fare i regali con anticipo, e le nostre città, al solito, si sono riempite di gente che passeggiava tra le vetrine. E' stato in un contesto così speciale e così normale che lunedì pomeriggio Benedetto XVI ha lasciato il Vaticano e si è recato nel cuore di Roma a Piazza di Spagna per il consueto rito mariano. Il Papa ha voluto rendere omaggio alla Madonna, deponendo un cesto di rose ai piedi della Colonna dell'Immacolata, dopo aver fatto una breve sosta alla Chiesa della Santissima Trinità.

    Ma la giornata mariana del Pontefice era iniziata molto prima. Nel consueto Angelus delle 12, il Papa si era soffermato sulla questione centrale del “peccato originale”, considerando gli effetti della disobbedienza di Adamo ed Eva, in particolare la sofferenza e la morte. Da questo angolo prospettico, Maria è all'origine della vittoria contro il male che si è esemplificata nel suo essere stata “la prima creatura libera dalla primitiva caduta”. Nel pomeriggio, in quel contesto altrettanto solenne ma più secolare di Piazza di Spagna, Benedetto XVI non ha fatto altro che proseguire quella  riflessione. E' voluto tornare sul mistero di Maria, approfondendo il lato umano. Egli ha ricordato che il culto della Vergine è al centro del cristianesimo, tanto che l'Immacolata Concezione, divenuta dogma con Pio IX solo nel 1854, era ben consolidato nei cuori dei fedeli nei tempi remoti.

    E' sufficiente considerare le bellissime omelie di san Bernardo di Chiaravalle dedicate a Maria nel XII secolo o l'articolata riflessione teologica dei francescani inglesi sulla mariologia alla fine del Duecento per avere una prova lampante di quanto apparteneva alla pietà popolare da sempre. Benedetto XVI non si è accontentato, tuttavia, di fare un semplice amarcord tradizionale, ma ha voluto ribadire che il culto della Vergine è una risorsa spirituale di grande valore oggi.

    “Alla Madre – ha detto il Papa davanti alla Colonna – si presentano le gioie, ma si confidano anche le preoccupazioni, sicuri di trovare in lei conforto per non abbattersi e sostegno per andare avanti”. Benedetto XVI ha profittato così per ricordare le persone in difficoltà, i malati, i disagiati e coloro che vivono situazioni familiari pesanti, ma anche gli anziani soli, gli immigrati “che fanno fatica ad ambientarsi”. Non si tratta di affidare solo religiosamente alla Madonna le loro afflizioni e le loro difficoltà, che sono anche le nostre, ma di imparare a condividere, con chi abbiamo intorno, una vera solidarietà umana, mettendo in atto impegni e iniziative concrete nei loro riguardi.

    Il Papa ha esortato, infine, la cittadinanza nel suo insieme a rendere più tangibile e concreto l'impegno per il bene comune, rendendo effettive alcune iniziative reali “per costruire una società più giusta e solidale”. E' impossibile, infatti, vivere un'autentica spiritualità senza un impegno sociale di sostegno e di vicinanza ai bisogni degli altri, proprio perché quando manca la passione civile manca anche una coerente vita cristiana. Per non parlare del culto mariano.