Lo sciopero bianco va abolito

Redazione

Il governo vuole rivedere le norme sullo sciopero nei pubblici servizi che, dopo il caos creato nei voli Alitalia dalle agitazioni sindacali, appaiono chiaramente inadeguate. E ciò non soltanto dal punto di vista degli utenti e della tutela dei beni pubblici (come è ancora Alitalia), ma anche dal punto di vista delle grandi confederazioni.

    Il governo vuole rivedere le norme sullo sciopero nei pubblici servizi che, dopo il caos creato nei voli Alitalia dalle agitazioni sindacali, appaiono chiaramente inadeguate. E ciò non soltanto dal punto di vista degli utenti e della tutela dei beni pubblici (come è ancora Alitalia), ma anche dal punto di vista delle grandi confederazioni, che si rendono conto che la legittimazione dello sciopero viene compromessa nella pubblica opinione da questi estremismi. La procura della Repubblica di Roma ha aperto un'inchiesta sulle responsabilità civili e penali in queste proteste che riguardano anche lo sciopero bianco, consistente in una minuziosa applicazione dei regolamenti finalizzata a intralciare il servizio.

    Il codice civile prevede il principio generale che i contratti vanno svolti secondo buona fede. E ciò vale anche per i contratti di lavoro. Lo sciopero bianco, invece, tende a violare tale elementare regola del diritto. Lo sciopero bianco, infatti, aveva un senso politico e giuridico come modo per esprimere il dissenso dei lavoratori verso le controparti quando il diritto di sciopero non era riconosciuto. Ma è privo di basi politiche negli stati in cui il diritto di sciopero è riconosciuto e tutelato, come in Italia, con le norme costituzionali e con lo statuto dei lavoratori. Ed è ancora più bizzarro se si considera che la legge sulle astensioni nei servizi pubblici essenziali prevede procedure di preavviso e limitazioni per la tutela degli utenti. Questo assieme di regole comporta che il lavoratore e il sindacato possano esercitare il diritto di sciopero – che comporta astensione dal lavoro e perdita della retribuzione – ma non implica il licenziamento del lavoratore che non ha lavorato o del sindacalista che ha organizzato la protesta.

    Lo sciopero bianco, non essendo uno sciopero, non comporta perdita della retribuzione, né obbligo di preavviso e garanzie minime sui servizi. Per questo lede il principio della buona fede essenziale al contratto e danneggia l'azienda, che però è obbligata a pagare la retribuzione a chi le arreca danno. Lo sciopero bianco, quindi, sfiora l'illegittimità soprattutto nei pubblici servizi perché non rispetta i diritti degli utenti, garantiti dalla legge.