Oggi voli regolari in tutti gli aeroporti

Fatti, ricatti e contratti

Redazione

Massimo Riva spiega, su Repubblica, che se Alitalia si trova sull'orlo del precipizio la colpa sarebbe di Maurizio Sacconi che aveva insistito con toni “ricattatori” affinché si raggiungesse un'intesa con i sindacati entro venerdì.

    Massimo Riva spiega, su Repubblica, che se Alitalia si trova sull'orlo del precipizio la colpa sarebbe di Maurizio Sacconi che aveva insistito con toni “ricattatori” affinché si raggiungesse un'intesa con i sindacati entro venerdì. Sullo stesso giornale si può leggere che Altalia dispone di una liquidità residua che è meno di un decimo dei debiti a breve con i fornitori; il che significa, in pratica, che non può neppure pagare il carburante per gli aerei, che rischiano quindi di restare a terra da oggi, con l'effetto automatico della decadenza dell'opzione sulle rotte, che sono poi il patrimonio effettivo dell'azienda. Se questi sono fatti, i “ricatti” lumeggiati da Riva ne sono l'ovvia conseguenza. O il contratto con la nuova compagnia o il fallimento nel giro di poche ore: questa è la scelta. Riva pensa che il fallimento “potrebbe portare alla luce sorprese interessanti sul valore degli attivi del bilancio Alitalia”, il che appare piuttosto fantasioso, ma in ogni caso sconta l'effetto immediato per i lavoratori. La cosiddetta “mobilità”. I sindacati, insomma, dovrebbero resistere. Non per cercare di strappare ancora qualche posto, qualche attenuazione della pesante stretta salariale e qualche garanzia sugli ammortizzatori. Dovrebbero “smascherare” il ricatto, per fare un danno ad Air One, alla cordata, al segretario della Cisl Raffaele Bonanni e all'immagine del governo, pur sapendo che il prezzo sarebbe pesantissimo per i lavoratori.

    Sul fatto che la soluzione “italiana” sia migliore di quella francese è del tutto lecito dubitare. Non si può però dimenticare che quella fu fatta fallire da un veto sindacale, come ebbe a dire lo stesso Romano Prodi. L'opposizione di allora manifestava scetticismo, come d'altronde fa quella di oggi, a parti rovesciate, ma non è stata questa la ragione dell'insuccesso di ieri; come non lo sarebbe oggi. Dire che qualcuno vuole mettere i sindacati “con le spalle al muro” significa occultare i fatti. Se oggi il governo insiste, mettendoci la faccia, nell'evidenziare l'assenza di alternative, fa il suo mestiere, e lo fa meglio di quello precedente, il quale, come si ricorderà, lasciò “correttamente” che la dialettica tra le parti arrivasse alle conclusioni disastrose prevedibilissime. Prodi si limitò a fare qualche salomonico commento, Silvio Berlusconi annuncia di volersi occupare personalmente e direttamente della questione, senza arrendersi all'ineluttabile. E' difficile che ci riesca, ma a questo punto fa bene a provarci.