Oggi maestre vestite a lutto in alcune scuole. Il ministro chiede di non strumentalizzare i bambini per una battaglia politica
Facoltà di riforma
Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, con la reintroduzione del maestro unico per la scuola elementare, ha fatto un primo passo nella direzione del recupero di produttività in tutto il settore scolastico italiano. Ma deve essere solo l'inizio.
Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, con la reintroduzione del maestro unico per la scuola elementare, ha fatto un primo passo nella direzione del recupero di produttività in tutto il settore scolastico italiano. Ma deve essere solo l'inizio. Un recente rapporto dell'Ocse sull'istruzione in Italia sottolinea un tema ancora più importante: l'inefficienza della nostra istruzione superiore. I docenti universitari sono numerosi, ma distribuiti male e sotto remunerati, mentre il tasso di abbandono degli studenti è alto e il risultato educativo insoddisfacente. Alcuni difetti, come l'anomalo tasso d'abbandono, sono conseguenza delle lacune lasciate dalla preparazione nell'istruzione preuniversitaria, cioè quella che la Gelmini ha cominciato a riformare. Ma molti altri dipendono da difetti insiti nel nostro modello di università.
Ci sono alcuni problemi che dovrebbero entrare subito nell'agenda del ministro. Per esempio l'eccesso di organi decisionali assembleari, eredità del '68, che impedisce una gestione manageriale delle università, delle facoltà, dei dipartimenti e dei corsi di laurea. Si consentono corsi di laurea con 15 studenti al primo anno, che divengono quattro al terzo, con più docenti che studenti. La legge richiede che ci siano almeno quattro docenti di ruolo l'anno per ogni corso di laurea. E poiché le ore di lezione annue sono 300, ogni docente di ruolo ne fa quindi 75 al massimo, in teoria. Nella realtà sono molte meno, visto l'apporto dei docenti esterni (prima del ‘68 un professore di ruolo era tenuto a fare almeno 100 ore annue). Quando il numero di studenti supera i 300 per corso c'è l'obbligo di raddoppio del corpo docente, anche se l'aumento è di una percentuale limitata. I nuclei di valutazione ministeriali considerano tanto migliore l'istruzione quanto più basso è il rapporto tra docenti e studenti, favorendo così lo spreco di personale. Si sono così attivati i corsi di laurea più stravaganti, ma spesso ad essere carenti sono proprio quelli più professionalizzanti. E questo è un altro dei fattori che favoriscono l'abbandono, perché aumentano la percezione dell'inutilità della laurea.


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