Il logos universale, i Lumi e i lumicini
L'ospitalità francese per i Pontefici, storicamente, non è molto incoraggiante, dalla “cattività avignonese” alla detenzione dorata di Pio VII sotto Napoleone. Anche il viaggio di Benedetto XVI non sfugge, seppure ovviamente in un clima di ben maggiore cortesia, a questa regola di diffidenza. Il sindaco di Parigi non andrà alla messa Pontificale e persino François Bayrou, leader di un raggruppamento centrista d'ispirazione cristiana, critica la decisione di Nicolas Sarkozy di invitare il Pontefice all'Eliseo “come se fosse un capo di stato”, forse dimenticando che l'estremo difensore della sovranità temporale dei Papi fu la Francia di Napoleone III.
L'ospitalità francese per i Pontefici, storicamente, non è molto incoraggiante, dalla “cattività avignonese” alla detenzione dorata di Pio VII sotto Napoleone. Anche il viaggio di Benedetto XVI non sfugge, seppure ovviamente in un clima di ben maggiore cortesia, a questa regola di diffidenza. Il sindaco di Parigi non andrà alla messa Pontificale e persino François Bayrou, leader di un raggruppamento centrista d'ispirazione cristiana, critica la decisione di Nicolas Sarkozy di invitare il Pontefice all'Eliseo “come se fosse un capo di stato”, forse dimenticando che l'estremo difensore della sovranità temporale dei Papi fu la Francia di Napoleone III. L'interpretazione tetragona ed esclusivista della civiltà dei Lumi, però, si deve confrontare con la concezione di una laicità positiva, cioè inclusiva, espressa da Sarkozy e benedetta dallo stesso Pontefice. L'attuale Pontefice ha fatto della ragione, del logos, il segno centrale della sua predicazione, e questo rappresenta una sfida nuova o espressa in modo nuovo per gli eredi dei Giacobini che la Ragione volevano addirittura deificarla. Sarà difficile applicare al professor Ratzinger gli stereotipi tradizionali di un cattolicesimo “oscurantista” e superstizioso. La secolarizzazione illuminista in Francia si è istituzionalizzata, ha raggiunto forse il suo apice, lasciando un vuoto nelle chiese ma anche una crisi di identità che oggi Sarkozy intende colmare riconoscendo le radici cristiane.
Anche in Italia, dove i Lumi sono stati meno splendenti, si riflette sulla laicità, come hanno fatto Massimo D'Alema e Giulio Tremonti su Aspenia, trovando un sostanziale accordo sul carattere pubblico che deve essere riconosciuto alla religione, anche come elemento costitutivo della coscienza nazionale e più in generale di quella dell'occidente. D'Alema eccepisce però sull'identificazione tra cristianesimo e occidente, vedendovi un indebolimento dell'universalità del primo e una reazione difensiva e addirittura paurosa dell'altro. In realtà Benedetto XVI ha parlato di eredità del logos classico assunta dal cristianesimo, come cifra non solo della civiltà occidentale, ma di un messaggio universale. Un Papa che afferma in modo tanto impegnativo, come fece nella lezione di Ratisbona, il valore universale della ragione contro tutti i fanatismi sceglie un terreno di confronto che dovrebbe essere il più consono agli eredi dell'Illuminismo.


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