Nove colonne

Vota Johnny, vota Johnny

Redazione

Altro che le intercettazioni di amori e spintarelle. La vera notizia è che Gianni & Riotto detto Johnny, direttore del Tg1, è il 79° intellettuale più influente del pianeta.

    Dal Foglio del 28 giugno 2008

    Altro che le intercettazioni di amori e spintarelle. La vera notizia è che Gianni & Riotto detto Johnny, direttore del Tg1, è il 79° intellettuale più influente del pianeta. Lo ha stabilito una giuria internazionale che, come quella che elegge miss Italia nel mondo, ha voluto riconoscere al nostro Riotto un successo straordinario davanti al quale oggi s'inchinano riverenti capi di stato e di governo, scolaresche e popoli grati. Ma che ingiustizia però quel 79° posto! Soprattutto se si pensa che Umberto Eco è stato promosso, dai soliti dell'intellighenzia, al 14°. E dire che in soccorso di Riotto è intervenuta la parte più sana e operosa del globo. Tutti i blogger, compresi quelli afghani, hanno segnato sulla scheda un solo nome: Johnny. Gli analisti di New York stanno esaminando i flussi elettorali che hanno consentito a Johnny di toccare un simile traguardo sebbene azzoppato. Il picco più alto s'è avuto, e non poteva essere diversamente date le origini del Nostro, in Sicilia. Il pacchetto di voti più consistente è situato nella zona di Raffadali, con interessanti curve anche a Ribera e a Cattolica Eraclea, terra di fragoline la prima, città di mare la seconda, dove tra i coltivatori e i pescatori tutti hanno votato per il direttore del Tg1. Gli analisti sospettano tuttavia che dietro il successo del triangolo Raffadali, Ribera e Cattolica Eraclea possa esserci la manina di Totò Cuffaro. Ben 78 voti: Riotto secco. Ma l'ex presidente della Regione, interrogato a proposito, ha risposto: “Questa è un'altra persecuzione”. Dopo di che – passando dalle persecuzioni alle percussioni – si è rimesso a suonare il tamburo.Un altro sospetto ha allertato l'attenta commissione: i voti mancanti del triangolo Settecannoli, Villabate e Fondachello, un'area solitamente generosa con Johnny.

    Gli analisti si sono concentrati sulle molte schede nulle che, anziché il nome di Riotto, recavano epiteti difficili da decifrare. Come il noto bisillabo in uso nelle contrade palermitane, quello che somiglia al duca. Insomma, tutte schede inutilizzabili che nel conteggio hanno finito per favorire Eco Umberto. Nessuno pensa adesso di scatenare una crisi diplomatica viste le ripercussioni internazionali ma è probabile che il voltafaccia palermitano sia da attribuire alla resa di conti tra i due massimi esponenti della politica siciliana, molto sensibili agli equilibri in Rai. E dunque, Cuffaro da un lato, e Renatino Schifani dall'altro. Quest'ultimo, ormai incontrastato ras di Palermo e dei feudi limitrofi di Settecannoli, Villabate e Fondachello, viene considerato di fatto il viceré di Sicilia. Non è politicamente priva di significato, infine, l'altra e più profonda voragine: l'assenza di voti in Lombardia dove sul nome di Riotto è confluito un solo voto. “Johnny caro, il mio cuore è tutto per te”. La perizia calligrafica disposta dagli analisti di New York fa pensare a Maria Laura Rodotà, la più americana tra le Brambilla d'Italia. Un voto che da solo non ha potuto comunque fare fronte a chi, volontariamente, ha remato contro. Con regia occulta, da par suo, il solito Paolo Mieli, ha costretto infatti lo stato maggiore del Corriere della Sera a dare sottobanco tutti i voti utili a Umberto Eco. Sempre secondo gli analisti di New York, la prova provata del tradimento sta nel fatto che il giornale di via Solferino, la notizia del posizionamento di Riotto l'ha relegata in un articolo che parlava d'altro senza nemmeno un richiamo nel titolo e nell'occhiello. Vergogna.