Nove colonne
Ogni causa ha il suo digiuno, ogni redazione ha i suoi digiunatori
Senza tavole della legge anche la tavola non regge. Nello sfascio d'Italia s'alzano le coscienze dei giornali. E s'abbassano colesteroli e trigliceridi. Tutti al digiuno, tutti pronti a fare testimonianza di civiltà.
Dal Foglio del 19 gennaio 2008
Senza tavole della legge anche la tavola non regge. Nello sfascio d'Italia s'alzano le coscienze dei giornali. E s'abbassano colesteroli e trigliceridi. Tutti al digiuno, tutti pronti a fare testimonianza di civiltà. Dopo i recenti avvilenti avvenimenti anche i maggiori quotidiani hanno deciso di sollevare la questione morale e hanno dato il via alla lunga catena di digiuno.
Senza tavole della legge anche la tavola non regge. Comincia da par suo il Corriere della Sera che a partire dall'alba di oggi ha già allestito diverse sale d'inappetenza. Presso la Sala Buzzati, quella del Cda, Luca Cordero di Montezemolo e Diego Della Valle, si sono dati appuntamento per astenersi dall'assunzione di qualsivoglia cibo. “E' un digiuno dedicato a Clemente Mastella, nostro amico” così dichiara Della Valle mentre sdegnosamente rifiuta la proverbiale tazzulella 'e cafè offertagli dall'autista vivamente preoccupato.Senza tavole della legge anche la tavola non regge. Non può certo essere da meno la direzione di via Solferino che, presso la Sala Albertini, con Paolo Mieli (sempre da par suo) e con Pierluigi Battista, offre con fame di verità e di dedizione un vivificante digiuno a Giovanni Bazoli, il pio banchiere. Nello sfascio d'Italia s'alzano veramente le coscienze dei giornali ed è commovente vedere, pur nel dissenso, Massimo Mucchetti (satira) rannicchiato in un angolo che digiuna separatamente dai due, si astiene dai soli liquidi e mentre andiamo in macchina per la stampa di questa edizione lo vediamo affacciarsi alla finestra e gridare rivolto a Bazoli (sempre satira): “Sarò io il tuo Mucchetto liquido!”.
Senza tavole della legge anche la tavola non regge. Nello sfascio d'Italia s'alzano le coscienze dei giornali. E s'abbassano colesteroli e trigliceridi. Anche a Largo Fochetti a Roma, presso la sede della Repubblica, si digiuna. Ezio Mauro il direttore ed Eugenio Scalfari, il fondatore, si sono chiusi a chiave per digiunare e così testimoniare la loro solidarietà a Romano Prodi in questi così difficili giorni dell'esecutivo. Anche Edmondo Berselli vuole unirsi al digiuno di Mauro e Scalfari, i due però non vogliono saperne di aprire la porta all'illustre esponente del Mulino che però non demorde, infatti, mentre andiamo in macchina per la stampa di questa edizione di Nove Colonne lo sentiamo distintamente sussurrare all'uscio: “Digiunerò fino a diventare largo come una tagliatella e passerò da sotto la porta, non rinuncio alla battaglia per Romano”. Una grave minaccia dettata dalla rabbia – “O mi aprite, o copierò tutte le folgoranti battute di Beppe Severgnini” – non aveva turbato Mauro e Scalfari sempre decisi ad affamarsi da soli.
Senza tavole della legge anche la tavola non regge. Un altro serraglio di due direttori è quello di Giulio Anselmi e Massimo Gramellini. Chiusi in una stanza della Stampa, i due stanno digiunando per testimoniare la loro fedeltà alla Fiat Bravo, modello assai carino e però poco compreso dagli italiani arruffoni. La fame è a livelli ormai inauditi, sempre adesso che andiamo in stampa con questa rubrica vediamo Lucia Annunziata precipitarsi preoccupata: “Conosco la rude sbrigatività di Anselmi, conosco la tenerezza di Gramella, non vorrei che Giulio facesse come il conte Ugolino”. Tale e quale l'arcivescovo Ruggieri si staglia la figura di Marcello Sorgi, detto Marcel. Ma non parla, è in partenza.
Senza tavole della legge anche la tavola non regge. Nello sfascio d'Italia s'alzano le coscienze dei giornali. E s'abbassano colesteroli e trigliceridi. Anche l'autorevole quotidiano televisivo, il Tg1, non si sottrae alla catena dei digiuni. Scavato in volto, senza giacca, il direttore Gianni & Riotta detto Johnny, in collegamento con la Focacceria antimafia San Francesco sta disdegnando pane con la meuza, pane e panelle, e frittelline. Dagli schermi alle sue spalle vediamo affacciarsi i corrispondenti da New York, Detroit e Raffadali: tutti sono con Johnny, tutti digiunano per Totò Cuffaro. Il Tg1 infine, nel momento più alto delle coscienze, trova anche uno scoop. Collegato da Catania Enzo Bianco illustra la “bozza Bianco”. Mentre andiamo in stampa, Severgnini riesce a rifilarci questa sua fulminante battuta: “La bozza Bianco non è altro che un menu, mangiare in bianco e Biancomangiare per dessert. Ecco la vera riforma elettorale”.


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