L'ecologia umana di B-XVI

Redazione

Nei messaggini agli young friends australiani il Papa si è firmato allegramente B-XVI. Nei suoi discorsi, dopo uno sbarco spettacolare nella baia di Sidney e un altrettanto spettacolare riposo di tre giorni prima dell'inizio delle Giornate mondiali della gioventù, il professor Ratzinger ha spiegato con sapienza il carattere ecologico delle battaglie della chiesa e di tanta libera umanità laica intorno al maltrattamento del vertice della creazione, la vita umana.

    Nei messaggini agli young friends australiani il Papa si è firmato allegramente B-XVI. Nei suoi discorsi, dopo uno sbarco spettacolare nella baia di Sidney e un altrettanto spettacolare riposo di tre giorni prima dell'inizio delle Giornate mondiali della gioventù, il professor Ratzinger ha spiegato con sapienza il carattere ecologico delle battaglie della chiesa e di tanta libera umanità laica intorno al maltrattamento del vertice della creazione, la vita umana. La protezione del koala va di conserva con la considerazione del grembo materno quale “spazio umano il più mirabile e sacro” e non c'è vera cultura ecologica e conservazionista, ma nemmeno vero amore per la pace e per la giustizia, se non si combattano e abbattano quegli idoli che recano “violenza indicibile” a una vita spogliata di dignità e privata dell'affettuosa cura delle generazioni (ciò che evidentemente riguarda anche il caso dell'eutanasia). Preoccupato di comunicare ai ragazzi venuti da ogni parte del mondo la sua verità cattolica, con tutta la forza e l'imponenza invasiva della pretesa di universalità che reca con sé, Benedetto XVI ha scelto senza civetteria nuove chiavi retoriche di grande efficacia. Dopo l'accenno all'ecologia e al suo stretto rapporto con l'ordine creaturale che è il centro della meditazione religiosa sul mondo, ha parlato del “tedio generato dai falsi idoli”, collegandosi al tema moderno della noia, della nausea esistenziale che parla direttamente alle viscere, alle pulsioni vitali degli individui. Benedetto XVI ha reso così più argomentato e forte il passaggio dedicato al secolarismo, qualificato come un'ideologia, una falsa coscienza della realtà che “impone una visione globale” e così limita la libertà degli uomini. Benedetto ha messo in discussione non le buone ragioni intenzionali ma l'efficacia etica di tutto l'armamentario giovanile che dilaga nel secolo, e ha detto chiaramente che pace, giustizia, ambiente, non violenza, sviluppo sostenibile sono parole vuote, esercitazioni di moralismo insincero, a meno che non siano poste sotto lo scudo del riconoscimento della creaturalità umana, e dunque della inviolabilità innata della vita e della sua dignità non sottoponibile a compromessi, dal concepimento alla morte naturale. Come dice Barack Obama, e come si vede da mille esempi, uno dei guasti contemporanei è l'assenza di una responsabile retorica e pedagogia paterna. Eccone una, e di quelle significative.