Un successo di Uribe e uno spot per McCain. Il silenzio di Chávez

Così con l'Operazione Scacco hanno liberato Ingrid Betancourt

Maurizio Stefanini

I franco-svizzeri promettevano di essere vicini al risultato clamoroso, così che quando la notizia della liberazione della Betancourt era stata diramata si è pensato a un successo della diplomazia Sarkoziana. Invece no: la Operación Jaque, "Operazione Scacco", è stata una brillante beffa delle forze speciali colombiane.

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    L'Operazione Scacco per liberare la Betancourt è stato un inaspettato, o forse no, spot per McCain oltre che per Uribe. C'era McCain a Cartagena, che forse per la prima volta nella sua vita appoggiava Chávez, da quando cioè aveva invitato le Farc a deporre le armi e a liberare la Betancourt. E c'era una spedizione franco-svizzera, che diceva di aver agganciato le Farc per la prima volta dopo l'uccisione di Reyes. McCain era stato tempestato di critiche, e a Uribe era stato consigliato di non esporsi in suo favore. I franco-svizzeri promettevano di essere vicini al risultato clamoroso, così che quando la notizia della liberazione della Betancourt era stata diramata si è pensato a un successo della diplomazia Sarkoziana. Invece no: la Operación Jaque, "Operazione Scacco", è stata una brillante beffa delle forze speciali colombiane. Che si sono travestiti da guerriglieri, con tanto di baschi del Che. Si sono presentati ai custodi della Betancourt e di altri quattordici prigionieri, tre contractors americani e undici soldati colombiani. Hanno convinto il "Comandante César" e un altro a salire su un elicottero civile, spiegandogli che dovevano portare tutti a Alfonso Cano, il nuovo comandante delle Farc dopo la morte di Tirofijo. A quel punto si sono qualificati: "Siamo l'esercito colombiano!".

    Uribe ha potuto così recarsi direttamente dal colloquio con McCain a quello con la Betancourt: uno spot per lui, che sta cercando di cambiare la Costituzione per farsi rieleggere una terza volta, ma uno spot anche per McCain, che ora potrà tornare in patria assieme ai tre contractors. Ecco perché forse la sua presenza in questo momento non era tanto casuale. Non ci sarebbe neanche da stupirsi se fosse stata un'intercettazione dei franco-svizzeri a rivelare dove la Betancourt si trovava: già al tempo dell'uccisione di Reyes in territorio ecuadoriano si era parlato di una possibile intercettazione di una telefonata di Chávez o dei francesi al numero due delle Farc. Comunque, la Betancourt ha esaltato la professionalità dell'esercito colombiano ed ha ringraziato Uribe. Non ha detto nulla Yolanda Pulecio, la madre di Ingrid che da tempo accusava Uribe di impedire la sua liberazione tenendo una linea da molti considerata pro-Farc e pro-Chávez, e che si è limitata a piangere mentre abbracciava la figlia liberata. Un altro silenzio ingombrante è quello di Chávez, mentre il governo ecuadoriano ha detto che "sarebbe stato meglio se fosse stata liberata in seguito a un accordo politico".

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