Rialzati, Alitalia

Alla cordata italiana servono 10 miliardi di euro, minimo

Redazione

Roma. Dieci miliardi di euro per risvegliare l'orgoglio nazionale su Alitalia. Il candidato premier Silvio Berlusconi lancia un appello agli imprenditori italiani in difesa dell'amor patrio e per una compagnia ancora di bandiera.

    Roma. Dieci miliardi di euro per risvegliare l'orgoglio nazionale su Alitalia. Il candidato premier Silvio Berlusconi lancia un appello agli imprenditori italiani in difesa dell'amor patrio e per una compagnia ancora di bandiera. Ma, ammesso che ci siano industriali pronti ad accogliere l'invito del leader del Pdl, a quanto ammonta l'impegno di spesa necessario per superare l'offerta di Air France-Klm? Proviamo a contare le fiches che Jean Cyril Spinetta mette sul tavolo. Per rilevare i titoli Alitalia, quotati a Piazza Affari, offre in cambio azioni Air France-Klm per un valore di 140 milioni di euro (alla quotazione, deprezzata, di oggi). A questo primo esborso si aggiungono i 700 milioni da tirare fuori per rimborsare il prestito obbligazionario, i cosiddetti Mengozzi bond. Questo l'impegno per diventare titolari della compagnia italiana, ma per rilanciarla servono ben altre cifre, come ha precisato lo stesso Spinetta nella conferenza stampa di mercoledì. Per rimpinguare una cassa vuota (al 31 gennaio erano rimasti solo 282 milioni), Parigi è pronta a investire un miliardo di euro per un'immediata ricapitalizzazione. Il bilancio Alitalia è appesantito però anche da 1,2 miliardi di debiti, che il nuovo azionista dovrà accollarsi. Infine, il capitolo più oneroso: il rinnovo della flotta. Per gli avversari dei francesi, Spinetta avrebbe elaborato sui nuovi aerei da introdurre un piano troppo moderato. Piano che, è bene ricordarlo, nel medio-lungo periodo prevede di investire sei miliardi e mezzo di euro.
    Messi in fila tutti i dati appare difficile paragonare la proposta transalpina a un piatto di lenticchie, come l'ha invece definito qualche osservatore. Il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, nell'accettare la proposta di Air France-Klm ha precisato di essere pronto ad accogliere eventuali offerte migliorative. Pur immaginando che l'élite del mondo imprenditoriale italiano (Marco Tronchetti Provera, Diana Bracco, Santo Versace, Diego Della Valle, Luca di Montezemolo, oltre ai figli di Berlusconi) vogliano davvero strappare Alitalia ai francesi, quanto dovrebbero sborsare quindi per elaborare una proposta che soddisfi sindacati e stakeholders? Qualche conto: oltre a superare i 9,5 miliardi di euro complessivi dei francesi (tra prezzo, debiti e investimenti), ci sarebbero da sommare oneri aggiuntivi per quei costi di cui, al contrario di Spinetta, la cordata tricolore non potrà disfarsi. Per accontentare l'agguerrito fronte del nord, l'Alitalia disegnata dal Cav. dovrà mantenere i suoi voli a Malpensa. Poiché però Letizia Moratti e Roberto Formigoni non vogliono rinunciare al city airport di Linate, prima causa del fallimento dell'hub lombardo, occorre mettere in preventivo che Malpensa continuerà a costare 200 milioni l'anno. Spiccioli per Antonio Di Pietro, che sostiene che la Malpensa valga dieci volte Alitalia. Un dettaglio per Giulio Tremonti che paragona l'ex compagnia di bandiera a uno skilift, un impianto strutturalmente in perdita utile però per far guadagnare le attività correlate. Qualcuno potrebbe obiettare che la nuova realtà aziendale potrebbe intraprendere il percorso inverso, spostare tutti gli aerei e gli equipaggi su Milano e cancellare la base di Fiumicino. Un'ipotesi però inverosimile in uno scenario preelettorale. Oltretutto, se è vero che così si disinnescherebbe la richiesta danni da 1,2 miliardi intentata da Sea, puntando su Malpensa come unico hub si rischierebbe di aprire un contenzioso con Aeroporti di Roma. Nel maggio 2006, sotto la regia del sindaco di Roma Walter Veltroni, il presidente di Alitalia Giancarlo Cimoli e l'ad di Adr Maurizio Basile siglarono un protocollo che impegnava la compagnia ad aumentare passeggeri e voli al Leonardo da Vinci. Non è finita. Per non innervosire i sindacati, i capitani coraggiosi dovranno elaborare un business plan a zero esuberi che costerebbe per il prossimo triennio un mancato taglio sul costo del lavoro di circa 400 milioni. C'è poi il capitolo piloti, tema caro ad Alleanza nazionale. I comandanti dell'Anpac sono stati protagonisti di un clamoroso voltafaccia nel giro di ventiquattro ore. Da fervidi sostenitori di Prato e Spinetta, ora minacciano scioperi e arrivano a dichiarare di preferire il commissariamento. Il repentino e improvviso cambio di umore è dovuto al taglio dell'attività cargo e a un conseguente aumento degli esuberi di piloti da 300 a 500. I nuovi azionisti quindi non potranno che confermare di voler proseguire nel business delle merci, sebbene Alitalia perda in questa attività 70 milioni l'anno (un terzo del fatturato della divisione cargo).
    (Editoriale a pagina tre)