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"La conversione di Fini" di Salvatore Merlo

Non vogliamo i colonnelli

Per comprendere quali siano i rapporti tra il generale, Gianfranco Fini, e i suoi colonnelli è necessario tenere a mente due cose: la prima è che sono cresciuti quasi tutti nella militanza romana del Msi e si conoscono benissimo, la seconda è che sin da ragazzi Fini era il capo e loro i diadochi. Da sempre e senza eccezioni, legati l’uno agli altri da un patto generazionale e da un vincolo di solidarietà e sostegno reciproci. Fini era il capo indiscusso che garantiva l’equilibrio tra le correnti, ma senza le correnti non ci sarebbe stato un capo così come senza il capo le correnti sarebbero finite con il combattersi e l’annullarsi reciprocamente. Leggi Ecco come è andata la riunione tra i parlamentari di Gianfranco Fini - Dì la tua su Twitter

20 APR 2010

Ricorsi storici

Contrordine, ora sono i colonnelli a spingere Fini alla porta del Pdl

La novità è che gli ex colonnelli adesso premono perché Gianfranco Fini vada fuori dal Pdl, si crei un suo partitino a sostegno del governo anche conservando la presidenza della Camera, e lasci a loro l’eredità di An. E’ quanto suggeriscono, a Silvio Berlusconi, Altero Matteoli, Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri. Tanto è il fastidio del Cav. per l’ipotesi che l’ex leader di An costituisca dall’interno una minoranza organizzata, che questa eventualità comincia a essere quotata. Ma chissà. Intanto Fini prepara un documento di dissenso costruttivo da presentare dopodomani alla direzione nazionale.

19 APR 2010

Pdl in ebollizione

Fini e il Cav. passano dal penultimatum alle grandi manovre di pace

Pace fatta, o quasi. Basterebbe l’immagine del funzionalista e prepolitico Silvio Berlusconi impegnato a convocare organi di partito per la prossima settimana e persino “un congresso entro l’anno” a rendere il quadro di un appeasement con Gianfranco Fini cui manca soltanto un ultimo sigillo. Lo schema in pubblico è ancora quello di gettare la palla nel campo avversario, il Cav. dice di non voler rompere (“è Fini che se ne vuole andare”) mentre il presidente della Camera fa intendere che dipenderà tutto dal Cav. Ma sotto la superficie entrambi sono interessati a trovare un accordo “definito e duraturo”, entrambi disponibili a cedere qualcosa.

16 APR 2010

Il futuro del Pdl in 48 ore

Pranzo indigesto tra Fini e il Cav. E’ l’ora dei penultimatum di guerra

Quarantott’ore per sciogliere l’impasse degli aut aut incrociati di Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi. I due leader si sono lasciati con questo minaccioso penultimatum, ieri pomeriggio alla Camera. Difficile, ma non ancora impossibile, una soluzione. Nessuno dei due ha intenzione di cedere all’altro. Così il Pdl forse non subirà una vera scissione, ma cambierà certamente il proprio volto. “Nulla sarà più come prima” è l’adagio che accompagna in queste ore le telefonate tra i dirigenti del partito. Ma niente crisi di governo, pare.

15 APR 2010

Che si diranno oggi il Cav. e Fini - i colonnelli pontieri

Si stava meglio quando si stava divisi. Ma il Pdl indietro non tornerà

I due leader si incontrano oggi. Fini chiede il riconoscimento della co-leadership del centrodestra con il Cav. e Bossi, considera disatteso l’accordo fondativo del Pdl e vorrebbe riconosciuto un ruolo incontestato da cofondatore. Ma Berlusconi è disponibile, trovando persino una formula che alluda alla diarchia? Al di là degli scatti d’umore, forse sì. Rompere non si può. L’unica cosa per il momento certa è che sul rimpasto nella governance del partito (coordinatori e così via) la parola d’ordine è: “Non se ne parla nemmeno”.

15 APR 2010

Quanto costa cacciare Fini

Il vertice tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini potrebbe tenersi domani, al rientro del premier da Washington. Benché non risulti ufficialmente nell’agenda di nessuno dei due leader, fonti vicine al presidente della Camera descrivono Fini pronto persino ad alzare lui per primo il telefono pur di raggiungere un chiarimento definitivo. Il cofondatore ha già in mente che cosa dire a Berlusconi. La terza carica dello stato farà un discorso molto franco al premier, chiedendogli la legittimazione ufficiale del proprio ruolo da cofondatore all’interno del “tridente” (Berlusconi, Fini, Bossi).

14 APR 2010

Manovre inclusive

La Lega scatta verso le riforme ma prima deve pacificare Fini e il Cav.

La Lega vittoriosa alle ultime regionali è capace di azzardare iniziative autonome per poi subito assumere un atteggiamento inclusivo e di stabilizzazione negli equilibri della maggioranza. Almeno in questa fase, mentre il centrodestra si prepara a formulare una proposta sulle riforme istituzionali. Basta l’immagine di Roberto Calderoli che, impugnata d’impeto mercoledì la staffetta delle riforme e presentantosi a sorpresa dal capo dello stato con un testo già pronto, ieri ha passato cavallerescamente lo scettro a Gianfranco Fini – incontrato a Montecitorio – e ha richiamato i leader del Pdl all’unità.

09 APR 2010

Uno per ogni stagione

Tutti gli uomini del presidente della Camera

C’è consigliere e consigliere. Ci sono quelli adatti a far spirare il vento di fronda e quelli più bravi nell’attività diplomatica. Un leader ha bisogno di poter suonare più strumenti, se necessario uno diverso per ogni occasione. E’ così da tempo per Silvio Berlusconi, è così anche per Gianfranco Fini, il quale non sarà il sovrano del proprio partito, ma nel Pdl ha saputo sostituire i colonnelli semiammutinati condensando attorno a sé una piccola corte funzionale al suo progetto. Leggi La Lega conta di Alessandro Giuli

08 APR 2010

Non succede, ma se succede…

Per il Pdl tra la vittoria e il trionfo c’è di mezzo una sola regione, il Lazio

Riguardo al voto di domani e lunedì, nell’inner circle berlusconiano c’è una sola certezza ufficiale: comunque vada sarà una sconfitta degli avversari. Il premier già lunedì non mancherà di puntualizzarlo, sicuro di poter sventolare – anche nella peggiore delle ipotesi – un risultato nazionale che in milioni di voti premia il centrodestra. Ma chissà. Forse non ci sarà un vincitore ma di sicuro, dicono a Palazzo Chigi, “ci sarà uno sconfitto”. Cioè quel centrosinistra che governa attualmente 11 regioni su 13 e che, secondo le sensazioni prevalenti, finirà con il perdere sia la Calabria sia la Campania.

26 MAR 2010

Fini chiede che le riforme non siano solo propaganda

Ecco il patto riformista che spazza via le polemiche tra il Cav. e Fini

Un rinnovato patto di coalizione tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi da estendere, in seconda battuta, anche a Umberto Bossi e incentrato su tre inequivocabili cardini: riforma istituzionale, riforma del fisco e riforma della giustizia. Sandro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl e ministro dei Beni culturali, a colloquio con il Foglio fa intravvedere la strategia per il dopo regionali e considera “scontata” una scossa che rivitalizzi, assieme all’azione di governo, anche quel Pdl che talvolta è sembrato periclitare vistosamente tra polemiche interne e incertezze di missione. Berlusconi farà le riforme.

24 MAR 2010
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