Futuro e libertà è appena nata e già rischia la sua prima scissione “Questi mi hanno davvero scocciato”. Sembra che Gianfranco Fini ieri abbia commentato così la litigata tra i suoi nuovi colonnelli, quel gruppo dirigente di Fli che in pochi giorni ha impaludato il presidente della Camera in una meccanica correntizia che ricorda tanto la vecchia An, ma in sedicesimo. Che succede? Italo Bocchino ha ottenuto il ruolo di vicepresidente del partito (praticamente un segretario), ma è contrastato dai senatori di Fli. Leggi Che cosa odia Gianfranco Fini di Alessandro Giuli 15 FEB 2011
Processo non breve Il Cav. sotto assedio giudiziario trova poco conforto in Napolitano Silvio Berlusconi ha incontrato al Quirinale, per più di un’ora, un Giorgio Napolitano iperattivo nel proprio ruolo di stabilizzatore. Il presidente della Repubblica, che ha parlato anche al Csm, è intervenuto ieri su tutti i campi che gli stanno più a cuore e che sono all’origine – da settimane – del suo mai celato “turbamento”: il profilarsi di un violentissimo scontro istituzionale tra governo e magistratura, le spinte centripete e nativiste che gettano un’ombra sui festeggiamenti per il centocinquantenario dell’Unità d’Italia. Nei corridoi di Palazzo si sussurra persino che i due temi, nelle inclinazioni quirinalizie, siano collegati. Ovvero: la motivazione più forte che ha trattenuto sinora Napolitano dal pronunciare un sonoro “basta”. 11 FEB 2011
Il Quirinale vuole Futuro e sobrietà Gianfranco Fini rispetta – non senza fatica – gli autorevoli suggerimenti che gli arrivano dal Quirinale. Così, questo fine settimana, a Milano, l’ex leader di An sarà eletto presidente di Futuro e libertà, ma contestualmente alla sua acclamazione, al congresso fondativo della nuova formazione, si autosospenderà dall’incarico. Nei giorni scorsi aveva già fatto cancellare il proprio nome dal simbolo del nascituro partito. Ma perché? La risposta dei bene informati è: “Giorgio Napolitano vult”. Fini ha deciso per un mezzo passo indietro dall’impegno politico (da qualche tempo ha anche diradato le uscite pubbliche e le esternazioni). 11 FEB 2011
Un tesoro di ostacoli “La nostra agenda è dettata, è definita dall’Europa in Europa”, così ha detto ieri Giulio Tremonti, che ha partecipato ai primi cinque minuti della conferenza stampa con la quale Silvio Berlusconi ha presentato il Piano crescita varato dal Cdm. Nessun commento sulle modalità di erogazione degli incentivi, niente sul piano per il sud, nessun riferimento agli indici di sviluppo (che il Cav. aveva individuato in “3 e 4 per cento in cinque anni”). Niente neppure sulla riforma dell’articolo 41 della Costituzione sulla libertà d’impresa. 09 FEB 2011
Il federalismo è incidentato, ma si fa Incidente procedurale. “Il federalismo è fatto, le elezioni sono scongiurate, con Napolitano nessun problema”, dice Umberto Bossi affettando tranquillità. Certo in alcuni settori della Lega, che ieri ha riunito i propri vertici a Milano in via Bellerio, c’è apprensione per il futuro della riforma federalista contenuta nel decreto che ieri Giorgio Napolitano ha rimandato alle Camere giudicandolo “irricevibile”. Ma le preoccupazioni dell’ala vicina al ministro dell’Interno Roberto Maroni sono tenute sotto controllo dal leader Bossi che ha spiegato ai propri generali: “Garantisco io. Sia sull’impegno di Berlusconi in tutta la faccenda sia sulla disponibilità del Quirinale”. 04 FEB 2011
L'aria buona di Roma Il federalismo municipale, nonostante il pareggio dei voti in commissione bicamerale, è stato approvato tra gli applausi del Cdm; e la Camera ha votato per la restituzione ai pm degli atti sul caso Ruby. La maggioranza ha guadagnato un voto in più rispetto ai 314 ottenuti il 14 dicembre sulla mozione di sfiducia al governo e confermati la settimana scorsa sulla mozione di sfiducia al ministro della Cultura Sandro Bondi. “Il governo tiene e la maggioranza va avanti”, ha detto Umberto Bossi. Ma fino a tarda sera è rimasta viva un’incognita: il Quirinale, cui spetta l’emanazione del decreto. Giorgio Napolitano ha manifestato un informale disappunto. Leggi Un’altra giornata mica male per il Cav. 04 FEB 2011
Sviluppo al +3-4 per cento: si può “La maggiore crescita ‘alla tedesca’ – ovvero del 3 e 4 per cento – è un obiettivo al quale dobbiamo credere e puntare. Il prossimo Cdm varerà assieme al federalismo un piano straordinario, una accelerazione liberale: perché la miglior cura per la crescita è la rinuncia allo statalismo”. Dice così al Foglio il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Ma intanto si parla ancora di divergenze tra Berlusconi e Tremonti. “Fantasie interessate dei soliti noti. Il ministro dell’Economia copropone ogni singolo provvedimento in discussione”. Leggi Economista di rango dice che la patrimoniale è una sciagura 03 FEB 2011
It’s the economy, stupid! Federalismo e crescita l’uno due del Cav. per la settimana decisiva “E’ venerdì il giorno decisivo, non giovedì” data del voto in bicamerale sul federalismo. Il doppio colpo, riforma federale e rilancio economico in una sola settimana, forse non ci sarà perché il provvedimento caro a Umberto Bossi vede contraria una parte dell’opposizione. Ma ieri Silvio Berlusconi, nel corso di una riunione lunga sei ore con i vertici del Pdl, ha rassicurato sulla tenuta del rapporto con la Lega (il federalismo andrà avanti comunque) e ha concordato nel dettaglio il piano di rilancio economico che sarà presentato venerdì in Cdm. 02 FEB 2011
La controffensiva di Berlusconi In questa settimana la maggioranza cercherà di rilanciare la propria immagine sfregiata dal fango. Il clima è da mobilitazione generale e Silvio Berlusconi detta l’agenda economica. “Dobbiamo fare poche cose, chiare e utili. Ma soprattutto dobbiamo farle subito”. E’ questa l’indicazione con la quale il Cav. ha accompagnato la convocazione di un vertice del Pdl per oggi e di un Cdm straordinario per venerdì prossimo. Il premier, ieri ad Arcore, ha lanciato dei messaggi inequivocabili a Umberto Bossi. Leggi La dichiarazione di guerra del Cav. 01 FEB 2011
Sotto l’albero Il Quirinale dà un aiuto al Cav. ma lo condanna a governare con Casini Silvio Berlusconi è convinto di poter giocare di sponda con Pier Ferdinando Casini, che il leader dell’Udc sia sincero quando parla di “metodo Obama” e pensa pure che già domani, al Senato, sula riforma universitaria, si potranno intravvedere segnali di dialogo. Il provvedimento voluto dal ministro Mariastella Gelmini, sostengono i bene informati di Palazzo Chigi, “passerà con i voti terzopolisti” nonostante la distanza tra il Cavaliere e Gianfranco Fini non si sia accorciata. 20 DIC 2010