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Trattare trattare trattare

Trattare, trattare, trattare. Silenzioso, non mette un piede fuori dalla villa di Arcore, mantiene una distanza strategica da Roma e dagli imbrogli di Palazzo, dice che “a via del Plebiscito io non ci vengo più”, e dunque si fa dipingere “falco tra i falchi”, il duro più duro, l’uomo che non deve cedere mai. “Roma è il compromesso, Milano è la fermezza”, fa dire in giro in modo tale che i giornali poi lo scrivano, e dunque affetta disinteresse per i traffici e gli inciuci della capitale, si descrive chino a progettare una campagna elettorale vittoriosa, accarezza i toni del Caimano (quelli che ha studiato da Nanni Moretti), si mostra muscolare e impegnato a muovere centinaia di pullman carichi di supporter agguerriti e attempati, su e giù per la cartina d’Italia, da Bari a Palermo fino a Pavia. Cerasa Renzi o la rottamazione del Pd

05 APR 2013

La rimozione del Caimano

L’altra sera ad Arcore, circondato dai suoi uomini, il Cavaliere ha invertito l’ordine dei fattori e ha reimpostato, ancora una volta, la tattica dei timidi negoziati con il Pd e con Pier Luigi Bersani. “E’ dal governo che si deve partire”, ha detto Berlusconi preoccupato, “il presidente della Repubblica viene dopo”. E dietro questa novità improvvisa, che ribalta la pur debole strategia adottata fino a ieri, s’indovina un sentimento di inquietudine o forse un’epifania, una rivelazione, la terribile certezza di avere sbagliato a insistere perché prima di tutto si discutesse di chi debba andare a fare il capo dello stato. Cerasa Il berlusconicidio senza monetine

04 APR 2013

Cappotto al Caimano

Allarme rosso ad Arcore, “il Pd a 5 stelle si prende il Quirinale e ci stronca”

“Quelle di Bersani sono false aperture”, dice Ignazio La Russa, “qui c’è un disegno che punta a circondare Berlusconi, a farlo fuori per via giudiziaria con la complicità di un nuovo apparato istituzionale compiacente”. Insomma per il centrodestra l’asse Bersani-Grillo è un fatto politico quasi inevitabile: “Loro si eleggono il presidente della Repubblica a scrutinio segreto, alla quarta votazione. Grillo mica lo vede cosa fanno i suoi ragazzi. E che ci vuole a eleggere Prodi o peggio Rodotà, o peggio ancora Zagrebelsky?”, dice Daniela Santanchè. E la pasionaria è pronta alla guerra, “alla resistenza in montagna se necessario”. La paura è molto forte anche ad Arcore dove ieri il Cavaliere ha riunito i suoi capigruppo e i coordinatori assieme al segretario Angelino Alfano.

03 APR 2013

Berlusconi impaziente

Sia il Pd sia il Pdl temono la scelta del Quirinale, non si fidano l’uno dell’altro e nemmeno si fidano troppo del capo dello stato, ciascuno insegue un suo orizzonte per quanto tutto possa apparire disordinato, informe, pazzotico. Il Partito democratico (ancora guidato da Bersani?), profondamente agitato e intontito, teme che Napolitano possa utilizzare le due commissioni di saggi, e il documento a cui lavorano da stamattina al Quirinale, per tentare l’ultimo colpo di mano verso il governo di larghe intese, un’ipotesi che spaccherebbe il partito condannando al tramonto la vecchia nomenclatura che invece tenta di resistere anche a rischio di apparire irresponsabile.

02 APR 2013

L’atomica del Quirinale

“Fate un governo subito o mi dimetto”. Adesso è Napolitano a minacciare

Enrico Letta, che lo conosce e forse gli vuole persino bene, lo guarda negli occhi: “Da oggi siamo tutti corazzieri”. E lui, l’anziano presidente, stanco: “Non voglio affetto, ma responsabilità”. E’ con il nodo in gola che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ieri ha gettato le sue dimissioni sul tavolo delle consultazioni con le forze politiche, contro Silvio Berlusconi e contro Letta, contro il Pdl e contro la caparbietà del Partito democratico di Pier Luigi Bersani (assente da Roma) che continuano a rimpallarsi la responsabilità dello stallo istituzionale che non sembra ancora consentire la formazione di una maggioranza e di un governo. Cerasa Il Pd studia l’operazione paracadute per salvare il partito dal commissariamento - Editoriale Napolitano vuol dire fiducia

30 MAR 2013

Il Cav. torna presentabile

Napolitano si dà l’incarico

Dopo un’ora e venti di colloquio molto teso al Quirinale, Pier Luigi Bersani attraversa il cortile presidiato dai corazzieri senza sapere nemmeno lui con precisione se è ancora il premier incaricato o no. In un clima di marasma totale che coinvolge il Palazzo e la politica, le “non risolutive” consultazioni del caparbio segretario del Pd hanno lasciato il passo alle nuove consultazioni di un comprensivo Giorgio Napolitano. E dunque si ricomincia questa mattina alle 11 in un clima pazzotico, con il presidente della Repubblica intenzionato a sciogliere in un modo o nell’altro l’impasse istituzionale, ma in un quadro che politicamente più confuso ed economicamente drammatico non si può. Cerasa Così il Quirinale commissaria il Pd

29 MAR 2013

L’arabesco pre elettorale del Cav.

Quanto più il momento sembra politico, tanto più si avvicina al puro gioco di scommessa. Dunque i giocatori, Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani, si guardano attraverso il tavolo italiano con gli occhi pieni di politica. Ma il rischio delle elezioni anticipate non basta ad abolire l’azzardo, le urne sono al contrario il bluff di entrambi. Così Berlusconi, chiuso ad Arcore, organizza una grande manifestazione elettorale per il 13 aprile a Bari, muove pullman di sostenitori (“settecentocinquanta autobus”) come fossero carrarmatini del Risiko, ma pure, con la mano sinistra, spinge Angelino Alfano a casa di Enrico Letta per proporre un uomo del centrodestra al Quirinale.

28 MAR 2013

Consultazioni parallele

Bersani fa il duro con Alfano, alle sue spalle il Pd tratta con il Cav.

Consultazioni ufficiali che vanno malissimo e consultazioni parallele che nascondono il lieto miraggio della concordia nazionale. Il pazzotico teatro post elettorale, gravato dal sospetto dell’inciucio e oppresso dalla sindrome di compiacere Grillo, costringe il Pd e il Pdl a oscure e drammatiche contorsioni per scongiurare il voto anticipato che non vuole l’Europa, e che non sembrano volere nemmeno i mercati agitati dal bailout di Cipro e dalla minaccia di un nuovo declassamento del debito italiano. Così Angelino Alfano incontra Pier Luigi Bersani a Montecitorio e i due segretari, alla luce del sole, non si capiscono e non si riconoscono, non ci sono garanzie che reggano né offerte convincenti per nessuno dei due.

27 MAR 2013

Un Cav. “esterno”

Il Pdl prepara il dopo Bersani con un nome che piace a Napolitano

Silvio Berlusconi resterà a casa e questo pomeriggio non incontrerà Pier Luigi Bersani a Montecitorio. Sospeso tra l’idea di elezioni anticipate (che non lo preoccupano) e l’eventualità non remota che alla fine Giorgio Napolitano sciolga l’impasse imponendo un governo di scopo (o del presidente), il Cavaliere ieri sera si è fatto convincere dell’opportunità di non incontrare il segretario del Pd. “E’ più facile se non ci sei”, gli ha detto anche Angelino Alfano dopo essersi consigliato a lungo con la controparte avversaria, con Enrico Letta, l’ambasciatore del Pd alla corte di Palazzo Grazioli. Cerasa Perché Bersani osserva con sospetto la strana coppia Renzi-Napolitano - Editoriale Monti-Galli della Loggia 2-0 - Rizzini Il senso di Grillo per la rete sbugiardato dalla sua caccia al troll

26 MAR 2013

Intesa o voto per il Cav. pari sono

“O intesa con noi o elezioni”, dice Maurizio Gasparri, appena eletto vicepresidente del Senato. A Palazzo Grazioli le cose le vedono in questi termini: “Bisogna aspettare che Bersani vada a sbattere, com’è inevitabile che sia. Poi ci si metterà a parlare, anche nel Pd alcuni stanno aspettando che il loro segretario fallisca”. Silvio Berlusconi scende oggi in piazza, a Roma, a piazza del Popolo, come previsto, ma ai suoi militanti parlerà anche di concordia nazionale e responsabilità civile, non è infatti il momento (non ancora) di essere bruschi, malgrado l’orizzonte elettorale sia un’opzione per lui sempre aperta: il quadro politico si è fatto fluido, una pur vaga possibilità di accordo con il Pd va tentata.

23 MAR 2013
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