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La dittatura dell’opinione

Dicono che una forte passione – e quale passione è più forte di un sentimento di morte sospesa? – possa impregnare l’aria, e stamparvisi in eterno. E’ uno dei principi dell’occultismo, spiega l’origine irrazionale dei fantasmi, la paura del passato che ritorna a tormentare i vivi, ma è anche un ideale romantico, come sempre quando si ha a che fare con l’idea del tempo, della storia, delle rimembranze. Dunque chissà se il Parlamento e le stanze della commissione per il regolamento del Senato conservano ancora l’odore di accaduto. Colombo Il Cav. medita di ritentare la spallata a Letta (e fa proposte ad Alfano) - Di Michele Quel mondo che la sera delle monetine cominciò a odiare

16 OTT 2013

La grande sfiga

E chissà se davvero, come raccontano, Laura Boldrini ogni tanto osserva quei ritratti, mischiati a vanvera da un disguido del destino, nella galleria dei presidenti, e attraversando il corridoio più sfortunato di Montecitorio, talvolta, posa uno sguardo pietoso sulla fotografia sorridente di Fausto Bertinotti, su quella compresa di Irene Pivetti, su quella cinerea di Gianfranco Fini. E allora la presidentessa della Camera, che i commessi chiamano Isidora, in onore dell’imperatrice di Bisanzio, circondata com’è sempre da uno scenografico codazzo d’assistenti, portaborse e addetti stampa, si fa sfuggire un sospiro.

13 OTT 2013

Ministeriali o intransigenti

E’ l’ora delle recriminazioni, dei sospetti, dei bisticci banali e persino degli esami di coscienza nel Pdl agitato che forse si avvia a un congresso, forse alle primarie, o forse resta così, introverso e sospeso, “come d’autunno, sugli alberi le foglie”, dice Sandro Bondi, che sempre porta in politica la sua sensibilità letteraria. Angelino Alfano e Raffaele Fitto si guardano con fissità torbida, passano ciascuno in rassegna le sue truppe, si lanciano messaggi attraverso le interviste ai giornali, e ciascuno di loro rivendica la maggiore prossimità fisica e affettiva con il Cavaliere, insondabile come una sfinge, quel Silvio Berlusconi che ieri ha incontrato Fitto, e domenica Alfano.

09 OTT 2013

Le ultime ore del senatore B.

La decadenza è per lui uno di quegli eventi così intrattabilmente, spigolosamente, certi, che ieri non sapeva bene nemmeno dove metterlo nel quotidiano possibilismo della sua vita. “Non è più questo che mi preoccupa”, s’è confidato Silvio Berlusconi, nel giorno in cui la Giunta del Senato lo avvia verso quell’espulsione che si consumerà tra nove giorni, nella seduta plenaria di Palazzo Madama. Così, con Mariarosaria Rossi, l’assistente e senatrice, e con l’onorevole (e avvocato) Niccolò Ghedini, il Cavaliere, inquietato dalla baldanza delle procure che potrebbero voler esibire il suo scalpo nella gogna del carcere, ha fatto uno strano, per lui, esercizio di rassegnato fatalismo.

04 OTT 2013

L’artiglio vellutato dell’Alfan fatal

Ha rivisto Silvio Berlusconi, con distacco, come si incontra un estraneo; o nella contrizione che si deve ai moribondi. E’ entrato a Palazzo Grazioli di buon mattino come già nella sua vita ha fatto per centinaia di volte, la guardiola dei carabinieri, la macchina che si ferma nel cortile e oscura i lampeggianti, poi il portiere che lo raggiunge affannato con le chiavi per l’ascensore privato, quello che porta agli appartamenti di Lui, e poi su, fino al primo piano. Eppure l’incontro con il Cavaliere, il giorno dopo il voto del Senato, per Angelino Alfano, come per Berlusconi, poteva non essere facile, un fatto neutro, business as usual.

04 OTT 2013

Il Caimano e il Delfino bianco

“E ora duriamo, duriamo. Accidenti se duriamo”, il 2015 non gli appare più così lontano, irraggiungibile. Enrico Letta, dopo tre giorni di passione spesi con le braccia immerse fino ai gomiti nel pazzotico ribollire del Pdl, adesso si trova in quello stato di fiducia dei sensi che suole seguire l’abbraccio amoroso, e mai più ripeterebbe la frase pronunciata da Fabio Fazio, in televisione, mesi fa, “questo non è il governo che volevo”. Conquistata la fiducia in Parlamento, piegato Silvio Berlusconi, che ha sfiorato una sconfitta interna al suo Pdl e che dunque, con una capriola – et voilà, “sono pur sempre un uomo di spettacolo” – ha deciso di concedere anche lui la fiducia, Letta ora ha la sensazione di essersi raddrizzato come la Costa Concordia.

02 OTT 2013

Tragicomiche finali

Alfano lancia il quid oltre l’ostacolo. Mezzo Pdl oggi sta con Letta

“Non mi fido di Berlusconi”; “garantisco io”; “… va bene, garantisci tu, sì, per adesso… ma chi mi garantisce che poi non torna in campo Lui”. Il colloquio tra Enrico Letta e Angelino Alfano, nel pomeriggio, ha un tono d’affannata complicità. Il segretario del Pdl, come dice il senatore Andrea Augello, “ha lanciato il quid oltre l’ostacolo”, sfida il suo padrino politico, Silvio Berlusconi. Travolge ogni soggezione, Alfano, e assieme al presidente del Consiglio, tra detto e non detto, circondato da frasi palindrome, “sarò diversamente berlusconiano”, protetto da una logica d’establishment, dai giornaloni e dal Quirinale, persino dalle gerarchie, tesse una trama che a Milano, Marina Berlusconi, spettatore inquieto, definisce “tradimento”.

02 OTT 2013

Votare è meglio che farsi fottere

“Votare la fiducia al governo Letta? E perché dovremmo, qual è la logica? Quale la coerenza?”, si chiede Giancarlo Galan, l’ex governatore del Veneto, manager di Publitalia 80, uno della vecchia guardia. “Stiamo solo perdendo tempo, andremo comunque alle elezioni”, dice, “la grande coalizione non funziona, non soltanto non serve a Berlusconi, ma non serve all’Italia. Il presidente della Repubblica dovrebbe essere più elastico, sciogliere le Camere sarebbe liberatorio per tutti”. L’andatura dei falchi non ha nulla di ozioso e dilatorio, e così, dentro l’agitato partito di Silvio Berlusconi, serpeggia un conflitto che non ha più soltanto a che vedere con la linea politica, non è soltanto la complicata dialettica interna che ormai separa persino Renato Brunetta (“votare ‘sì’ alla fiducia non è un problema”) dal resto dei duri.

27 SET 2013

Se non è un bluff

Così Letta e Napolitano si preparano a spegnere i fuochi di fine Cav.

La telefonata è stata curva e prudente, come sempre nei rapporti di promiscua distanza tra questo presidente della Repubblica e il capo del suo governo. Enrico Letta ha parlato, riferito dei suoi colloqui, ha ascoltato molto, e oggi alle 12 sarà già all’aeroporto di Ciampino, di ritorno dagli Stati Uniti, di nuovo a Roma, pronto a prendere la via del Quirinale. Leggi anche Cerasa Votare, perché no? - Ferraresi La trasferta italiana a NY per rigenerarsi e accreditarsi - L'editoriale La nota di Napolitano e i margini di manovra della pacificazione

27 SET 2013

Tra manette e dimissioni

Il Cav. prigioniero prepara la secessione parlamentare del Pdl

Alla fine Daniela Santanchè contiene a stento un entusiasmo nervoso, dopo giorni e giorni in altalena, d’indecisione e di baruffe, spintonata tra gli artigli delle colombe e gli amletismi di Silvio Berlusconi. E dunque, mentre Angelino Alfano si limita a buttarle un’occhiata di debole astio sull’uscio di Palazzo Grazioli – lui che, arrivato in ritardo a casa del grande capo, s’è ritrovato sul piatto del pranzo una decisione già presa – la Pitonessa, stanca, si abbandona a una confessione liberatoria, “finalmente il partito fa qualcosa per Berlusconi”, dice con tono lupesco.

25 SET 2013
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